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Omicidio Rende, la Cassazione annulla 5 ergastoli

REGGIO CALABRIA Tutto da rifare. Almeno per quanto riguarda la pena inflitta agli imputati del processo per l`omicidio della guardia giurata Luigi Rende, ucciso davanti all’ufficio postale di via E…

Pubblicato il: 20/04/2013 – 9:14
Omicidio Rende, la Cassazione annulla 5 ergastoli

REGGIO CALABRIA Tutto da rifare. Almeno per quanto riguarda la pena inflitta agli imputati del processo per l`omicidio della guardia giurata Luigi Rende, ucciso davanti all’ufficio postale di via Ecce Homo il primo agosto 2007, quando il portavalori della Sicurtransport è stato assalito da otto rapinatori che si erano nascosti dentro un furgoncino Fiat Doblò, rubato un mese prima a Seminara.
Per la seconda volta, la quinta sezione della Cassazione ha annullato i cinque ergastoli, inflitti agli imputati Giovanbattista e Santo Familiari, Giuseppe Papalia, Francesco Gullì e al pentito Marco Marino, e ha rinviato il processo alla Corte d`Assise d`Appello di Reggio Calabria. La sentenza è stata emessa nel pomeriggio di ieri. I giudici della Cassazione hanno accolto, quindi, le richieste del collegio della difesa composto, tra gli altri, dagli avvocati Calabrese, Sant`Ambrogio, Managò, Licastro e Aloi. Quest`ultimo, nel corso della sua arringa, si è soffermato sul fatto che la Corte d`Assise d`Appello non ha concesso al suo assistito, Marco Marino, lo sconto previsto per i collaboratori di giustizia.
L`omicidio Rende si è consumato intorno alle 6 del mattino. Angosciante lo scenario comparso in via Ecce Homo davanti agli occhi degli agenti di polizia che in poche ore avevano individuato tutti i componenti della banda. Una dettagliata informativa aveva ricostruito nei minimi particolari la dinamica del fatto di sangue.
In sostanza, i rapinatori avevano agito nel momento in cui, il collega di Rende (Antonino Siclari) era sceso dal blindato per versare i soldi (circa 70mila euro) nella cassetta dell’ufficio postale. In quel momento i malviventi avevano iniziato a sparare. Siclari aveva prima cercato di rifugiarsi dentro il furgone. Non riuscendoci si era nascosto in un’abitazione vicina, da dove ha chiamato il 113. Nel frattempo, prima di essere ucciso, Luigi Rende aveva risposto al fuoco riuscendo a ferire gravemente due rapinatori, sventando la rapina e facendo fuggire gli altri. Tra questi Giuseppe Papalia che, ferito anch’egli gravemente, si è recato al pronto soccorso dove è stato subito arrestato. Un arresto che ha preceduto solo di qualche ora la cattura dei complici tranne Carmine Macrì e Vincenzo Violi (finiti in manette dopo un periodo di latitanza), il cui coinvolgimento è stato confessato da Santo Familiari durante l’interrogatorio in questura.
Sulle responsabilità degli imputati non ci sono dubbi: la loro colpevolezza è stata cristallizzate dalla perizia balistica e dalle numerose intercettazioni ambientali captate in carcere durante i colloqui tra i detenuti e i loro parenti. Conversazioni, in cui, gli arrestati hanno sostanzialmente confermato il loro coinvolgimento alla rapina e la loro indole criminale.
Ritornando al rinvio della Cassazione, adesso si celebrerà un nuovo processo di secondo grado in cui i giudici di piazza Castello dovranno tenere conto del sentenza emessa ieri. Soprattutto per quanto riguarda gli ergastoli inflitti agli imputati che avevano scelto il rito abbreviato senza riuscire ad ottenere lo sconto di un terzo della pena. (0040)

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