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“Veleni” dell`Oliva, arriva il rinvio a giudizio

PAOLA Tutti rinviati a giudizio. L`imprenditore Cesare Coccimiglio e i quattro titolari dei terreni all`interno della valle dell`Oliva – dove sarebbero stati sotterrati rifiuti tossico-nocivi – dov…

Pubblicato il: 24/10/2012 – 19:05
“Veleni” dell`Oliva, arriva il rinvio a giudizio

PAOLA Tutti rinviati a giudizio. L`imprenditore Cesare Coccimiglio e i quattro titolari dei terreni all`interno della valle dell`Oliva – dove sarebbero stati sotterrati rifiuti tossico-nocivi – dovranno rispondere davanti alla Corte d`assise di Cosenza dei reati di disastro ambientale, avvelenamento delle acque e di aver trasformato questo angolo di natura incontaminata del Tirreno cosentino in un`enorme discarica in cui rifiuti industriali di vario genere sarebbero stati interrati. Una condotta che avrebbe cagionato la diffusione di tumori nella zona, la morte di un pescatore e le lesioni dell`amico con cui abitualmente si recava a pescare nel fiume Oliva.
La decisione è stata adottata oggi dal giudice dell`udienza preliminare di Paola, Carmine De Rose, al termine di una camera di consiglio durata oltre due ore. L`udienza era iniziata stamattina intorno alle 10 con l`esame delle richieste di costituzione di parte civile da parte dei Comuni dell`hinterland amanteano, delle associazioni ambientaliste e dell`associazione degli albergatori della zona. Richieste che il gup ha parzialmente accolto. Infatti, solo nel caso dei comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d`Aiello – che avevano presentato istanza –, De Rose ha ravvisato la giustezza delle motivazioni, mentre ha rigettato quelle presentate dal Wwf, di Legambiente, dell`associazione Anpana e del Comitato civico “Natale De Grazia” ritenendole non portatrici di interessi soggettivi. È poi seguita l`arringa difensiva dell`avvocato Nicola Carratelli, legale di Cesare Coccimiglio – l`imprenditore edile di Amantea ritenuto dall`accusa il principale artefice dell`inquinamento della Valle dell`Oliva –, e di Antonio Sicoli – uno dei titolari del terreni dove sarebbero stati nascosti i “veleni” –, che, nonostante la lunga e articolata argomentazione, non ha convito il giudice. Vana anche la difesa di Vincenzo Osso che tutelava Arcangelo Guzzo – concessionario di un terreno nella zona –, e di Giuseppe Filice, legale di Vincenzo Launi e Giuseppina Marinaro, entrambi titolari di un fondo nella vallata. Il gup, infatti, ha pienamente accolto le richieste che il pubblico ministero Giovanni Calamita chiedeva: il rinvio a giudizio dell`imprenditore e delle altre quattro persone. Regge, dunque, per il momento la tesi portata avanti caparbiamente del procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, che per tre anni ha condotto un`indagine serrata sui veleni dell`Oliva. Un`inchiesta durante la quale sono stati rinvenuti nel sottosuolo di questa località naturale tra i 90mila e i 140mila metri cubi di rifiuti industriali contaminati da metalli pesanti e da Cesio 137. Un`attività condotta grazie al superlavoro investigativo del nucleo Ambiente della Procura, che ha supportato in ogni fase l`iniziativa del procuratore Giordano. Ora sarà la Corte d`assise di Cosenza a stabilire la prima udienza del processo contro i “veleni”dell`Oliva.

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