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Caro Enzo Romeo riprendiamo a costruire spazi aperti

«Caro Enzo Romeo, non ci conosciamo, dovrei darti del lei e rivolgermi a te chiamandoti Sindaco, tuttavia, vuoi per la gioia del risultato ottenuto con questo ballottaggio, vuoi perché mi infondi …

Pubblicato il: 26/06/2024 – 6:46
di Daniele Armellino
Caro Enzo Romeo riprendiamo a costruire spazi aperti

«Caro Enzo Romeo,
non ci conosciamo, dovrei darti del lei e rivolgermi a te chiamandoti Sindaco, tuttavia, vuoi per la gioia del risultato ottenuto con questo ballottaggio, vuoi perché mi infondi una fermezza mista a dolcezza, vuoi perché mi sembri davvero una persona libera, sento in questa mia di voler esprimermi in una maniera informale.
Mi sembra giusto innanzitutto presentarmi: sono un insegnante, nato e cresciuto a Vibo, poi emigrato negli anni universitari a Roma e lì rimasto anche dopo la laurea. Oggi lavoro a Civitavecchia, insegnando italiano e storia nell’Istituto alberghiero della Città. Nonostante manchi da Vibo da quasi un quindicennio, proprio dal 2010, non ho mai voluto cambiare la mia residenza, rimanendo iscritto nelle liste elettorali vibonesi, e tornandovi sempre per esprimere il mio suffragio. Quello che è accaduto nelle scorse due settimane ha dello straordinario, nel senso etimologico del termine: fuori, cioè, dall’ordinario al quale eravamo abituati. Quindici anni, caro Enzo Romeo, quindici anni sono simili a quel lasso di tempo che utilizziamo per definire una generazione; ecco io spero che con te possa davvero nascere, possa avvenire una nuova generazione: una rigenerazione! Rigenerazione che tocchi il tessuto economico certamente, ma che tocchi soprattutto quello culturale e sociale della nostra Città: non basta che circoli più ricchezza, bisogna che questa porti anche bellezza, porti anche civiltà, e che tutto questo arrivi a quanta più gente possibile.
Quella che abbiamo conosciuto in questi anni è una Vibo perennemente incompiuta, da un punto di vista edilizio, amministrativo e burocratico, culturale, civico; una Vibo Valentia che, a mio modesto avviso, ha soltanto saputo guardare con nostalgia a un passato che è passato e non ritornerà. Ecco un’altra missione che ti attende, caro Enzo Romeo: contribuire a generare un nuovo presente e un nuovo futuro, che possa portare i cittadini e le cittadine come me a tornare, qualcuno anche a venire per la prima volta e stabilirsi qui per sempre, perché no?, e che possa in generale portare alla nascita, in senso letterale, di una nuova e numerosa generazione di vibonesi.
Non hai bisogno che un estraneo come me te lo faccia notare, però tutte e tutti noi, residenti e fuorisede, aspettiamo te e la tua maggioranza al varco: riuscirete, pur nella diversità e nel confronto fisiologico e democratico, a lavorare insieme per rigenerare questa Città millenaria? Riuscirete e avrete la volontà di mantenere così alta la partecipazione popolare alla vita politica, così come visto durante questa campagna? Riuscirete a generare un clima di collaborazione e corresponsabilità tra tutte e tutti noi? Riuscirete a mandar via la nostalgia e a portare tra tutte e tutti una speranza fattiva e generatrice? Io spero di sì e sono qui, presuntuosamente forse, per metterti in guardia dinanzi alla vanità del potere. Ti scongiuro, porta la tua trasparenza nelle stanze del Comune, porta la tua libertà tra i banchi del Consiglio, porta la tua concretezza al tavolo della Giunta. Non fare sì che un presunto realismo politico ti pieghi a logiche opache o strane, che abbiamo già avuto modo di conoscere. Il potere per amore del potere non porta mai né la gloria né risultati importanti per la collettività.
Lo so, ti starai chiedendo per quale ragione uno che se n’è andato si permetta di scriverti questo mucchio di banalità, e forse è vero, ho perso quindici anni fa il diritto di lamentarmi, pur mantenendo quello al suffragio; tuttavia, caro Enzo Romeo, presta ascolto a queste parole di un cittadino che da tutto questo tempo continua a sentirsi diviso a metà, tra Vibo e di là, che conosce la storia di questa Città e vorrebbe leggerne altra ancora nei prossimi anni, che non ha portato altro che il suo granellino di sabbia votandoti, votando la tua coalizione, durante questa competizione elettorale. La Democrazia si costruisce dal basso, caro Enzo Romeo, tu ora sei il capo costruttore, noi tutti i muratori. Riprendiamo a costruire spazi aperti, puliti, luminosi, insieme, da vicino e da lontano. Non perderci, caro Sindaco, non perderti.
Di cuore, buon lavoro!»

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