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Montalto, confronto acceso e scambio di accuse tra i due candidati a sindaco Viafora e Faragalli

I temi: dalla grande Cosenza, alle condizioni dell’area industriale di Montalto, passando per il centro storico. Assente dal dibattito Mauro D’Acri

Pubblicato il: 25/04/2024 – 15:25
Montalto, confronto acceso e scambio di accuse tra i due candidati a sindaco Viafora e Faragalli

LAMEZIA TERME Si sono occupati delle prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno di Montalto Uffugo (nel Cosentino) Danilo Monteleone e Ugo Floro nell’ultima puntata di Telesuonano, in onda su L’altro Corriere tv (canale 75). Ospiti in studio Biagio Faragalli ed Emilio Viafora, due dei tre candidati alla carica di sindaco (assente Mauro D’Acri), mentre Antonio Brogno, lo ricordiamo, ha ritirato la sua candidatura affiancandosi al cartello di D’Acri.
Montalto, quasi 20 mila abitanti, è senza dubbio una municipalità importante della provincia di Cosenza, uno dei centri più vicini al capoluogo bruzio. Lì il noto compositore Ruggero Leoncavallo ambientò e scrisse l’opera “Pagliacci”, più volte rappresentata in un luogo scenograficamente sublime come il Santuario della Madonna della Serra.
Si è acceso già alle prime battute il dibattito tra i due ospiti.
«La coalizione che rappresento – ha spiegato Faragalli – (composta da 8 liste, ndr) è formata da componenti del centrodestra, del centrosinistra, io stesso sono tesserato e non ho nulla da nascondere. Però i partiti hanno tutti una rappresentanza divisa anche nelle coalizioni, nella mia coalizione, in quella del signor Viafora e nella coalizione di D’Acri. Abbiamo deciso di creare questo progetto dando un’idea di città e soprattutto lavorando su quello che abbiamo costruito in passato, essendo nel territorio da anni, presenti con una chiara visione di questa città e avendo anche lasciato traccia del lavoro svolto in una parentesi amministrativa che ho avuto l’onore di rappresentare».
«La mia è una coalizione unita e non divisa. Mi chiedo – ha replicato Viafora che rappresenterà una sola lista di centrosinistra di area progressista meridionale – se è normale che in una città ci siano segretari di partito o commissari segretari che non sentano il dovere di rappresentare la propria appartenenza politica e che invece mettono insieme forme di civismo che sono assolutamente inventate e che non sono altro che raggruppamenti che non condividono un programma». «Scusami Biagio – ha affermato Viafora rivolgendosi al suo sfidante – tu ti porti dietro tutta la maggioranza, quasi tutti gli assessori della precedente giunta, da cui tu stesso ti sei distaccato, anzi da cui sei stato espulso già nove anni e mezzo fa. Ti chiedo quindi: com’è possibile essere contemporaneamente innovatori e conservatori? Diciamoci la verità, è una degenerazione della politica, è la proliferazione, è nascondere le liste, non è altro che un tentativo di tenere sotto controllo il voto d’opinione. Perché il voto d’opinione non è possibile, è castrato, perché non si gioca più sulle appartenenze. Faccio un esempio banale: che cosa pensate di quello che sta avvenendo rispetto ad autonomia differenziata, premierato, fondi tagliati in maniera significativa al Mezzogiorno e ai Comuni? Come intendete affrontare i problemi dei diritti civili quando avete dichiarazioni che sono completamente diverse una dall’altra?». «Io – ha aggiunto Viafora – non essendo iscritto qui, non ho la possibilità di utilizzare il simbolo del partito a cui appartengo che è il Pd, ma la maggior parte della coalizione è fatta di persone di quell’area. C’è stato un pezzo di questo partito che ha deciso di fare un’alleanza con il centrodestra, con Fratelli d’Italia e pezzi di Forza Italia».

Viafora e Faragalli a Telesuonano


«La vicenda – ha replicato Faragalli – è un po’ diversa. Innanzitutto perché i partiti a Montalto in questo momento sono completamente divisi e non sono presenti in maniera unitaria in nessuna coalizione, questo è stato un limite che ha generato anche questa divisione che c’è sul territorio. Ci sono pezzi di centrodestra anche a sostegno di altri. Io non rappresento minimamente la continuità di questa maggioranza, anche perché ne sono uscito, sono stato cacciato, perché ho sempre lavorato tanto e i cittadini me lo hanno riconosciuto. Ovviamente nello schieramento che rappresento ci sono esperienze che hanno vissuto una condizione amministrativa nell’arco dei dieci anni ed è normale che le esperienze vengano superate e la continuità di chi rappresenta o di chi opera politicamente sul territorio si cerchi di mandarla avanti con la propria voglia di mettersi a disposizione. Si tratta di ragazzi presenti sul territorio da sempre, ci sono nati, cresciuti, hanno operato qui».

La nuova stagione politica e l’area industriale

Rispetto al prodotto politico-amministrativo dell’ultima giunta, Viafora ha evidenziato come ci sia «la necessità di capire che o si apre una nuova stagione politica, programmatica e valoriale nella città di Montalto, oppure al di là della bellezza del nostro territorio e dell’aumento della popolazione, è una città destinata a diventare periferia, tant’è che uno degli elementi sui quali stiamo insistendo è la nostra centralità dentro un’area metropolitana, non a margine o alle porte. Al sindaco uscente Pietro Caracciolo imputo la destrutturazione del sistema politico, lo dimostra il fatto che dopo dieci anni di amministrazione comunale e nonostante mesi e mesi di trattativa per mettere in campo una coalizione, non è riuscito ad esprimere nulla e ha fatto un “tana liberi tutti”. Caracciolo inoltre non ha favorito un sistema di partecipazione attiva dei cittadini, ha avuto una visione del territorio banale fatta di un po’ di opere pubbliche, di infrastrutture senza capire che oggi la società cresce, nella misura in cui crescono le infrastrutture civili, sociali, cioè crescono i beni delle relazioni. Chi ha fatto un po’ di economia sa che senza questi dati non si va da nessuna parte».
Un intervento, questo, in parte condiviso da Faragalli. «Dopo dieci anni – ha detto – è normale che anche la popolazione sia stanca, dopo dieci anni difficilmente le amministrazioni riescono a dare continuità a un progetto politico. Aver provato a fare sintesi su una candidatura che non si è sintetizzata, denota anche un fallimento da un punto di vista politico che probabilmente segue anche a quello amministrativo. Io nel 2016, avendo avuto una discussione con il sindaco attuale, sono stato in qualche modo allontanato, anche se poi le vicende della storia politica montaltese ci hanno dato ragione. Facevo l’assessore ai lavori pubblici e alla manutenzione e l’unica opera pubblica seria che ha collegato le aree industriali di Rende e Montalto e che oggi hanno una visione industriale, è la strada delle industrie. Se oggi insediamenti importanti come Pac 2000 scelgono la postazione di Montalto ritengo che sia grazie a una viabilità che offre una prospettiva importante».
«L’aria industriale – ha immediatamente ribattuto Viafora – non è una strada di collegamento, lì mancano depuratori, manca la fibra, mancano servizi all’impresa. Venendo da una realtà industriale e avendo governato un’organizzazione come la Cgil, so di cosa parlo. Le aree industriali non sono più industrie che si mettono insieme, un’area industriale non è fatta di viabilità. Un’area industriale deve costruire una filiera produttiva, deve essere funzionale a un’idea di crescita e deve essere strettamente collegata a quello che noi intendiamo per area metropolitana».

La Città unica e la marginalità di Montalto

I due candidati sindaco hanno parlato anche del percorso in atto sulla possibilità di creare una grande area urbana a Cosenza con il coinvolgimento di Rende e Castrolibero. Da questo punto di vista di Montalto Uffugo si parla poco. «Montalto – ha spiegato Faragalli – in questo momento è fuori da questo contenitore. Potrebbe essere un’opportunità avendo uno sviluppo a nord oramai conclamato. Oggi noi siamo parte del governo, siamo alla Regione e Montalto in questo momento occupa una posizione baricentrica, importante, alle porte dell’aria urbana e ci vede sicuramente come catalizzatori di tutti i comuni limitrofi, che sono tanti. Credo che anche in materia distrettuale, sia un’opportunità in questo momento guardarla anche da altri punti di vista. Mi riferisco per esempio alla Casa della Salute. Nonostante noi siamo fuori da questo contenitore, Montalto rientra tra le città in cui la Casa della Salute nasce e di conseguenza non è per forza vincolante l’idea di appartenere a questa macroarea, ma sicuramente possiamo avere una nostra identità avendo un peso politico e soprattutto avendo la capacità di rivendicare il nostro ruolo e di dare centralità a questa città che negli anni non ha avuto».
«Questa grande area urbana – ha sottolineato Viafora in contrapposizione al pensiero di Faragalli – farebbe allo stato attuale 104 mila abitanti. L’area urbana aggregata dovrebbe catalizzare 15 milioni di risorse in più che tra l’altro il governo ha tagliato, perché c’è un’incertezza sul Def, dunque non c’è nemmeno questa convenienza economica. La convenienza in che cosa consiste? Nel fatto che un’area metropolitana autoalimenta economia, infatti la maggior parte del prodotto interno lordo si costruisce nelle aree metropolitane e nelle aree cittadine. Se vado a vedere i dati Istat e le proiezioni demografiche, quella città che si sta disegnando tra dieci anni, perché dieci anni ci vogliono per mettere insieme tutte queste cose, non avrà nemmeno i 100 mila abitanti, senza Montalto. Qual è l’errore che si fa? Montalto è centrale, le Case della Salute sono previste dal Pnrr e a Montalto ne occorrerebbero due, perché ne è prevista una ogni 10 mila abitanti. C’è bisogno di un ospedale spot, uno ogni centomila abitanti, e un ospedale hub per le aree più larghe. Detto questo, Montalto non è un’area marginale della città. Montalto è il punto di snodo tra quella che è la vecchia zona Bruzia e la Sibaritide, perché se non ci mettiamo in questa prospettiva, una ricollocazione di Montalto e una valorizzazione del territorio diventa soltanto una Araba Fenice. Noi siamo il centro di quella città. Noi diciamo che vogliamo lo sviluppo a nord, ma non è così per tutti. Molti vogliono uno sviluppo sulle due aree montane e collinari e più proiettata verso il Savuto, è questo è il dibattito politico che c’è. Io mi chiedo: perché di questa cosa qui non si è mai discusso? Perché ne deve discutere la Regione senza il coinvolgimento dei comuni?».
«Montalto – ha replicato ancora Faragalli durante un dibattito divenuto col passare dei minuto sempre più caldo – oggi si candida anche in una parte di territorio importante urbanisticamente, che è Santa Maria di Settimo, con la realizzazione del ponte che rientra in un accordo di programma quadro, una PQ realizzato tra i comuni di Montalto e Rende, un progetto di 5 milioni che ovviamente oggi varia perché cambiano i costi. In quella zona noi intendiamo investire molto, perché la realizzazione del ponte prevede uno studio di fattibilità importante che ci consentirà di urbanizzare meglio in termini di servizi e gestionali di quell’area. Tutto ciò candida sicuramente Montalto ad essere uno dei comuni più vicini al nuovo ospedale».

Biagio Faragalli

Centro storico e nuove aree

Su centro storico e aree nuove di Montalto Uffugo, Faragalli ha affermato come sia fondamentale unire la città per cambiarla. «Unirla non a parole – ha specificato –, unirla nei contenuti, nei trasporti, nei modi e soprattutto ridare ai montaltesi l’orgoglio di rappresentare questa città. Noi abbiamo un territorio molto vasto, 80 chilometri quadrati, un territorio che si suddivide in una zona montana e pedemontana dove abbiamo previsto la riqualificazione della parte montana. C’è uno spazio che si chiama “Mangia e bevi”, lì abbiamo creato un progetto per la riqualificazione della zona montana tramite un parco avventure che potrebbe riqualificare tutta la zona. Abbiamo pensato anche a migliorare i servizi. Per esempio a Santa Maria la Castagna abbiamo preso l’impegno di mettere a disposizione una navetta che possa andare incontro alle esigenze dei più fragili. Mi riferisco agli anziani, alle persone che hanno bisogno, costruendo un welfare di qualità, di quantità e sostenibile. Il centro storico è uno dei più belli. Il brand di Leoncavallo non è un sogno, Montalto si candida ad essere città della musica lirica. Noi ospitiamo una struttura di 500 metri quadrati dove abbiamo previsto anche la possibilità di creare un distaccamento del distretto sociosanitario e soprattutto dove abbiamo creato le condizioni per poter capire se si può realmente investire in cultura, mi riferisco a biblioteche e a luoghi di confronto».
«Montalto – ha spiegato Viafora – è una città slabbrata, avrebbe detto Renzo Piano. Siamo cresciuti, abbiamo raddoppiato la popolazione, però non siamo riusciti a costruire un effetto città. L’effetto città non c’è. Oggi la città è divisa, anticamente c’era la zona centrale e il vallo, c’era questa disputa, oggi la divisione è ancora più accentuata. Il problema è capire come la si ricuce riqualificando i centri e dando a tutti uno spazio. Non ci sono aree verdi attrezzate, non ci sono impianti sportivi, non ci sono centri di aggregazione per gli anziani, non ci sono centri per i bambini, non c’è un asilo nido, non c’è un trasporto pubblico locale adeguato ad assicurare una circolarità dentro il comune. C’è chi non sa che a Montalto c’è stata la prima scuola di astrologia. E’ che dentro quella che è la chiesa del Carmine, ex convento oggi è in decadenza totale, si è sviluppato un dibattito filosofico tra scienza e religione, con testi del Cinquecento che non si sa dove sono andate a finire. Montalto manca di una biblioteca. Io sono stato il primo sindaco che nel 1982 ha fatto la prima rappresentazione di Leoncavallo. Noi abbiamo bisogno di far conoscere queste eccellenze. Abbiamo un laboratorio di liutai, vengono da tutte le parti del mondo per vederlo, ma non si sa. Era stato inaugurato al convento di Santa Chiara il museo di arte moderna, oggi non c’è più niente di tutto questo. Una città è bella nella misura in cui la si rivitalizza, gli si danno servizi, opportunità. La prima, per esempio, è quella di togliere da Montalto, soprattutto più antica, alcuni obbrobri».

Emilio Viafora

La macchina amministrativa

Sulla macchina amministrativa Viafora ha sottolineato come si debba riqualificarla «in funzione di un utilizzo di tutte le risorse europee che sono un’infinità, a partire da quelle relative alla ristrutturazione di riconversione green, di digitalizzazione. Io ho trovato disdicevole che si siano fatti dei concorsi e ci siano state nuove entrate nell’amministrazione negli ultimi due mesi di amministrazione. Questo non è un bel segnale perché lascia a chiunque vincerà le elezioni l’impossibilità di operare in maniera organica».
«Noi – ha dichiarato invece Faragalli – da un punto di vista amministrativo faremo un’operazione verità con una ricognizione quantitativa delle unità presenti all’interno del comune. Montalto è un comune che presenta diverse opportunità e bisogna avere anche un personale che lavora bene, sia a livello qualitativo che a livello quantitativo. È un’opportunità pensare anche che i dirigenti di questo comune possano essere parte dell’amministrazione comunale, mandati a fare delle esperienze in stile Erasmus per poterle poi inglobare. Per esempio, anche sul Pnrr, ritengo che sia fondamentale fare una task force formata da personale specializzato che non abbia costi eccessivi per l’ente, ma che guardi a reperire somme sempre più importanti». «Noi – è intervenuto sul punto Viafora – a volte sottovalutiamo le potenzialità che abbiamo. Dovunque sono andato ho trovato flotte di calabresi che sono in posizioni apicali e dovremmo chiederci perché tutti quanti scappano dalla Calabria. Non pesa forse il fatto che si fa una selezione al rovescio? Che ancora si usa la clientela e il familismo?».

Il finale sempre più aspro del dibattito

Il dibattito tra i due contendenti è stato molto vivace, a tratti duro e difficile da contenere. Faragalli ha accusato Viafora di essere andato in comune per cercare un accordo politico con il sindaco uscente. Immediata la replica del diretto interessato: «Sei un bugiardo, dici il falso. Devi rimangiarti questa bugia. Io ho avuto un incontro con il sindaco per chiedergli qual era lo stato dell’arte finanziaria e l’ho fatto in sede comunale».
Il finale è stato dedicato ancora alle ricette per far spiccare il volo definitivamente a una comunità ricca di potenziale qual è Montalto. «La nostra più grande sfida – ha concluso Faragalli – è dare a Montalto l’idea di una città vera, attraverso una politica concreta». «Io – ha replicato Viafora – penso ci sia un problema di classi dirigenti a Montalto, ci sono una serie di cacicchi esterni che decidono sui destini della città, Ciò impedisce al territorio di autorappresentarsi, di favorire una partecipazione attiva alla politica. Noi invece siamo per il programma, non per l’altro. Per realizzare un programma bisogna avere una visione unitaria, per avere una visione unitaria bisogna essere autonomi». (redazione@corrierecal.it)

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