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La cocaina dalla Calabria a Messina con il “metodo” Strangio: donne come corrieri e telefoni criptati

I dettagli emersi dall’inchiesta coordinata dalla Distrettuale antimafia siciliana. Tra gli accorgimenti, le auto su traghetti diversi e visite “a sorpresa” oltre lo stretto

Pubblicato il: 26/06/2024 – 6:33
di Giorgio Curcio
La cocaina dalla Calabria a Messina con il “metodo” Strangio: donne come corrieri e telefoni criptati

LAMEZIA TERME I calabresi arrivavano a Messina e prendevano accordi direttamente con i messinesi, limitando al massimo i contatti telefonici per evitare di esporsi al rischio di intercettazioni. Oltre lo Stretto, i calabresi avrebbero mantenuto contatti diretti con gli esponenti di spicco dell’associazione, «raggiungendo anche l’abitazione di Castorino e Abate» in diverse occasioni per consegnare lo stupefacente ordinato e concordare le future forniture o per ritirare il denaro quale corrispettivo delle consegne effettuate. A scriverlo nero su bianco è il gip del Tribunale di Messina nell’ultima maxinchiesta che avrebbe fatto luce sui reati di associazione finalizzata alla detenzione, traffico, coltivazione e cessione di stupefacenti, nonché per autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, porto abusivo ed alterazione di armi, estorsione e altri reati, con l’arresto di ben 112 persone tra Sicilia e Calabria.

Gli «imponenti rifornimenti» di Cananzi

Tra le figure individuate dalla Dda di Messina, c’è Gioacchino Cananzi, 49enne di Rosarno finito in carcere e che, come riporta il gip nell’ordinanza, avrebbe assicurato al gruppo «imponenti e sistematici rifornimenti di cocaina» mentre gli importi che ogni volta avrebbe ricevuto a titolo di corrispettivo «risultano altrettanto significativi». A riprova dell’imponenza del volume di affari gestito dal gruppo e da Cananzi, il gip sottolinea anche l’episodio legato al sequestro di 225mila euro eseguito nei confronti di un corriere inviato a Messina proprio da Cananzi il quale, come è emerso dalla attività investigativa, comunicava con gli altri indagati attraverso un telefono riservato. Altro fornitore del gruppo facente capo ad Abate e Castorino, proveniente ancora dalla Calabria sarebbe Antonio Strangio. Secondo l’accusa, infatti, avrebbe «rifornito il gruppo messinese di ingenti quantità di sostanza stupefacente, avvalendosi della preziosa collaborazione di Bruno Giorgi e, dopo il suo arresto, di altri corrieri», riporta il gip nell’ordinanza.
Tra gennaio e luglio 2022 gli inquirenti sono riusciti a documentate numerose forniture di droga proveniente proprio da questo canale e, in diverse occasioni, la pg è riuscita anche ad intervenire tempestivamente, prima della consegna, arrestando i corrieri e sequestrando la sostanza stupefacente.



Il “metodo” Strangio

Come ricostruito in fase investigativa, e riportato dal gip nell’ordinanza, Strangio avrebbe utilizzato diversi stratagemmi per cercare di eludere in tutti i modi eventuali controlli della Polizia. E questo sarebbe avvenuto sia per effettuare le consegne, sia per riscuotere il denaro dovuto a titolo di prezzo dello stupefacente. In buona sostanza, su un’auto la droga veniva nascosta all’interno della ruota di scorta mentre proprio Strangio quasi sempre «accompagnava, a bordo di un altro veicolo che fungeva da apripista, il proprio corriere, per effettuare un vero e proprio controllo del territorio prima che giungesse a destinazione il carico» diretto proprio a Messina. Il gruppo, poi, utilizzava un telefono “criptato”, altro metodo molto ricorrente anche nelle precedenti inchieste che hanno riguardato i rapporti tra calabresi e siciliani. Ma, intanto, dopo i primi arresti, la prudenza di Stranio aumentava. Secondo gli inquirenti e come riportato dal gip nell’ordinanza, le autovetture hanno iniziato a viaggiare su navi differenti mentre il calabrese si è avvalso anche di corrieri di sesso femminile, di autovetture appositamente modificate per occultare la sostanza stupefacente, «ed ha iniziato a recarsi a Messina senza indicare un giorno o un orario preciso, temendo di essere sotto controllo o che lo fossero i messinesi».

Il ruolo di Giorgi

Per gli inquirenti, inoltre, anche Bruno Giorgi sarebbe «intraneo al sodalizio». In più di una occasione, infatti, si sarebbe occupato, quale corriere, «di consegnare per conto di Strangio lo stupefacente destinato ai messinesi». Non un semplice “corriere”: Giorgi, infatti, sarebbe «uomo di fiducia di Strangio», tramite dello stesso sodalizio. In più di un’occasione gli inquirenti avrebbero registrato la sua presenza a casa di Abate durante gli incontri avvenuti nel mese di gennaio 2022 tra i messinesi e Strangio «in occasione dei quali sono state intavolate delle trattative in vista dell’avvio del rapporto di fornitura di droga». (g.curcio@corrierecal.it)

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