Una vera e propria organizzazione criminale dedita alle truffe. Così il gip di Cosenza Enrico Di Dedda definisce le due onlus di Rende “Il Sorriso” e “Il Cuore”. Il sistema era semplice quanto ignobile, i membri delle due associazioni si presentavano come volontari intenti a raccogliere fondi per finalità assistenziali. I soldi così raccolti, invece di essere destinati ad attività benefiche, finivano direttamente nelle tasche dei sodali del gruppo. Grazie a una lunga attività investigativa i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza sono riusciti a ricostruire le modalità con cui agiva il gruppo. I luoghi prescelti erano soprattutto i centri commerciali, in Calabria ma non solo. La presenza dei finti volontari è stata segnalata a Siracusa, Olbia, Catania, Casalecchio di Reno (Bologna), Valmontone (Roma), Verona, Brescia e Mantova. Le “vittime” venivano avvicinate dai membri dell`organizzazione che si presentavano in coppie indossando delle pettorine con la scritta “Volunteer”. Ai potenziali donatori venivano mostrate brochure in cui erano illustrati gli scopi benefici dell`attività, la sede dell`associazione, il sito web, i recapiti telefonici. Tutto, almeno all`apparenza, in regola. Se gli ignari cittadini, convinti di fare beneficenza, effettuavano una donazione in cambio ottenevano una ricevuta con l`importo versato. Quei denari, però, finivano per scopi molto meno nobili. «Le intercettazioni telefoniche e gli accessi bancari e postali – scrive il gip nell`ordinanza – hanno ampiamente dimostrato come le somme raccolte per la beneficenza fossero divise, scorporate le spese vive, tra gli organizzatori del sodalizio fraudolento e i loro adepti».
Al vertice del gruppo ci sarebbe stato, secondo le accuse, Sandro Daniele. Era lui a mettere a disposizione la base logistica dell`associazione ospitata nella palestra “Scorpion Health Club” a Rende. Per gli inquirenti era sempre Daniele a fornire «ai sodali il denaro necessario per le spese di viaggio, di vitto e di soggiorno, nonché i mezzi per raggiungere le diverse città». Nelle sue mani finivano, poi, «i proventi delle singole truffe perpetrate». (0080)
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