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La condanna di Gregorio Niglia e il sodalizio con il locale di Zungri. «Un malato di ‘ndrangheta»

Nelle motivazioni dei giudici che hanno confermato i 20 anni di carcere per “Lollo”, anche le dichiarazioni dei pentiti. «Era sodale di Accorinti»

Pubblicato il: 27/04/2024 – 18:27
La condanna di Gregorio Niglia e il sodalizio con il locale di Zungri. «Un malato di ‘ndrangheta»

VIBO VALENTIA I collaboratori di giustizia lo definiscono «un malato di ‘ndrangheta» e «il cagnolino di Peppe Accorinti». Per i giudici della Corte d’Appello di Catanzaro non c’è «nessuna contraddizione e nessuna divergenza» tra il ruolo di Gregorio Niglia descritto nella sentenza di primo grado e quello descritto nell’imputazione, che lo vede come partecipe al confermato locale di Zungri. Con questa motivazione, il collegio giudicante ha rigettato in toto l’appello e confermato i venti anni di carcere per “U Lollu”, ritenuto esponente di spicco del locale di Zungri. Non solo associazione, ma anche reati legati all’ambito delle armi e soprattutto al narcotraffico tra Sicilia, Calabria, Albania e Brasile. La condanna di Niglia è tra le più pesanti delle 67 confermate in Appello lo scorso 30 ottobre per coloro che hanno scelto il rito abbreviato di Rinascita Scott e le cui motivazioni, che hanno confermato «l’unitarietà» della ‘ndrangheta vibonese, sono state appena rese note.

Le parole dei collaboratori di giustizia

I giudici ricostruiscono la caratura criminale dell’imputato partendo proprio dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Sia Raffaele Moscato che Andrea Mantella hanno individuato Niglia come «partecipe alla cosca di Zungri». Più dettagliato Emanuele Mancuso, che ha descritto “U Lollu” come un «criminale di vecchio stampo» e ancora «un malato di ‘ndrangheta ed ha la fissazione per la Madonna di Polsi, ovviamente non nel senso che è un devoto…». Mancuso definisce Niglia come «il cagnolino di Peppe Accorinti» e, in particolare, «eseguiva gli ordini che Accorinti gli impartiva». Per i collaboratori di giustizia sarebbe stato dedito al «traffico degli stupefacenti». Anche la testimone di giustizia Elisabetta Melana e Bartolomeo Arena individuano Niglia come «sodale di Accorinti», operante soprattutto sul territorio di Briatico.

La conferma dalle intercettazioni

Dichiarazioni ritenute «attendibili» a cui si aggiungono intercettazioni che dimostrerebbero il suo coinvolgimento nell’importazione di armi e di narcotraffico. Per i giudici diventa rilevante anche una conversazione captata tra alcuni esponenti criminale coinvolti in Costa Pulita che parlano di come “Lollo”, insieme a Paolo Romano (condannato a 16 anni in primo grado nel filone ordinario di Rinascita) avesse già ricevuto il battesimo. «Lo hanno fatto malandrino a lui (Paolo Romano, ndr), a Lollo … a lui a Lollo e Peppone!». Sulla condanna pesa anche l’accusa di narcotraffico avanzata dalla Dda di Catanzaro. Per i giudici «emerge con chiarezza il coinvolgimento del Niglia quale partecipe dell’associazione dedita al traffico di droga». Un traffico che non si sarebbe limitato solamente ai confini nazionali, ma che si sarebbe ampliato anche tra l’Albania e il Brasile, come dimostrerebbero delle conversazioni intercorse tra lo stesso Niglia con Peppone Accorinti. Una condotta criminosa che i giudici definiscono «complessa e grave» e che ha portato “Lollo” alla condanna per venti anni di carcere. (Ma.Ru.)

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