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i rinvenimenti

La Soprintendenza riceve materiali archeologici sequestrati a Crotone

Si tratta di armi rappresentate da una punta di lancia a “lama foliata” e da un giavellotto con lama a “foglia di ulivo”

Pubblicato il: 31/07/2024 – 17:21
La Soprintendenza riceve materiali archeologici sequestrati  a Crotone

CROTONE La Soprintendente Stefania Argenti della SABAP Catanzaro-Crotone ha ricevuto il giorno 18 luglio 2024 dai vertici degli Uffici Giudiziari di Crotone, un nucleo di materiali archeologici provenienti da diversi sequestri operati negli anni scorsi e custoditi presso l’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Crotone. Grazie a mirate operazione delle Forze dell’ordine, in particolar modo della Guardia di Finanza di Crotone, costantemente impegnate nel controllo del territorio, erano stati sequestrati materiali archeologici che, se da un lato avrebbe contribuito a ingrossare un giro di affari che ruota intorno al depauperamento del patrimonio culturale, dall’altro avrebbe, invece, notevolmente accresciuto la conoscenza storica del territorio.

I rinvenimenti

Nel corso delle diverse operazioni sono stati rinvenuti manufatti in argilla (vasi, statuine, terrecotte architettoniche, ecc..), sia interi che in frammenti, provenienti da contesti di necropoli e di abitato, indebitamente sottratti al patrimonio dello Stato mediante scavi archeologici abusivi effettuati nella Crotoniatide e provenienti, in particolare, dall’area di Isola Capo Rizzuto. I beni archeologici sequestrati risalgono a un periodo compreso tra l’età del ferro (IX-VIII secolo a.C.) con diversi manufatti in impasto e la prima età romana (I a.C.-I d. C.). Si segnala la presenza di materiali di età arcaica e classica di VII-V secolo a.C., un consistente nucleo di vasi relativi a sepolture di IV-III secolo a.C. e diverse monete di età greca e romana. Tra tutti, però, risulta significativa la presenza di due manufatti in ferro: si tratta di armi rappresentate da una punta di lancia a “lama foliata” e da un giavellotto con lama a “foglia di ulivo”.

I confronti con materiali provenienti sia dal territorio regionale che da quello delle regioni contermini individua le armi come pertinenti al mondo italico (V-III secolo a.C.); la particolare e lunga immanicatura del giavellotto rimanda a una tipologia simile al pilum romano, in uso tra III e I secolo a.C. I contesti di provenienza dei due manufatti sono in genere costituiti da sepolture di guerrieri, dove le armi sono associate ad altri oggetti che richiamano la sfera bellica e mettono in risalto la posizione sociale del defunto, rafforzata, a volte, da altri elementi del corredo quali corazza, elmo, schinieri, cinturone e scudo. Lo stesso tipo di materiali può provenire anche da santuari o luoghi di culto dove le armi venivano deposte e dedicate come ex voto.
(redazione@corrierecal.it)

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