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La relazione

Fazio: «La ‘ndrangheta invisibile è la più insidiosa, si mescola anche con gli imprenditori»

Presentata all’Unical la Relazione Semestrale della Dia. Il fronte «più caldo» è l’Alto Jonio Cosentino

Pubblicato il: 02/07/2024 – 12:50
Fazio: «La ‘ndrangheta invisibile è la più insidiosa, si mescola anche con gli imprenditori»

COSENZA C’è una ‘ndrangheta molto più insidiosa di quella che nell’immaginario collettivo attribuiamo a pistole e kalashnikov ed è quella che si mescola alla società civile grazie alla “collaborazione” di imprenditori conniventi. Una ‘ndrangheta invisibile alimentata dalla massoneria deviata, che si occupa di finanza, appalti e politica. Il dato è emerso nel corso della presentazione della Relazione Semestrale della Dia (primo semestre 2023) e, più precisamente, la parte riguardante le province di Cosenza, Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, nella biblioteca “Tarantelli” dell’Università della Calabria.

L’intervista

«La ‘ndrangheta presenta due facce della stessa medaglia. Una arcaica, che ovviamente è organizzata gerarchicamente, e una invece che ha avuto la possibilità, come hanno dimostrato le inchieste giudiziarie, soprattutto della procura di Reggio, che si è introdotta nelle logge massonica e deviate e pertanto è divenuta invisibile». È quanto ha dichiarato il Capo Centro Dia di Catanzaro, Primo Dirigente, Beniamino Fazio, parlando con i giornalisti a margine della presentazione dei dati. «Proprio per questo – ha poi aggiunto Fazio – è diventata con gli anni sempre più insidiosa e pericolosa. Ecco, è diminuito il numero di omicidi ovviamente negli anni, però questo non vuol dire che diminuisca la pericolosità, anzi, forse c’è anche meno risposta dalla società civile. L’organizzazione ‘ndranghetista è diventata pericolosa perché c’è una sistematica sottovalutazione del fenomeno, perché ricorre marginalmente alla violenza. Gli omicidi sono soltanto una forma di assestamento fra cosche che non destano particolare allarme sociali nella collettività. Ecco perché si è introdotta la ‘ndrangheta in maniera silente nel tessuto sociale ed economico della Calabria».

‘Ndrangheta e affari

La commistione tra ‘ndrangheta e imprenditoria è stata cristallizzata in numerose inchieste che hanno evidenziato – da un lato – la debolezza del sistema privo di anticorpi e dall’altro, la straordinaria capacità della criminalità organizzata di mettere le mani sui grandi appalti pubblici. Inoltre – come riportato nella relazione – l’attività di riciclaggio è posta in essere dalla ‘ndrangheta mediante l’acquisto di beni di lusso e l’avvio di attività nei settori della ristorazione ed autolavaggi. «E’ chiaro – ha poi aggiunto Fazio – che dove ci sono soldi c’è la criminalità organizzata. La ‘ndrangheta è interessata soprattutto ai soldi del Pnrr, ma come ho detto è interessata anche al Giubileo del 2025 che si svolgerà a Roma, dei Giochi olimpici e Paraolimpici che si svolgeranno nel 2026 a Milano e Lombardia, al Ponte di Messina e ai fondi del Pnrr. Devo dire che però ci sono degli interventi del ministro Piantedosi che sono stati finalizzati a potenziare i gruppi interforze all’interno delle prefetture, gruppi interforze che sono costituite da Guardie di Finanza, Polizia, Carabinieri e Dia proprio per supportare i prefetti e monitorare quindi quelle imprese che potrebbero beneficiare illecitamente di questi fondi. La lotta alla ‘ndrangheta, però, non può essere semplicemente riservata e delegata alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma ci vuole un atteggiamento più consapevole da parte di tutti i cittadini che dobbiamo veicolare attraverso voi, attraverso la scuola, attraverso le università, messaggi per rendere i cittadini ancora più consapevoli del fenomeno criminale».

Il fronte «caldo» e il dato positivo

Il fronte «più caldo» nel Cosentino per Fazio è sicuramente l’Alto Jonio dove insistono le presunte cosche Forastefano e Abbruzzese, « il primo locale di etnia rom nella Sibaritide». Tuttavia, in quello spazio di territorio calabro insiste uno degli appalti più importanti, tenuto sotto controllo e lontano dagli appetiti criminali dal lavoro incessante delle forze dell’ordine. Un lavoro delicato e minuzioso operato dai gruppi interforze all’interno delle prefetture riguarda il cantiere della statale 106, «tra gli appalti più virtuosi». «C’è una collaborazione attiva – ha spiegato il capo della Dia di Catanzaro – da parte della società e le forze dell’ordine e quindi la Prefettura è molto attenta a quello che sta succedendo in questo cantiere e sta puntualmente respingendo ogni tentativo di infiltrazione mafiosa all’interno di questo progetto. Quindi io ritengo che l’opera sarà consegnata ai calabresi nei tempi previsti. La denuncia è lo strumento attraverso il quale noi possiamo efficacemente contrastare la ‘ndrangheta, ma la denuncia deve essere fatta da parte di tutti in maniera articolata, composta, non una denuncia di facciata che possa darci la possibilità di monitorare e contrastare efficacemente la criminalità».

Il traffico di droga

La prima forma di reddito della ‘ndrangheta resta la droga e lo dimostra l’elevato quantitativo di droga che hanno come baricentro logistico e punto privilegiato d’ingresso il porto di Gioia Tauro. «Il narcotraffico – ha chiarito Fazio – è ovviamente la prima forma di guadagno che consente alla ‘ndrangheta di investire poi questi soldi nelle più disparate situazioni economiche. La Guardia di Finanza ha sequestrato tre tonnellate e mezzo di cocaina, nell’arco di tempo di analisi della relazione presentata oggi, ma c’è ancora molto da fare».
(redazione@corrierecal.it)

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