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Cade nel vano ascensore e muore. Il padre: «Clelia aveva tanti sogni»

La giovane, Clelia Ditano, aveva 25 anni. Sono stati i genitori a lanciare l’allarme qualche minuto dopo le 6 questa mattina

Pubblicato il: 01/07/2024 – 14:29
Cade nel vano ascensore e muore. Il padre: «Clelia aveva tanti sogni»

FASANO Clelia Ditano, una ragazza di 25 anni è morta a Fasano, in provincia di Brindisi, dopo essere caduta all’interno di un vano ascensore in una palazzina in via Piave. La vittima, che si trovava al quarto piano, avrebbe richiesto l’ascensore ma dopo aver aperto la porta è caduta nel vuoto, in quanto secondo una prima ricostruzione, la cabina non sarebbe risalita. La palazzina dove si è verificato l’incidente è di proprietà di Arca (agenzia regionale per la casa e l’abitare) Nord Salento. Sono stati i genitori della 25enne a lanciare l’allarme qualche minuto dopo le 6 questa mattina preoccupati perché la figlia non era rientrata in casa. Anche in ragione di questi elementi i carabinieri della compagnia di Fasano che stanno conducendo le indagini stanno verificando la possibilità che l’incidente possa essere avvenuto nella notte. A quanto si apprende la ragazza sarebbe rientrata nell’appartamento per lasciare alcuni effetti personali, per scendere nuovamente forse perché aveva dimenticato qualcosa. Ed in questi secondi sarebbe avvenuto l’incidente con la 25enne caduta nel vuoto. Per ore nella palazzina di via Piave hanno operato i vigili del fuoco per recuperare il corpo. Sul posto anche personale dello Spesal.

Le parole del padre

«Era una ragazza solare. Aveva tanti sogni tra cui prendere la patente ed essere autonoma. E sicuramente anche sposarsi. Ora quei sogni sono stati spezzati». Ricorda così la figlia Giuseppe Ditano. L’uomo ha atteso per ore davanti al palazzo dove vive con la moglie che i vigili del fuoco recuperassero il corpo della 25enne, ed ha rilasciato ai cronisti una testimonianza sulla figlia. «Non era mai successo che l’ascensore si bloccasse in quella maniera. Questa mattina – spiega l’uomo – vedendo che non era in casa, abbiamo provato a far squillare il suo cellulare e ci siamo accorti che era nel vano ascensore. Ho capito subito che era successo qualcosa ed abbiamo lanciato l’allarme».

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