VIBO VALENTIA Uno scontro tra clan per il controllo del territorio e delle attività illecite. È l`ipotesi più accreditata tra gli inquirenti che stanno indagando sull`agguato in cui ieri sera ha perso la vita il 42enne pregiudicato Francesco Scrugli e sono rimasti feriti Rosario Battaglia, di 27 anni e Raffaele Moscato di 26, anche loro con precedenti penali. Secondo la Dda di Catanzaro che sta portando avanti le indagini – prima avviate dal sostituto procuratore di Vibo, Maria Gabriella Di Lauro – sarebbe in atto una vera e propria guerra di `ndrangheta tra clan rivali confermate da una serie di delitti avvenuti nell`ultimo periodo nella provincia di Vibo. L`ultimo episodio sarebbe quello accaduto ieri sera. Una prima ricostruzione di quanto accaduto è stata fatta dai carabinieri della compagnia Vibonese che per tutta la notte hanno interrogato conoscenti e familiari delle persone coinvolte nell`agguato. Da quanto è emerso Scrugli intorno alle 19,30 mentre entrava, in compagnia dei suoi due amici, in un`abitazione di via Arenile, nella frazione della marina di Vibo – di proprietà di uno dei due – è stato raggiunto dai sicari – sembra due – che hanno fatto subito fuoco all`indirizzo dei tre. Dalle analisi sarebbero stati esposi una trentina di colpi sparati da un kalashinikov e, non da due pistole, come precedentemente si era pensato. Scrugli, che è stato raggiunto in diverse parti del corpo, è morto all`istante. I due feriti sono stati soccorsi e accompagnati nell`ospedale “Jazzolino” dove sono stati medicati. Battaglia è rimasto ferito, non gravemente, a una spalla e a una gamba. Mentre l`altro uomo ha riportato ferite ad braccio.
Francesco Scrugli, considerato affiliato alla `ndrina Lo Bianco di Vibo, era già sfuggito ad un agguato lo scorso 11 febbraio. In quell`occasione l`uomo, rimasto coinvolto nel processo “Nuova Alba” e nell`operazione “Nasti Embassy” contro il clan vibonese, si era salvato per un pelo: il colpo di pistola che lo aveva ferito al collo non era risultato fatale. Un`operazione di morte che è stata, invece, portata a termine ieri sera. Da qui la convinzione degli inquirenti che la matrice dell`agguato sarebbe di stampo mafioso.
Intanto procedono anche le indagini per l`altro episodio di sangue avvenuto sempre ieri sera a Stefanacoli, piccolo centro del Vibonese. In questo caso a rimanere ferito è stato Francesco Calafati, 36 enne del luogo. L`uomo è stato attinto ad una gamba e a un piede da diversi colpi di pistola esplosi, sembra, da un sicario appostato dietro una siepe. Calafati – che ha scontato una pena di 15 anni per omicidio – si trovava in compagnia del suocero nelle campagne della zona.
Vertice in Prefettura per la sicurezza
Intanto questa mattina si è svolto un incontro di coordinamento delle forze di polizia convocato d`urgenza dal prefetto, Michele Di Bari, per esaminare i gravi fatti di sangue avvenuti ieri nel Vibonese. Un vertice che si è concluso con la decisione di intensificare le misure di vigilanza dei territori interessati dagli eventi delittuosi, «attraverso – si legge in una nota della Prefettura – mirati e straordinari controlli da parte delle Forze dell`ordine territoriali, con l`ausilio dei reparti anticrimine della polizia di stato e del gruppo operativo dei carabinieri».
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