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OPERAZIONE STOP | La vendita del caffè in mano alle `ndrine

COSENZA Il Ros e il comando provinciale dei carabinieri di Cosenza, a Rossano, Vigevano, Viterbo, Parma e Cuneo hanno arrestato 28 esponenti della cosca Acri-Morfò di Rossano a seguito di una misur…

Pubblicato il: 19/06/2013 – 7:50
OPERAZIONE STOP | La vendita  del caffè in mano alle `ndrine

COSENZA Il Ros e il comando provinciale dei carabinieri di Cosenza, a Rossano, Vigevano, Viterbo, Parma e Cuneo hanno arrestato 28 esponenti della cosca Acri-Morfò di Rossano a seguito di una misura coercitiva, emessa dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda. Tra i destinatari dei provvedimenti, oltre ad elementi di vertice della consorteria, anche un consigliere comunale, l`avvocato Ivan Nicoletti, eletto nel maggio del 2011 tra le fila della maggioranza di centrodestra che amministra il Comune di Rossano. Il professionista è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Gli arrestati – 19 in carcere e 9 ai domiciliari – sono accusati dei reati di associazione a delinquere, tentato omicidio, estorsione, rapina, detenzione illegale di armi comuni da sparo e da guerra, di sostanze stupefacenti, procurata inosservanza di pena, violenza per indurre più elettori a votare un candidato specifico, illecita concorrenza e trasferimento fraudolento di valori. Sono stati eseguiti inoltre sequestri di numerosi beni mobili e immobili, società e conti correnti bancari per un valore di 40 milioni di euro.

IL CLAN GESTIVA LA VENDITA DEL CAFFÈ ANCHE NEL MILANESE
In particolare, la consorteria era dedita a imporre, mediante violenza e minaccia, nei confronti di commercianti, piccoli imprenditori e gestori di lidi operanti su Rossano, dell’approvigionamento di prodotti alimentari (pane e caffè in primis, ma anche acqua minerale e birra) esclusivamente alle società riconducibili alla cosca, attive nella distribuzione e nel commercio dei predetti alimenti (“Pellegrino caffè srl, “Jamaican caffè srl” e “Pi.Gi caffè srl”, “Panificio pane del patire” di Lucia Morfò), con la contestuale vessazione nei confronti dei concorrenti, cui veniva di fatto impedito di operare nel comprensorio rossanese. Nello specifico, è stato documentato come diversi gestori di bar e lidi a Rossano, taluni anche vittima di atti intimidatori (come l`incendio di autovetture), per assecondare le richieste provenienti dagli affiliati alla cosca sulle forniture di caffè e sulle relative macchinette, fossero costretti addirittura a mescolare quello imposto dal sodalizio (esempio il “caffè Pellegrino”), con quello di altra marca precedentemente acquistato da altri fornitori, con i quali successivamente si vedevano costretti a risolvere i contratti di fornitura già sottoscritti, per stipularne poi altri in via esclusiva con le società riconducibili alla consorteria. Tale condotta chiaramente vessatoria, ha comportato di fatto la totale alterazione delle regole del libero mercato e della lecita concorrenza, determinando un’esponenziale aumento delle vendite del caffè imposto dalla cosca (caffè “Pellegrino” e caffè freddo “Jamaica”) in danno di altre marche anche più rinomate (caffè Guglielmo e caffè Segafredo). Grazie alle alleanze che il clan “Acri-Morfò” ha stretto con altre cosche, in particolare con il “locale” di Cirò facente capo alle famiglie Farao-Marincola, è altresì emerso come la distribuzione del “caffè Pellegrino” di Nicola Acri, fosse stata “favorita” anche in alcuni esercizi commerciali del nord Italia, in particolare nella zona di Rho (Mi), dove il sodalizio crotonese vanta una forte presenza criminale. Paritetico rilievo assumevano, a tal proposito, alcune significative conversazioni telefoniche nel corso delle quali i sodali della cosca discutevano sulle modalità di reinvestimento dei proventi della vendita del caffè, con particolare riguardo al caffè Pellegrino, nell’acquisto di attività commerciali, in particolare gelaterie, negli Stati Uniti.

I BENI SEQUESTRATI
Sono stati sequestrati 25 immobili, acquistati ad un prezzo complessivo di 2 milioni di euro; 45 rapporti bancari, con saldi positivi per circa 160.000 euro; 45 autoveicoli, acquistati ad un prezzo complessivo di circa 380.000 euro; 7 polizze assicurative, per un controvalore pari a circa 20.000 euro e 17 società, per un fatturato complessivo di circa 10 milioni di euro. (0050)

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