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IL CENTENARIO DEL DELITTO

Principe: «Matteotti studiava le carte, altro che gli emeriti ignoranti che fanno politica oggi»

Rende, l’ex sindaco socialista a tutto campo: «A Roma andavo a vedere anche i comizi di Almirante, lui era un patriota a differenza della Meloni»

Pubblicato il: 18/06/2024 – 15:24
di Eugenio Furia
Principe: «Matteotti studiava le carte, altro che gli emeriti ignoranti che fanno politica oggi»

RENDE La penna è rosso socialista (anche all’esterno) e Sandro Principe la usa per annotare parole di fuoco, concetti insanguinati: «Giacomo Matteotti era uno che studiava i bilanci, le carte e i documenti. Non era come questi sciacqua-lattughe che oggi fanno i parlamentari, i consiglieri regionali e i sindaci… Emeriti ignoranti». Primo applauso.
L’ex sindaco e tanto altro chiude un convegno organizzato all’hotel Domus in occasione del centenario del delitto Matteotti, “eroe socialista” come recita la locandina dell’evento promosso dal Laboratorio politico “Carlo Rosselli” con Federazione Riformista, Attiva Rende e Circolo “Saragat-Matteotti” Roma.

Da sin. Sandro Principe, Fabio Liparoti (segretario politico Federazione Riformista), Sergio Tursi Prato (laboratorio politico “Carlo Rosselli”), Enzo Pirillo (presidente circolo “Saragat-Matteotti” Roma) e Mimmo Talarico (Attiva Rende)

Un momento di auto-analisi collettiva (scopriamo che la parola «compagno» non è più un tabù!) anche su un secolo di sinistra, sulle continue scissioni tra fratelli coltelli e sulle contrapposizioni tra riformisti e massimalisti: per Principe «i comunisti sono stati da sempre avversari acerrimi dei socialisti, la loro guerra sottile al socialismo è stata una delle tragedie della sinistra: Mimmo – sorride riferendosi a Talarico, seduto al tavolo dei relatori – sei stato tu a far fare un comizio a Rende a Walter Veltroni, uno che l’altra sera mi ha rovinato la serata in tv, mentre lui ha rovinato un partito e oggi ricorda Berlinguer ma dimentica di citare il ruolo dei socialisti nel primo centrosinistra, lo stesso che Togliatti avrebbe votato mentre gli fu impedito da quello stesso partito, il Pci, che nella votazione sullo Statuto dei lavoratori si astenne».
Poi ammette: «La mia magari è una visione pessimista, anche della vita» ma i pensieri continuano a scorrere e le parole sono un fiotto incontrollabile, un filo rosso che elenca i fatti di 100 anni fa e li declina al presente. «Matteotti era, tra le altre cose, un difensore del parlamentarismo – riflette Principe – e se penso al premierato vedo una classe di parlamentari, già oggi inguardabili e insentibili, ridotti ancora di più a sciacquini degli oligarchi». Sull’abdicazione della politica a favore dei tecnici, Principe si trova a sorpresa sulle stesse posizioni di Marcello Manna: «Come si fa ad affidare il ministero dell’Interno a un prefetto? È una casella che, non a caso, la Dc non ha mai mollato… Poi il centrosinistra ha avviato questa prassi, prima con Cancellieri poi con Lamorgese. Oggi Piantedosi in tv va ascoltato prima dei pasti, altrimenti è pericoloso». Altre risate.
E la premier? «E’ culturalmente fascista, nasconde il suo amore per Mussolini per poter stare in Europa ma contraddice il Movimento Sociale figlio della Repubblica di Salò: da studente a Roma andavo a sentire i comizi di Almirante a piazza del Popolo, oltre che di Nenni e Ingrao. Quel Mis era davvero un partito di patrioti, di gente con la cultura dell’unità del Paese», mentre il dl Calderoli ne provocherà «la divisione definitiva».
«Giustizia, autonomia e premierato sono un intreccio di riforme aberrante: si tocca la Costituzione senza il dialogo che c’era un tempo, ma con trattative da osteria tra una carbonara e un’amatriciana».
Di qui il passaggio al livello regionale è quasi fisiologico: «Sono leggi antidemocratiche che prevedono un uomo solo al comando, con lo scioglimento dell’assemblea elettiva se non c’è la fiducia – argomenta l’ex sindaco di Rende –. Anche la nostra legge regionale è una anomalia della democrazia, e poi te li immagini questi poveretti che rinunciano a un posto in Consiglio regionale?». Sul presidente Occhiuto il giudizio è altrettanto critico: «Sta un po’ abusando del suo potere, basta guardare cosa sta facendo qui da noi con la Città unica». Mentre sull’autonomia differenziata Principe definisce «miserevole» la sua recente posizione critica per mitigarne l’impatto: «Prende in giro i calabresi, ma d’altra parte se ancora votiamo Lega, cretini lo siamo già…».

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