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Il libro di Raniolo dimostra che anche in una società egoistica come la nostra c’è voglia di partecipare

«Ma non ci sono solo i partiti». In Cgil la presentazione della riedizione del saggio del docente Unical per i tipi del Mulino

Pubblicato il: 04/05/2024 – 8:50
di Eugenio Furia
Il libro di Raniolo dimostra che anche in una società egoistica come la nostra c’è voglia di partecipare

COSENZA «La partecipazione? È la capacità di uscire dal cono d’ombra del proprio privato, cercare un rapporto con gli altri e per gli altri, tentando magari di influenzarli per portarli dalla propria parte. È uno dei processi più importanti, vitali per il funzionamento e la qualità di una democrazia, in una comunità basata su una relazione tra pari. Oltre ai partiti ci sono forme di partecipazione più disperse: è la infrastruttura composta da quelli che Norberto Bobbio definiva “cittadini educati”»: così Francesco Raniolo, docente di Scienza politica all’Università della Calabria, spiega il senso de “La partecipazione politica” (il Mulino, edizione aggiornata). Il Covid e le catastrofi come le alluvioni hanno per Raniolo dimostrato questa confortante tendenza a cooperare nella nostra società sempre più egoisticamente ripiegata su se stessa. Azioni che hanno secondo Raniolo non poche ricadute sulle scelte della politica.

Premesse che rendono stimolante il dibattito nella sede della Cgil – che ieri ha ospitato la presentazione del libro – con il segretario generale Massimiliano Ianni a fare gli onori di casa. In platea si vedono non solo sindacalisti ma anche tanti (ex?) elettori “delusi” di centrosinistra, il candidato sindaco di Montalto Uffugo Emilio Viafora (suggestivo vederlo anche in effigie nei ritratti appesi ai muri tra Gino Picciotto, Peppe Pierino e gli altri della vecchia guardia), il docente Unical Walter Nocito e i dissidenti dem a Palazzo dei Bruzi Francesco Graziadio e Gianfranco Tinto, oltre a Maria Pia Funaro fresca di adesione ad Alleanza Verdi e Sinistra (sabato scorso l’ufficializzazione della sua candidatura alle Europee di giugno).
Carolina Casalnovo, presidente di Controcorrente, parla di partecipazione tradita e cita il caso delle primarie Pd. Le fa eco Antonio Tursi, che definisce il libro di Raniolo «una mappa che dimostra come i fenomeni politici e sociali siano ambivalenti, non necessariamente il bene e il male stanno sempre dalla stessa parte» (fuori taccuino, Tursi annuncia che «l’8 e il 9 giugno andrò al mare, ma per altri due anni resto nel Pd perché ho la tessera e ho un mandato che non posso tradire»).
«L’obiettivo di Raniolo – dice Mariafrancesca D’Agostino, docente Unical – è sfidare i lettori sulla tenuta di quelle teorie che pensavano alla partecipazione come qualcosa finalizzato a incidere sulle politiche pubbliche: Raniolo ne mostra l’insufficienza, riporta alla ribalta altre forme di partecipazione motivata dalla gratificazione stessa che la partecipazione comporta. Tuttavia emergono forme di partecipazione preoccupanti di alienazione e disintermediazione e solitudine in cui sprofonda il cittadino comune. Forme che permettono allo Stato di arretrare e al liberismo di avanzare».
Per Anna Laura Orrico, parlamentare del Movimento 5 Stelle, «sul tema della partecipazione il M5S ha svolto un ruolo importante in un determinato periodo storico del Paese avendo rotto gli schemi ed avendo incanalato la rabbia sociale di moltissimi cittadini che si ritenevano esclusi dai partiti tradizionali e dalla vita istituzionale».
Enunciazioni e analisi a parte, una saletta gremita in un venerdì pomeriggio di primavera attorno a un libro sulla (odiatissima e screditata) politica può essere un primo segnale di partecipazione attiva. (e.furia@corrierecal.it)

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