COSENZA La Procura di Cosenza ha chiesto il processo per i «ladri di solidarietà», le 15 persone indagate nell`inchiesta che ha coinvolto le due onlus “Il sorriso” e “Il cuore”. La base logistica era in una palestra di Rende, la “Skorpion Health club”, ma le ramificazioni coprivano tutto il territorio nazionale, «isole comprese», è stato spiegato in conferenza stampa lo scorso 9 aprile, giorno del blitz. Il pm Salvatore Di Maio ha chiesto il rinvio a giudizio per le otto persone attualmente sottoposte a misura cautelare: Sandro Daniele, Arianna Mauro, Giuseppe Santoro, Simone Santoro, Giuseppe Ponzano, Alessandro Di Fino, Diego Damaggio e Manuel Intrieri. E anche per altri sette indagati. Tutti e 15 hanno tempo fino a settembre – mese in cui sarà fissata l`udienza preliminare – per poter chiedere il patteggiamento della pena. Giuseppe e Simone Santoro sono difesi dall`avvocato Carlo Taormina.
I FINTI VOLONTARI
Una vera e propria organizzazione criminale dedita alle truffe. Così il gip di Cosenza Enrico Di Dedda definisce le due onlus di Rende “Il Sorriso” e “Il Cuore”. Il sistema era semplice quanto ignobile: i membri delle due associazioni si presentavano come volontari intenti a raccogliere fondi per finalità assistenziali. I soldi così raccolti – secondo l`inchiesta – invece di essere destinati ad attività benefiche, finivano direttamente nelle tasche dei sodali del gruppo. Grazie a una lunga attività investigativa i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza sono riusciti a ricostruire le modalità con cui agiva il gruppo. I luoghi prescelti erano soprattutto i centri commerciali, in Calabria ma non solo. La presenza dei finti volontari è stata segnalata a Siracusa, Olbia, Catania, Casalecchio di Reno (Bologna), Valmontone (Roma), Verona, Brescia e Mantova. Le “vittime” venivano avvicinate dai membri dell`organizzazione che si presentavano in coppie indossando delle pettorine con la scritta “Volunteer”. Ai potenziali donatori venivano mostrate brochure in cui erano illustrati gli scopi benefici dell`attività, la sede dell`associazione, il sito web, i recapiti telefonici. Tutto, almeno all`apparenza, in regola. Se gli ignari cittadini, convinti di fare beneficenza, effettuavano una donazione in cambio ottenevano una ricevuta con l`importo versato. Secondo le indagini, quei denari – che venivano versati su due carte “postepay” – però, venivano fatti sparire e finivano per scopi molto meno nobili. «Le intercettazioni telefoniche e gli accessi bancari e postali – scrive il gip nell`ordinanza – hanno ampiamente dimostrato come le somme raccolte per la beneficenza fossero divise, scorporate le spese vive, tra gli organizzatori del sodalizio fraudolento e i loro adepti».
Al vertice del gruppo ci sarebbe stato, secondo le accuse, Sandro Daniele. Era lui a mettere a disposizione la base logistica dell`associazione ospitata nella palestra “Scorpion Health Club” a Rende. Per gli inquirenti era sempre Daniele a fornire «ai sodali il denaro necessario per le spese di viaggio, di vitto e di soggiorno, nonché i mezzi per raggiungere le diverse città». Nelle sue mani finivano, poi, «i proventi delle singole truffe perpetrate». (0050)
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