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«Molti stereotipi li creiamo noi stessi, ma la nostra testardaggine è un pregio»

Pino Posteraro, lo chef più premiato in Canada: «Sono cresciuto lontano da affetti e amici, all’inizio manca tutto ma poi ci si abitua»

Pubblicato il: 28/04/2024 – 14:00
di Eugenio Furia
«Molti stereotipi li creiamo noi stessi, ma la nostra testardaggine è un pregio»

Giuseppe “Pino” Posteraro è quello che si direbbe “un uomo del fare”. Molti fatti – come dimostra il suo curriculum che in quattro pagine racchiude altrettanti decenni – e poche parole ⎯ come dimostrano le sue risposte. Concise ma efficaci, raccontano la sua vita da emigrato ma anche il filo mai rescisso con la terra d’origine. Oggi Posteraro, ai tempi in cui bisogna diffidare anche dei premi e riconoscimenti farlocchi, nel suo “Cioppino’s Mediterranean Grill” di Vancouver può esporre a ragione alcuni “galloni” come quello di «custode della tradizione italiana 2023» di Gambero Rosso, la «recommendation» della guida Michelin 2023 e soprattutto le menzioni ripetute nella prestigiosa classifica “Italy Best 50”: Miglior ristorante italiano in Canada – dunque tra i migliori del mondo – nel 2023, 2022 e 2019. E poi passaggi su riviste di settore come Wine Spectator oltre che sulla stampa canadese e internazionale.   

• CHI È Pino Posteraro
Originario di Lago (Cosenza), Posteraro ha portato in Canada la sua sapienza e le sue tradizioni in cucina, aggiornando con la specializzazione e l’esperienza quarantennale il fenomeno migratorio “povero” che da fine Ottocento ha visto i calabresi partire per il Canada come manodopera per la costruzione di strade e ferrovie. Lavora nei ristoranti dal 1981, dal 1987 al 1992 il suo lustro di “svolta” prima in California poi a Toronto, prima per coordinare la promozione italiana al Four Seasons e poi come istruttore del programma di cucina italiana alla Scuola di ospitalità del George Brown College. Dopo una breve parentesi a Singapore (ristorante Bologna Marina Mandarin), in Canada nel 1994 vince il premio di Miglior giovane chef (ristorante Mediterraneo), da allora si stabilisce a Toronto dove fonderà e guiderà il suo Cioppino’s con una proposta che mescola Mediterraneo e Asia.

Quando e perché ha lasciato la Calabria? 
«Nel 1984 ho lasciato la mia terra per programmare un futuro diverso».

Rimpiange o le manca qualcosa?   
«Rimpianti? Soltanto il fatto di crescere lontano dagli affetti e gli amici, mi manca tutto ma poi ci si abitua…».

Cosa salva della Calabria?   
«I calabresi sani, onesti e produttivi». 

Cosa non le piace del posto dove vive adesso?   
«Forse la mancanza di contatti umani e le relazioni amichevoli».

Com’è strutturata la comunità dei calabresi nel luogo in cui vive?    
«Molto esigua» (a Vancouver opera una Associazione culturale calabrese, ma la maggior parte dei calabresi emigrati in Canada vive a Toronto e dintorni: sono di origine calabrese circa 200mila degli oltre 400mila residenti di origine italiana in quella zona metropolitana, ndr)

Qual è secondo lei la forza dei calabresi fuori dall’Italia?  
«Perseveranza e una testardaggine che diventa pregio». 

Ci sono, al contrario, degli stereotipi che ci inchiodano a luoghi comuni non più attuali o comunque folkloristici e frutto del pregiudizio?    
«No, ma noi ci mettiamo molto del nostro a contribuire a stereotipi per via di personaggi scomodi…».

Torna o tornerà in Calabria?    
«Sempre! E’ la mia vacanza esotica».

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