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Addio a Comunardo Niccolai, contro il Catanzaro un “quasi autogol” diventato famoso

Morto a Pistoia a 77 anni uno dei protagonisti dello scudetto del Cagliari del 1970

Pubblicato il: 02/07/2024 – 13:08
Addio a Comunardo Niccolai, contro il Catanzaro un “quasi autogol” diventato famoso

ROMA Comunardo Niccolai (nella foto con Gigi Riva), morto per un malore all’ospedale di Pistoia all’età di 77 anni, è stato uno dei grandi protagonisti dello scudetto del Cagliari del 1970 ma il suo nome resterà inciso nella storia del calcio come il “re degli autogol”. Non che con le sue sei autoreti detenga un record: Riccardo Ferri e Franco Baresi per dire ne hanno inanellate otto e l’irlandese Richard Dunne era arrivato a 10 con Manchester City e Qpr a inizio anni 2000, spesso decisive e nei minuti finali. Quelle di Niccolai, però, furono davvero clamorose per la dinamica o per l’importanza della partita, al punto da diventare proverbiali, sembravano quasi frutto di un oscuro destino. Niccolai era originario di Uzzano, in provincia di Pistoia, (il nome Comunardo fu un omaggio del padre antifascista ed ex portiere del Livorno alla comune di Parigi): esordì nel Montecatini ma si affermò come stopper arcigno in Sardegna, prima con la Torres e poi al Cagliari, dove approdò nel 1964 subito dopo la promozione dei rossoblù in Serie A. L’autogol più famoso resta quello in Juventus-Cagliari del 15 marzo 1970, partita d’alta classifica a sei giornate dalla fine del campionato. I sardi per la prima volta lottavano per lo scudetto e sfidavano la Vecchia Signora in una giornata piovosa: su un cross di Furino, Niccolai anticipò di testa il suo portiere, Albertosi, e mandò la palla nella sua porta. Finì 2-2, con due gol di Gigi Riva per il Cagliari, e quel pareggio contribuì al primo, storico scudetto per gli isolani. L’episodio più clamoroso resta però una “quasi autorete” contro il Catanzaro, due stagioni più tardi, nel 1971/1972. Era la 300ma partita arbitrata da Concetto Lo Bello: al 90mo il Cagliari sta vincendo 2 a 1 quando Alberto Spelta, ala dei calabresi, viene atterrato in area dal difensore del Cagliari Giuseppe Tomasini. La palla finisce tra i piedi di Niccolai che sente un fischio dagli spalti e pensa erroneamente che sia stato assegnato il rigore: così calcia con un gesto di stizza verso la sua porta. Il difensore Mario Brugnera, compagno di squadra di Niccolai, si tuffa e devia la palle con le mani. Inevitabile a quel punto il rigore, trasformato proprio da Spelta per il 2-2 finale.
Di Niccolai si ricorda anche la sfortunata militanza in azzurro: convocato dall’Italia per i mondiali in Messico del 1970, chiusi al secondo posto, uscì però dopo poco più di mezz’ora della sua prima partita contro la Svezia a causa di un infortunio. Anche dopo il ritiro nel 1978, seguito alle esperienze al Perugia e al Prato, il nome del difensore toscano è rimasto legato ai suoi autogol. Al punto che lui stesso ci ironizzava: «Grazie Kaladze, adesso non si parlerà più solo di me quando c’è un’autorete», disse nel 2009 dopo che il difensore del Milan Kakhaber Kaladze segnò due autogol in una partita tra Italia e Georgia. (Agi)

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