CATANZARO Il bando per la ristrutturazione delle strutture ricettive non andava annullato. Non tutto, almeno. È questa la decisione dei giudici del Tar, che hanno accolto il ricorso presentato da dieci albergatori, ripristinando la graduatoria iniziale. Si conclude così, in primo grado, una storia che aveva portato a proteste forti da parte del sistema imprenditoriale. Molte ditte, infatti, facendo affidamento sulla graduatoria, avevano già effettuato alcuni interventi. E si erano ritrovate con un pugno di mosche in mano, dopo la decisione di cancellare l`intera procedura.
IL BANDO E LA REVOCA
Il decreto di revoca dei finanziamenti era stato emesso il 1° agosto 2012. E bloccava l`avviso pubblico «per la selezione e il finanziamento di piani di investimenti produttivi per il miglioramento e ampliamento delle strutture ricettive esistenti». Il provvedimento del dipartimento Turismo della Regione disponeva la revoca di precedenti decreti attraverso i quali era stata bandita una procedura di evidenza pubblica per la ristrutturazione degli alberghi. L`iter era iniziato il 4 febbraio 2010, con una dotazione finanziaria iniziale di 24 milioni di euro (21 milioni a valere sul Por Fesr 2007/2013 e 3 milioni sul Por Fse). E si era concluso il 16 settembre 2010 con l`approvazione della graduatoria definitiva, nella quale sono state collocate le ditte che hanno promosso il ricorso contro la Regione. Tutto era filato liscio, fino al fatidico agosto del 2012. A quel punto, una volta incassato l`annullamento, le imprese avevano deciso di rivolgersi alla giustizia amministrativa.
«DECISIONE SPROPORZIONATA»
Spuntandola: per i giudici del Tar di Catanzaro, infatti, le decisione della Regione di ritirare tutta la procedura «non è giustificata, in termini di proporzionalità, dai vizi di legittimità del precedente impedimento». Sarebbe stato possibile, secondo i magistrati, correggere quei «vizi» adeguando i finanziamenti ammessi e revocando soltanto una parte degli atti. L`intervento della Regione, insomma, è apparso sproporzionato: c`era «la possibilità di limitare l’annullamento alle parti davvero dubbie della procedura». Invece, gli uffici di Catanzaro hanno fatto tabula rasa di tutti i decreti, anche di quelli che finanziavano alcuni interventi già avviati dagli imprenditori (che pensavano di poter contare sui finanziamenti, dando per buona la graduatoria approvata in una prima fase). E adesso dovranno fare marcia indietro, anche se potranno intervenire su eventuali irregolarità nelle delibere che hanno modificato il bando. Irregolarità che anche i giudici del Tar hanno rilevato e segnalato nella sentenza di ieri. (0020)
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