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Il Carroccio di Lamezia

Il giornalista Gianfranco De Franco, rendese doc, commentando il dibattito in corso per realizzare la “Grande Cosenza” unificando il capoluogo con Rende e Castrolibero, ha chiuso il suo ragionamen…

Pubblicato il: 29/06/2024 – 10:09
di Bruno Gemelli
Il Carroccio di Lamezia

Il giornalista Gianfranco De Franco, rendese doc, commentando il dibattito in corso per realizzare la “Grande Cosenza” unificando il capoluogo con Rende e Castrolibero, ha chiuso il suo ragionamento dicendo: «Se si vogliono fare le cose, si fanno».
In realtà, in una vasta area legata da una continuità geografica nella quale si parla la stessa lingua e lo stesso dialetto, non si vede perché non debba unirsi, al netto delle questioni municipalistiche delle quali bisogna sempre tener conto.
La Calabria, che viaggia verso la desertificazione dei luoghi, ha circa quattrocento Comuni, molti dei quali piccoli e piccolissimi, con una forte vocazione campanilistica. Eppure ci sono comunità, come quelle di Corigliano e Rossano, che si sono unite. Un miracolo! Relativo, perché c’è stato un illustre precedente.
La nascita di Lamezia Terme.
Questa, in pillole, la vicenda. Nel 1968 il senatore lametino Arturo Perugini della Democrazia Cristina vide coronata dal successo una sua proposta del 1963: unificare i Comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia Lamezia nell’odierna Lamezia Terme di cui egli fu il primo sindaco. Non si creda che ancor’oggi non esitano rivalità tra i tre centri. Ma il gioco valeva e vale la candela, anche se i successivi amministratori non sempre sono stati all’altezza della situazione. Tutt’ora sono presenti dei vulnus. Ricordo a me stesso che Lamezia ha il Tribunale ma non il carcere, mentre Corigliano-Rossano, che è stata defraudata, ha il carcere ma non il Tribunale. Questo per dire che le cose si lasciano sempre a metà. La politica purtroppo entra nei municipi a piedi giunti per fare e farsi del male.
Il senatore Perugini per realizzare il suo disegno creò una Lista Civica che vinse le elezioni comunali del tempo, chiamandola “Il Carroccio”. Il senatore Matteo Salvini prenda nota che la Lega è nata in Calabria non a Pontida.
Insomma, secondo la vulgata “Il Carroccio” sarebbe stato inventato dall’arcivescovo di Milano, Ariberto da Intimiano nel XI secolo. Il suo uso partì da Milano diffondendosi in molti comuni dell’Italia settentrionale, in Toscana e fuori d’Italia, fino alla decadenza nel secolo XIV. Il carroccio della Lega lombarda fu protagonista nella battaglia di Legnano, avvenuta nel 1176, durante la quale era difeso dalla compagnia della morte, guidata da Alberto da Giussano. Quest’ultimo “offrì” la sua icona a Umberto Bossi che il 4 dicembre 1989 fece nascere il Movimento Lega Nord, il cui atto costitutivo e relativo statuto furono sottoscritti il giorno 22 novembre dello stesso anno davanti ad un notaio di Bergamo.
Quello che non si sa è che “Il Carroccio”, come simbolo di un movimento politico dell’era moderna, era stato già inventato qualche anno prima in Calabria. E precisamente a Lamezia Terme con la legge n. 6 del 4 gennaio 1968 che appunto unificava i tre Comuni calabresi.
Per la storia l’avvocato Arturo Perugini nacque a Nicastro il 7 giugno 1919 da Basilio, anch’esso avvocato, e da Anna Cassoli. La mamma era di Ferrara, figlia del colonnello Arturo Cassoli che era stato ufficiale nella Prima Guerra Mondiale comandando un reparto della “Brigata Catanzaro”. Il figlio Basilio, avvocato come il padre e il nonno, che viveva a Roma, raccontò la genesi del Carroccio lametino.
Nelle elezioni politiche del 1979 fu presentata una lista col simbolo del Carroccio che si chiamava “Partito popolare calabrese” ed era espressione del Partito popolare europeo.
Ma la chicca finale è che in un paesino dell’Aspromonte orientale della provincia di Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, fu eletto un sindaco col simbolo del Carroccio calabrese.
Lamezia aveva fatto scuola.

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