LAMEZIA TERME «A Rho ieri hanno arrestato un sacco di gente! Mo’ gli hanno, gli hanno fatti passare per ‘ndranghetisti…». «Io una volta gli dissi a questo qua… dice “io non sono ‘ndranghetista”, dico questo lo so perché, se tu sei ‘ndranghetista, io sono Napoleone!». A parlare è l’ex ispettore di polizia Carmine Gallo, finito ai domiciliari su ordine del gip del Tribunale di Milano, nell’inchiesta della Distrettuale antimafia che avrebbe, di fatto, svelato un “mondo sommerso” di informazioni, dossier, profili e documenti di ogni tipo, sottratti – secondo l’accusa – in modo abusivo dal gruppo dedito al commercio di servizi di investigazione privata capeggiato proprio dall’ex Ispettore di Polizia.
La figura di Gallo è centrale nell’inchiesta, con il suo profilo ricostruito in una maxi-informativa del Nucleo investigativo dei carabinieri di Varese. Il superpoliziotto a sua insaputa è intercettato mentre, insieme ad altri soggetti, commenta la futura operazione della Dda di Milano “Hydra”, l’inchiesta che mirava a far luce su un’associazione per delinquere di stampo mafioso «costituita da appartenenti alle tre diverse organizzazioni di stampo mafioso ovvero Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra, contribuendo a realizzare un “sistema mafioso lombardo». Qualche mese prima, è il 23 novembre del 2022, Gallo parla al telefono con un altro appartenente alle forze dell’ordine. Si tratta, in particolare, di un Luogotenente dei Carabinieri in Servizio presso il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Milano. Il rapporto tra i due è fraterno e di reciproco scambio informativo nonostante la fase investigativa in atto e il relativo segreto istruttorio.
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I due devono organizzare una cena e si ritrovano così a commentare le vicende occorse il giorno prima e, in particolare, di un’operazione della Polizia di Stato che ha disarticolato una propaggine della ‘ndrangheta a Rho. E Gallo non si trattiene dallo sminuire l’operazione. «Sì, è arrogante, litiga con tutti, con i Carabinieri, con la Polizia… lo conoscono bene i Carabinieri pure, perché litiga con tutti, fa casino fa, è gentaglia…capito? È gente di poco conto…hai capito?».Anche il militare, mentre discute con Carmine Gallo, nonostante abbia condotto in prima persona l’indagine Hydra, sminuisce anche altre attività investigative e ripercorre delle dichiarazioni ottenute evidentemente dalla gestione della collaborazione di Saverio Morabito. «Io – dice – dopo che Pasquale è diventato il Capo della Locale di Corsico, ormai mi aspetto di tutto guarda!». Anche Gallo commenta divertito e chiede: «Senti, quando facciamo un’operazione nostra?», trovando sponda nel collega che replica: «Eh… noi a marzo penso che riusciremo a farla!» con evidente riferimento all’operazione Hydra. E ancora: «Eh ma è grossa questa Carmine, se per marzo, aprile la facciamo…». Come ricostruito dai militari nell’informativa, Gallo conosce bene l’indagine e cita anche alcuni indagati senza nominarli. «Quelli fino a marzo, quante altre truffe fanno? Eh!». Il rapporto tra i due è fraterno e di reciproco scambio informativo, come annotano i militari nell’informativa.
Occhi puntati, in particolare, su Giovanni e Rosario Abilone, considerati dall’accusa «associati alla mafia siciliana, quali esponenti in Lombardia della provincia di Trapani ovvero collegati al Mandamento di Castelvetrano con al vertice Matteo Messina Denaro» e soggetti ben noti da Carmine Gallo che avrebbe avuto contatti attraverso la “Equalize Srl”. Il Carabiniere, come annotano i colleghi nell’informativa, avrebbe fornito però informazioni a Gallo su elementi coperti da segreto istruttorio. Passano i mesi ed effettivamente l’operazione verrà messa a segno. Ma, come noto, il gip ha respinto gran parte delle richieste di arresto e solo nei giorni scorsi il Riesame si è espresso su alcune posizioni.
Intanto, ad ottobre di un anno fa, come molti anche Carmine Gallo si ritrova a commentare l’operazione “Hydra”, spiegando a tutti che «la ricostruzione del gip di Milano Perna è stata fondamentale per riconoscere l’estraneità degli Abilone ai fatti contestati», annotano i militari nell’informativa. Ne seguirà anche uno scontro al telefono con un giornalista del Fatto Quotidiano, con quest’ultimo che si oppone all’intento di Greco di sminuire la portata dell’operazione. «(…) li conosco bene ma da anni li conosco bene eh… va bene… ti ci faccio pure parlare con loro quando vuoi, però ti dico loro questi due sono i più grandi trafficanti al mondo di valuta…».
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«Io non l’ho letta… guardate, è incredibile come il Giudice prende a schiaffi la Procura, mai successo prima… questo è il messaggio d’accompagnamento del collega su ‘sta roba qua…». «(…) sì ma io lo sapevo già sta cosa qua perché conosco un po’ tutti lì… due soprattutto erano pure miei clienti…». Questo il tenore del dialogo ancora tra Gallo e un noto avvocato ancora sull’operazione Hydra. «Questi non c’entrano un cazzo con camorra, ‘ndrangheta e mafia» spiega ancora Gallo, «sono tutti balordi delinquenti che ovviamente sfruttavano le conoscenze di un po’ di persone per fare… per fare crediti di tipo fittizi, fatturazione inesistenti…». E ancora, nel tentativo di ridimensionare eventuali compromissioni con i due fratelli, dice: «(…) se avessero abbassato il livello… e limitati alla… alle fatturazioni inesistenti ai crediti d’IVA fittizi a tutta una serie di… avrebbero ottenuto più cose capito?» con riferimenti ai pm. Infine, sarà anche il socio Pazzali a commentare il blitz con Gallo. «(…) ma adesso scusami… quei cento e passa che non hanno preso può capitare che li vanno a riprendere oppure?» «può capitare che li vanno a riprendere ma non troveranno più un cazzo…certo può capitare…». (g.curcio@corrierecal.it)
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