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l’intervista del Corriere della calabria

Venti anni fa l’attentato a Sandro Principe. «Il Padre Eterno mi ha aiutato, ma mi ha tolto un pezzo di cuore»

La forza di rialzarsi nonostante tutto. L’ex sindaco di Rende si racconta e affronta con viscerale determinazione tanti temi

Pubblicato il: 04/05/2024 – 11:00
di Fabio Benincasa
Venti anni fa l’attentato a Sandro Principe. «Il Padre Eterno mi ha aiutato, ma mi ha tolto un pezzo di cuore»

RENDE Era un pomeriggio del 29 Maggio 2004. Nel corso dell’inaugurazione della Cattedrale San Carlo Borromeo a Rende, un ex bancario in pensione – Sergio Staino – si avvicina all’allora primo cittadino Sandro Principe e dopo avergli stretto la mano gli spara in pieno volto. Il sindaco si accascia a terra, viene ricoverato all’ospedale di Cosenza per poi essere trasferito per la riabilitazione al Careggi di Firenze. Resterà in Toscana sette mesi e altri cinque li passerà nella città dei bruzi, prima di una riabilitazione sine die. «Non mi posso mai fermare», dice Principe ai nostri microfoni qualche mese fa. Il fisico è segnato, ma «un attentato segna inevitabilmente anche il profilo morale».
Sono trascorsi 20 anni da quel giorno, quando una pistola e un proiettile hanno cambiato per sempre la sua vita. In una lunga intervista concessa al Corriere della Calabria, Sandro Principe si commuove quando riporta indietro la mente a quel tragico episodio e quando si sofferma sull’ennesimo “colpo al cuore” che il destino gli ha riservato, la morte della giovane figlia Rosa Maria. «Sono trascorsi vent’anni è vero. Se dico di non essere fortunato lei mi comprenderà. Non sono stato fortunato. Nella vita ho fatto il mio dovere, mi sono impegnato, ho dato tutto me stesso e ho trovato sempre ostacoli insormontabili. In quella vicenda, il Padre Eterno mi ha aiutato. Ma mi ha tolto un pezzo di cuore».

I “colpi al cuore”

I colpi incassati – se si aggiunge al robusto elenco la lunga vicenda giudiziaria conclusasi con l’assoluzione in primo grado nel processo “Sistema Rende“- manderebbero al tappeto anche il campione dei pesi massimi. Nonostante tutto però Sandro Principe non ha perso il piglio del leader, la capacità di analisi critica, la passione per la politica. Al Corriere della Calabria, l’ex sindaco di Rende si racconta, ma affronta con viscerale determinazione i temi del nuovo ospedale, della città unica e del centrosinistra.

L’ospedale a Rende, «una mia vecchia battaglia»

E’ stato il Corriere della Calabria ad anticipare i dettagli del progetto di realizzazione, ormai in via di definizione, del nuovo ospedale di Cosenza all’Unical. Partendo dal primo step. Che riguarderà la realizzazione di una arteria stradale che dallo svincolo di Cosenza Nord consentirà l’accesso diretto all’area dove potrebbe sorgere il policlinico universitario, nei terreni che avrebbero dovuto ospitare la Cittadella dello Sport. Abbiamo fornito ulteriori dettagli, aggiornato il timing degli interventi ed elencato i motivi alla base della scelta, che con ogni probabilità sarà sostenuta dallo studio di fattibilità (a breve è attesa la pubblicazione, ndr). «Ho letto con interesse il vostro articolo ed ho avuto un moto di soddisfazione perché sono decenni che suggerisco la realizzazione di un ospedale moderno. Considerata la situazione di crisi della sanità, non solo in Calabria, è opportuno fare battaglie politiche perché le risorse aumentino, ma bisogna puntare fortemente sulla ricerca, sull’innovazione e quindi far camminare a braccetto medicina e nuove tecnologie», dice Principe. Che ricorda l’impegno già negli anni ’80 insieme al professore Andò. «Eravamo quasi riusciti a portare la facoltà di Medicina all’Unical, poi vi furono problemi di competizione rispetto al bacino sanitario e un grande accademico di Napoli che si stava interessando della questione perse la pazienza e andò a Catanzaro, portando il suo primo allievo che è stato Rettore fino a poco tempo fa». Dopo il prezioso aneddoto, l’ex sindaco boccia l’ipotesi Vaglio Lise sostenuta dal Consiglio comunale di Cosenza. «E’ un’operazione di retroguardia culturale, perché quell’area ha bisogno di essere recuperata rispetto al degrado esistente. In questa fase – sottolinea Principe – apprezzo molto quello che sta facendo il Rettore Nicola Leone con il supporto della Regione di Roberto Occhiuto.

Le tre questioni della città unica

Principe usa bastone e carota quando parla del Governatore, il cui operato viene criticato quando si parla di città unica. «Come slogan è bello, ma serve un percorso serio e democratico, perché le storie non si possono cancellare con una legge». Quando si parla di storia con Sandro Principe la mente corre veloce a quella canzone di Francesco De Gregori, “La storia siamo noi”, che l’ex primo cittadino mette in loop durante tutte le manifestazioni politiche che lo vedono protagonista. L’ex consigliere regionale boccia l’ipotesi di una fusione a freddo che «non può avvenire con un referendum consultivo, ma con un referendum decisivo che consenta al popolo di dire la sua. E’ una questione democratica – ribadisce – e il presidente Occhiuto deve uscire dal guscio e parlare di città unica».
C’è poi un’altra questione. «Rende, una volta considerata quasi un Eden sotto il profilo della qualità dei servizi offerti, oggi è ridotta male. Lo stato di quelli offerti da Cosenza è noto da decenni. Mettere insieme queste organizzazioni è compito arduo, suggeriamo di procedere prima all’Unione dei Comuni, sperimentando la gestione unica dei servizi più importanti: dai trasporti ai rifiuti e poi il welfare e la scuola». E poi c’è una terza questione, l’equilibrio finanziario. Rende ha un patrimonio di 250 milioni di euro, quello di Cosenza? Non saprei rispondere – precisa Principe – ma ci sono centinaia di milioni di debiti, che con una città unica – concepita in questo modo – pagherebbero pure i cittadini di Rende e Castrolibero».

Il cuore e la testa dicono Rende

C’è poco da fare. Se tutte le strade conducono a Roma, tutti i pensieri di Sandro Principe portano a Rende. Il Corriere della Calabria ha denunciato la presenza di una discarica a cielo aperto a pochi passi da un noto supermercato. «Ieri (2 maggio, ndr) la discarica era ancora lì. Io non so se quel terreno se sia pubblico o privato, ma ciò non esime la pubblica amministrazione ad intervenire, se è pubblico c’è una responsabilità diretta, ma ove fosse privato, c’è una responsabilità sotto il profilo sanitario. Una volta si diceva che i sindaci rappresentano la massima autorità sanitaria del territorio». Per Principe, Rende non vive un bel momento. «Noto una certa trascuratezza nella cura del verde, dei marciapiedi, le strade sono piene di buche». E poi c’è il tema del Pnrr. «I fondi straordinari si spendono per fare cose che un Comune con i propri danari non riesce a fare. Ricordo l’epoca bella nella quale Rende realizzava le Grandi Opere: il Viale Principe, il Parco Acquatico».

L’alternativa alla destra

L’analisi finale di Principe è sui mali del centrosinistra, non solo calabrese. «E’ un problema generale. Oggi non c’è un’alternativa nel Paese, è inutile cercare generali se non ci sono gli eserciti. Magari la sinistra esprime dirigenti di qualità anche in Calabria, ma come fanno a vincere? La destra ha una caratteristica: i partiti della coalizione non sono d’accordo su nulla ma quando devono competere in una Regione stanno insieme».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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