CASSANO ALLO JONIO Registra una prima, importante tappa l`inchiesta della Procura della Repubblica di Castrovilari sulle responsabilità connesse all`esondazione del fiume Crati che il 18 gennaio scorso provocò l`allagamento dell`area archeologica di Sibari, con danni rilevanti, visibili ancora oggi, per uno dei siti storici più importanti del Paese. Il pm titolare dell`inchiesta ha emesso 40 avvisi di proroga delle indagini, che si traducono di fatto in avvisi di garanzia, nei confronti di altrettante persone che si sarebbero rese responsabili, a vario titolo, dai mancati controlli che avrebbero provocato l`esondazione del Crati e il conseguente allagamento dell`area archeologica. Tra quanti hanno ricevuto gli avvisi di garanzia ci sono la direttrice del museo archeologico della Sibaritide, Silvana Luppino, e l`attuale sindaco di Cassano allo Jonio, di cui Sibari è una frazione, Giovanni Papasso. Con loro sono indagati, tra gli altri, due ex sindaci di Cassano, Gianluca Gallo, attuale consigliere regionale della Calabria, e Domenico Lione. Indagati anche il commissario straordinario per l`emergenza idrogeologica della Regione Calabria, Domenico Percolla; due funzionari della Provincia di Cosenza, settore Difesa del suolo e Protezione civile; uno dell`Autorità di Bacino regionale; alcuni funzionari e dipendenti dell`ex Afor, l`azienda per la forestazione della Calabria; i proprietari dei terreni attigui all`area archeologica che avrebbero impiantato agrumeti che, essendo disposti in filare, hanno amplificato, secondo l`accusa, le conseguenze dell`esondazione. Gli avvisi riguardano, inoltre, altre persone che avrebbero effettuato la stessa operazione in terreni demaniali confinanti con il fiume Crati. I reati ipotizzati a carico degli indagati sono omissione di atti d`ufficio, danneggiamento colposo, invasione di terreni, danneggiamento di beni culturali e realizzazione di opere in assenza di autorizzazione. Gli avvisi di proroga delle indagini si basano sulle informative di reato redatte dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Nucleo tutela patrimonio artistico, che hanno compiuto una lunga serie di sopralluoghi ed accertamenti nell`area interessata dall`allagamento. Secondo quanto è emerso dall`attività investigativa, gli indagati si sarebbero resi responsabili della mancata attuazione degli interventi per evitare l`esondazione del fiume Crati malgrado fosse stato segnalato un danneggiamento dell`argine per circa sette metri. (0050)
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