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Autonomia differenziata: è scontro tra parlamentari calabresi e sindaci

Minasi (Lega) contro i sindaci firmatari dell’appello per impugnare la legge. Fiorita: “rappresentiamo quasi un milione di cittadini”

Pubblicato il: 27/06/2024 – 11:56
Autonomia differenziata: è scontro tra parlamentari calabresi e sindaci

CATANZARO Una battaglia tutta politica che sembra essere solo all’inizio, quella sull’autonomia differenziata. Un duello che si gioca a colpi di dichiarazioni, post social e uscite sui giornali, mirato a creare consenso o forse a non perdere quella risicata percentuale di elettorato calabrese racimolato alle ultime elezioni. Da un lato i parlamentari calabresi – perlopiù i leghisti assoggettati alle volontà del partito – dall’altro i sindaci firmatari dell’appello al presidente Occhiuto, affinché impugni la legge sull’autonoma differenziata. Ieri, a salire in cattedra in difesa della legge è stata la senatrice leghista Tilde Minasi, che ha invitato i sindaci a farsi “un esame di coscienza e pensino davvero al Sud, anziché alle loro poltrone“. La risposta arriva dal primo cittadino di Catanzaro, Nicola Fiorita: “I firmatari dell’appello rappresentano praticamente tutte le grandi città della Calabria e qualcosa come quasi un milione di cittadini”. Intanto, crescono i sindaci a sostegno dell’appello; ultimo in ordine di tempo il sindaco Gianni Papasso di Cassano allo Ionio.

Le dichiarazioni di Minasi

«Ho letto dell’appello firmato da 70 sindaci calabresi al presidente Occhiuto, affinché la Regione impugni la legge sull’Autonomia differenziata. Al di là dell’esercizio di democrazia – che non contesto – relativo alla raccolta firme e alla presentazione legittima di una qualsivoglia petizione, mi chiedo: ma questi sindaci hanno letto il testo? Stanno agendo davvero nell’interesse dei loro concittadini o stanno solo usando questo pretesto per fare opposizione strumentale ai loro avversari politici? Questi sindaci, prevalentemente di area Pd, a partire dal promotore dell’iniziativa Nicola Fiorita, hanno perso la memoria circa chi ha introdotto l’Autonomia in Costituzione o fanno solo finta di non ricordare, per attaccare strumentalmente e faziosamente il governo? Facciano. Un amministratore serio, che davvero vuole il bene dei suoi amministrati, di fronte a una legge come questa si porrebbe con un atteggiamento molto diverso, capendo quali sono le enormi opportunità offerte al territorio, anziché nascondersi dietro lo spauracchio, sventolato di fronte al popolo, delle penalizzazioni che, a dire dei detrattori, alcuni settori si troverebbero a subire (la sanità in primis). Non è così: questa riforma è solo l’inizio di un percorso da costruire insieme, che consentirà a tutti di partecipare e di partire da posizioni paritarie, garantite dai Lep che dovranno essere fissati, e di sviluppare e sfruttare al meglio le proprie caratteristiche peculiari, le proprie potenzialità, pur nel rispetto dell’unità del Paese e con vincoli di solidarietà sempre ben presenti per le regioni più svantaggiate, creando però delle nuove basi di crescita e sviluppo. Ricordo – prosegue la Minasi – che la legge non prevede alcun obbligo a scegliere e chiedere l’Autonomia. Dunque, se mai la Calabria non volesse prendere questa strada, potrà farlo. Anche se sarebbe, a mio avviso, un’opportunità sprecata. In ogni caso, sarò io la prima a vigilare perché tutto sia fatto rispettando i nostri diritti al pari del resto d’Italia, affiancando in questo cammino proprio gli amministratori del territorio. Perché, dunque, continuare a mentire ai calabresi e agli italiani del Sud, spaventandoli, anziché mostrare loro la realtà dei fatti? Qual è il vero interesse di questi sindaci, se non cavalcare l’onda di dissenso che è stata costruita e alimentata proprio da una disinformazione strumentalmente voluta dalla sinistra? Quella sinistra, che è proprio la prima artefice della riforma.

Tilde Minasi
Tilde Minasi – Senatrice Lega

È la sinistra, infatti, ad aver voluto modificare, nel lontano 2001, il Titolo V della Costituzione introducendo proprio l’Autonomia differenziata, che questo governo ha semplicemente attuato. In quegli anni, e nei seguenti, andava bene, solo perché era un’iniziativa da ascriversi al Pd (allora Ds) e adesso invece non va bene, perché l’ha attuata la Lega? I fatti parlano chiaro e smascherano la doppia faccia mostrata da una certa politica. Dispiace davvero assistere a questi tristi giochi di propaganda sulla pelle dei cittadini. Invito i primi cittadini firmatari anziché a presentare appelli per l’impugnazione della legge, a un confronto pacato sul tema, per il quale mi dichiaro, come sempre, disponibile. Incontriamoci e discutiamone, per il futuro e lo sviluppo della nostra amata Calabria”.  Così la senatrice calabrese della Lega Tilde Minasi, commentando l’appello contro l’Autonomia lanciato dal sindaco di Catanzaro, Fiorita, seguito dai colleghi di Cosenza, Reggio, Crotone, Vibo Valentia e altre decine di Sindaci calabresi, denominato ‘Una sola Italia’».

La risposta di Fiorita

«La stizzita, irrituale e irrispettosa reazione della senatrice leghista Minasi all’iniziativa di oltre 100 sindaci che chiedono alla Regione di impugnare la legge Calderoli sull’Autonomia differenziata mi sprona maggiormente a proseguire nella mia battaglia contro i due feticci di Salvini: la legge spacca Italia e l’inutile, dispendioso e pericoloso Ponte sullo Stretto. Che poi – prosegue Fiorita – una parlamentare nominata accusi i sindaci eletti dal popolo di volere difendere le poltrone è davvero paradossale.

FIORITA
Nicola Fiorita – Sindaco di Catanzaro

I firmatari dell’appello rappresentano praticamente tutte le grandi città della Calabria e qualcosa come quasi un milione di cittadini. Quanto alle nostre riserve sulla legge Calderoli chieda notizie ad un autorevole esponente del suo partito, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, che con grande onestà intellettuale l’ha definita un pasticciaccio. Noi non consentiremo la svendita della Calabria alla Padania e ci batteremo fino alla morte perché la nostra Regione non diventi terra di conquista».

Il sindaco Papasso

«Come già anticipato in queste ore dalla stampa, anche io, in qualità di sindaco di Cassano All’Ionio, ho sottoscritto l’appello, lanciato dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, che i primi cittadini calabresi stanno firmando per impegnare il presidente della Giunta regionale e il presidente del Consiglio regionale  ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale il disegno di legge d’iniziativa governativa, approvato in via definitiva dalla Camera nella giornata del 19 giugno 2024, collegato alla manovra di finanza pubblica sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ma anche tutti gli eventuali provvedimenti attuativi.

Gianni Papasso – Sindaco di Cassano allo Ionio

La questione è molto tecnica ma il fine è chiaro: le Regioni con maggiori entrate proprie, ossia quelle del Nord, avranno più risorse a disposizione e saranno, di riflesso, avvantaggiate. Quelle del Sud, invece, saranno molto più svantaggiate visti i gap già in essere. Non lo diciamo noi, lo dicono tanti tecnici, giuristi, esperti – ad esempio – di sanità che stanno ribadendo in queste ore che la riforma, così com’è, spacca l’Italia in due creando un Paese a diverse velocità. Ricordo, ancora, che Cassano fa già parte anche della rete di sindaci “Recovery Sud”, che per la prima volta nella storia d’Italia ha riunito amministratori del Mezzogiorno decisi a promuovere un’azione congiunta per il superamento degli storici divari, affermando il valore della coesione nazionale e proponendo soluzioni a partire da un confronto fondato su un’analisi più puntuale dei bisogni dei nostri territori e, come amministrazione comunale, abbiamo partecipato a diverse iniziative contro l’autonomia differenziata che si sono tenute in molte parti d’Italia. Fino ad ora – conclude Papasso – le nostre voci sono rimaste inascoltate ma siamo certi che ora la Giunta e il Consiglio Regionale ci daranno ascolto: siamo tantissimi e siamo ancora in tempo, tutti insieme, per fermare la catastrofe che si abbatterà sulla Calabria».

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