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Senza trucchi è difficile decidere

«Sono ormai decenni che il mondo ambientalista ed ecologista si divide sul giudizio da dare all’installazione di pale eoliche sul territorio italiano, anche se questo è, con tutta evidenza, un pro…

Pubblicato il: 10/09/2024 – 10:16
di Bruno Gemelli
Senza trucchi è difficile decidere

«Sono ormai decenni che il mondo ambientalista ed ecologista si divide sul giudizio da dare all’installazione di pale eoliche sul territorio italiano, anche se questo è, con tutta evidenza, un problema mondiale.
Da una parte stanno coloro che, contrari all’energia fossile, ritenuta, a ragione, il più grave danno al pianeta e alla vita degli esseri viventi (umani e no), puntano, condicio sine qua non, a realizzare fonti rinnovabili fatti bene, valutando la qualità dei singoli progetti.
Dall’altra parte c’è chi privilegia salvaguardare il paesaggio dai danni irrimediabili ai valori identitari e estetici del panorama italiano causati appunto dall’invasione di quei giganteschi aerogeneratori e a mettere in luce i retroscena ambigui che ne favorivano la cieca moltiplicazione anche dove la scarsità di vento non ne avrebbe reso redditizio l’impianto.
È arduo fare una scelta, specie se ci sono trucchi dietro.
In Italia il primo a sposare la causa della protezione del paesaggio fu Carlo Ripa di Meana, già portavoce dei Verdi dal 1993 al 1996.
A tale proposito scrisse il regista Carlo Alberto Pinelli, ambientalista avanti lettera, «Nessuno può dichiararsi contrario per principio all’utilizzazione di fonti di energia rinnovabili. Tuttavia la sregolata proliferazione degli impianti eolici che sta colonizzando ampi e preziosi settori del paesaggio naturale in Italia, in Europa e nel resto del mondo, giustifica serie perplessità e sollecita precise e urgenti risposte. Colpisce l’innegabile sproporzione tra il grave danno ambientale causato dalle selve degli aerogeneratori e il loro contributo del tutto marginale alla soluzione del problema energetico.
Noi crediamo che la qualità del paesaggio, con tutta la ricchezza di echi culturali, di memorie storiche, di specificità ecologiche che in esso si manifesta, rappresenti un bene primario, non negoziabile al di fuori di circoscritti motivi di eccezionale gravità e urgenza.
La difesa della bellezza naturale e dell’integrità del paesaggio non può essere liquidata come la vacua ossessione di un manipolo di esteti irresponsabili. In essa si manifesta il nucleo vitale – irrinunciabile – di un percorso di civiltà che ha modellato nei secoli l’identità culturale dell’intero Occidente. Sarà questo il perno ideale intorno al quale si articoleranno – pur nella diversità dei vari punti di vista – le due giornate del Convegno. Tutti gli ambientalisti che si riconoscono in questa presa di posizione oggi [2.3.2018, morte di Carlo Ripa di Meana n.d.r.] piangono la scomparsa di chi con coraggio la formulò e ne fu il più prestigioso portabandiera».
L’argomento si ripropone con forza in vista del progetto che il Mite (Ministero dell’Ambiente d della Sicurezza energetica) intende portare avanti nel Golfo di Squillace sotto la definizione di “Progetto di un parco eolico offshore di tipo galleggiante denominato Enotria, composto da n.37 aerogeneratori della potenza complessiva di 555 MW e delle relative opere alla RTN, da realizzarsi nello specchio acqueo del Golfo di Squillace a largo di Punta Stilo”.
Si tratta di un progetto offshore di tipo galleggiante denominato appunto “Enotria”.
I Comuni interessati dovranno presentare le osservazioni entro il 18 settembre 2024. Siamo, dunque, agli sgoccioli.
Schematicamente le associazioni pro sono Legambiente, Wwf e Fai; quella contro è Italia Nostra, insieme a molte amministrazioni comunali.
Tertium non datur. Così sembra».

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