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L’arrivo del tutor Sasso, la mossa di Mancuso, l’incognita Vannacci: è il “calderone” Lega

Il Carroccio si avvia al voto. La candidatura del presidente del Consiglio regionale “stressa” gli equilibri. E si guarda già anche al dopo Europee

Pubblicato il: 28/04/2024 – 8:00
L’arrivo del tutor Sasso, la mossa di Mancuso, l’incognita Vannacci: è il “calderone” Lega

LAMEZIA TERME Il “tutor” elettorale scelto da Matteo Salvini è già da venerdì in Calabria. Rossano Sasso, il deputato pugliese che il leader della Lega ha designato qualche coordinatore della campagna in Calabria in vista delle Europee, ha mosso i primi passi e avviato i primi contatti, con diversi step dedicati agli eletti e ai dirigenti del partito. Un giro d’orizzonte per capire che aria tira, in un partito che è un “calderone” in continua ebollizione in Calabria. Volti sorridenti e distesi nella foto di gruppo veicolata sui social ma vuole dire poco. Il mandato di Sasso, custode dell’ortodossia leghista, sarà proprio quello di provare a ricondurre a un minimo comune denominatore accettabile il variegato e anche un po’ rissoso pianeta del Carroccio calabrese, che finora non si è caratterizzato per una gestione ordinata, visto che i big in genere vanno ognuno per proprio conto, e a volte “contro” i teorici compagni di partito. Un mandato preciso, quello di Sasso, il cui arrivo in Calabria è considerato dagli analisti come una sorta di “anticipazione” di quello che accadrà dopo il voto: una nuova guida per la Lega in Calabria. Si vedrà. Certo è che quello di Sasso è un mandato preciso anche perché è evidente che la Lega alle Europee si gioca tantissimo, forse tutto: sicuramente ha fetta del proprio futuro, e quindi anche la Calabria deve dare delle risposte. E soprattutto deve portare il massimo delle preferenze possibili (e possibilmente a scapito di Forza Italia, sussurra più di un dirigente leghista…).

Il gruppo dirigente della Lega Calabria con Sasso (foto tratta da facebook)

La “mossa Mancuso”

Forse anche per questo alla fine nelle ultime ore è stata chiusa una delle partite che più assillavano la Lega, con l‘ufficializzazione della candidatura alle Europee del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, una candidatura di peso e sostanza che ha una ratio elettorale evidente anche se presenta anche qualche controindicazione, perché sicuramente “stressa” – o almeno ridisegna – gli equilibri e i rapporti di forza nel Carroccio calabrese, nel quale convivono diversi big – dal deputato Domenico Furgiuele alla senatrice Tilde Minasi, giusto per citarne qualcuno – che ambiscono, sotto sotto, a ruoli di primazia. Con Mancuso alle Europee la Lega candida la parlamentare Simona Loizzo, e dal partito fanno intendere che non sarebbe da escludere la possibilità di una corsa in tandem, proprio per assecondare quella direzione che ha indicato Sasso. Certo, la “mossa Mancuso” non è indolore, sotto tutti i punti di vista. Dato nei mesi scorsi in marcia di allontanamento dalla Lega e di avvicinamento a Forza Italia e a Roberto Occhiuto anche per la tempistica da record con cui avrebbe strappato il rinnovo della presidenza del Consiglio regionale, ora Mancuso, con l’avallo del leader Salvini e del suo braccio operativo in Calabria, il sottosegretario Claudio Durigon, sembra aver rotto gli indugi per quanto riguarda il suo posizionamento. Una “vulgata” sostiene che Mancuso si candida alle Europee perché avrebbe avuto garanzie su alcune condizioni che sta ponendo da tempo, come una nuova guida del partito in Calabria affidato a un dirigente del territorio, un’altra “vulgata” sostiene che Mancuso si candida perché i vertici del Carroccio avrebbero fatto intendere che altrimenti si sarebbe messa in discussione l’alleanza di governo in Calabria. Probabilmente le due “vulgate” si intrecciano, o semplicemente sono solo retroscena e retropensieri. Certo è che nelle chat della maggioranza regionale non tutti – soprattutto dalle parti di Forza Italia – avrebbero gradito la discesa in campo di Mancuso alle Europee. In ogni caso, nella Lega calabrese si sta per aprire verosimilmente una nuova fase. Dopo il voto in tanti sostengono che quello che è un “tutoraggio” elettorale si trasformerà in un nuovo commissariamento del partito calabrese, affidato a mani diverse da quelle odierne. Probabilmente sempre mani calabresi «ma difficilmente sarà un eletto», confida una fonte leghista che non esclude nemmeno un congresso regionale da tenersi magari in autunno.

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Vannacci nella sua recente tappa a Catanzaro

L’incognita Vannacci

Anche qui, comunque, orizzonti tutti da verificare. L’incombenza ora è quella delle elezioni europee, che la Lega Calabria affronterà schierando in prima linea Loizzo e Mancuso e forse anche un terzo nome (si vocifera la new entry Giuseppe Mattiani, in più la Calabria potrebbe esprimere in lista anche un candidato dall’Udc o da Idm di Orlandino Greco che sono federati con la Lega). Si tratterà di capire se davvero la Lega Calabria riuscirà a compattarsi almeno sui due nomi “forti” espressione del territorio, considerando che in lista ci saranno anche uscenti e altri candidati nel collegio Sud su cui i vari “colonelli” regionali magari punteranno qualcosa dietro input dei big nazionali. E nella lista della Lega nel Meridione ci sarà verosimilmente – per come annunciato da Salvini – anche il generale Roberto Vannacci, il campione dell’ultradestra diventato famoso per le sue posizioni ritenute omofobe e xenofobe e finito ieri sotto accusa per la sua proposta choc di classi ad hoc per gli studenti disabili. Secondo quanto si è appreso, nei primi contatti tra Sasso e il gruppo dirigente regionale il tema di come rapportarsi a Vannacci non si sarebbe posto e il nome non sarebbe stato evocato, e del resto le “resistenze” (e gli imbarazzi) su Vannacci sono soprattutto nella Lega al Nord, laddove è in gioco davvero la leadership del partito. Il generale Vannacci insomma sembra suscitare alle latitudini calabrese – almeno al momento – una certa indifferenza perché solo nei prossimi giorni si capirà come Vannacci si muoverà nel collegio Sud, cioè si capirà se Vannacci proverà a entrare nel canale “ufficiale” dei rapporti con il partito o – com’è più probabile – continuerà a muoversi in autonomia come ha fatto pochi giorni fa nel suo primo tour in Calabria, sostenuto dalla rete che si sta aggregando seguendo le controverse linee contenute nel libro “Il mondo al contrario”  che l’ha reso famoso, inviso a tanti (e non solo a sinistra) ma intanto famoso. (a. cant.)

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