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Dominguez è il medico cubano che da Polistena va a Locri per «effettuare controlli basilari che nessun altro cardiologo era capace di fare»

Medici imboscati, il ruolo indispensabile dei cubani e l’ingente debito che «non permette di offrire servizi sanitari adeguati ai calabresi»

Pubblicato il: 16/09/2024 – 11:12
Dominguez è il medico cubano che da Polistena va a Locri per «effettuare controlli basilari che nessun altro cardiologo era capace di fare»

Medici imboscati, il ruolo indispensabile dei cubani e l’ingente debito che «non permette di offrire servizi sanitari adeguati ai calabresi». PresaDiretta torna ad occuparsi della «sanità più disastrata d’Italia». Dopo il tour negli ospedali calabresi, il programma di Riccardo Iacona torna a Polistena per la manifestazione in difesa della sanità e alla Cittadella, dove ha intervistato il presidente della Regione Occhiuto sulla critica situazione sanitaria in Calabria. «In due anni ho fatto molto di più di quello che è stato fatto nei 15 anni precedenti» ha precisato il governatore. Sotto osservazione anche il nuovo ospedale di Palmi, che potrebbe portare al ridimensionamento di quello di Polistena. «Non è detto che il presidio di Polistena venga ridimensionato. Non ho alcuna intenzione di chiudere un ospedale a cui ho già dimostrato di essere legato» rassicura Occhiuto.

Il caso dei medici imboscati

Oltre il 20% dei medici in Calabria sono inidonei, secondo i dati presentati dal consigliere regionale del M5S Davide Tavernise: «Rispetto alle altre regioni, abbiamo il dato in percentuale raddoppiato. In Calabria 1350 sono considerati inidonei, è impossibile così garantire il diritto alla salute ai calabresi». L’inidoneità, specifica Tavernise, è riconosciuta da «un collega che spesso, magari, è anche un amico. Per me dovrebbe occuparsene un ente terzo». Un problema, quello dei medici imboscati, di cui è consapevole anche Occhiuto: «Sto cercando di capire che possibilità mi dà la legge per intervenire. È una percentuale di inidonei straordinariamente alta» commenta il governatore. «C’è un evidente conflitto che ha generato delle storture, moltissimi atteggiamenti opportunistici».  Poi la “provocazione” del presidente: «Mi farei curare più da un medico cubano che da un calabrese che si è fatto dichiarare inidoneo e non tocca un bisturi da 15 anni».

L’esperimento riuscito dei medici cubani

Diversi reparti vengono mandati avanti principalmente dai medici cubani. Emblematico è l’esempio di Adrian Naranjo Dominguez, medico cubano che ogni giovedì si recava a Locri per «effettuare controlli basilari che nessun altro cardiologo a Locri era capace di fare». Dichiarazioni per cui il direttore di cardiologia che aveva rilasciato l’intervista, il dottor Vincenzo Amodeo, ha ricevuto una denuncia per aver «offeso i medici cardiologi di Locri». «La cardiologia non è solo peacemaker, che non è obbligatorio» si difende Domenico Ragona, il nuovo direttore di reparto all’ospedale di Locri. «Noi li facevamo questi controlli qua, poi i medici che se ne occupavano sono andati in pensione. Stiamo imparando a farli».

Tanti debiti e pochi bilanci: una situazione «devastante»

Ma a rendere disastrosa la situazione della sanità calabrese è, soprattutto, la questione bilancio. «L’erogazione di una prestazione sanitaria va data attraverso una struttura che abbia qualità e uomini. In questo momento non abbiamo né una struttura, né una qualità, né gli uomini. Ci sono esempi positivi, ma gli esempi positivi non fanno un sistema» spiega Romeo Ermenegildo Palma, procuratore della Corte dei Conti che si occupa, tra le altre cose, della situazione contabile della sanità calabrese. La sfida principale è di ricostruire il debito e i bilanci di anni di sanità abbandonata a se stessa: «Sia centrodestra che centrosinistra hanno creato disastri, ma il commissariamento che doveva risolverli ne ha prodotto altri. La sanità che io ho raccolto era senza bilanci, le Azienda non ne producevano. In Calabria ci sono stati doppi e tripli pagamenti» spiega Occhiuto. «Noi abbiamo trovato una situazione certamente devastante» aggiunge Palma. «Parliamo di periodi lunghissimi, senza i dati del bilancio diventa sempre più complicato andare a fare una verifica dei conti». Per ricostruirli si parte, in primis, dai debiti: al momento centinaia di milioni per la sanità calabrese. «Finora questa operazione non è stata fatta, ma siamo molto incoraggiati che ci sia una iniziativa in corso con la collaborazione della Guardia di Finanza». Un debito quantificato per oltre «800 milioni di pretese debitorie» spiega ancora Occhiuto. «Abbiamo pagato il 50% di queste, mentre non lo abbiamo fatto con la parte di pretese che stiamo ancora valutando». Secondo la Corte dei Conti i debiti della sanità calabrese ammontano a 325 milioni di euro, mentre rimane in contenzioso ancora una somma di 550 milioni di euro. (redazione@corrierecal.it)

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