Contestazioni agli Stati Generali della Natalità quando la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha preso la parola e in platea sono stati alzati dei cartelli che formavano la scritta: «Decido io». A contestare la ministra è stato un gruppo di studenti. Non appena la Roccella ha preso la parola sono partiti i fischi e cominciate le urla che hanno impedito che svolgesse il suo intervento. A quel punto la Roccella rivolta ai manifestanti ha preso il microfono e ha detto: «Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno». Ma la contestazione è proseguita. «Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “grande stampa” e la ‘”stampa militante” che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro». Così la ministra in un post su Fb. Nel frattempo, è arrivata anche la solidarietà di Meloni e del presidente della Calabria Roberto Occhiuto: «Il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, insultata, aggredita verbalmente, censurata. Si professano democratici e poi impediscono, con la prevaricazione e le intimidazioni, ad una donna di parlare. Ecco chi sono i veri fascisti. Sincera solidarietà al ministro».
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