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Lo sprint finale dello studente Peppe

«Professore, mi scusi, il presidente vorrebbe anticipare l`esame per via dei suoi impegni istituzionali…». È probabile che nelle aule dell`Università di Messina, l`ateneo dove il governatore Pepp…

Pubblicato il: 21/08/2013 – 10:57
Lo sprint finale dello studente Peppe

«Professore, mi scusi, il presidente vorrebbe anticipare l`esame per via dei suoi impegni istituzionali…». È probabile che nelle aule dell`Università di Messina, l`ateneo dove il governatore Peppe Scopelliti ha conseguito la laurea in Economia e commercio, qualche volta sia stata avanzata una richiesta di questo tipo. E non è neanche troppo difficile immaginare l’imbarazzo composto dei vari docenti, chiamati a interrogare prima e valutare poi la preparazione di uno studente del tutto sui generis: universitario e al tempo stesso, in quel periodo, presidente del consiglio regionale calabrese. Sul fatto che l’ex sindaco di Reggio sia stato uno studente prodigio, oltre che un politico vincente, non sembrano invece esserci dubbi. Talmente straordinario da riuscire a “portare a casa” ben 14 materie in meno di due anni, esattamente dal 13 marzo 1998 al 22 febbraio 2000, proprio quando era il massimo rappresentante dell’assemblea legislativa regionale.
Un fulmine dell’apprendimento, Scopelliti, capace di assimilare nozioni complicate in tempi record. Così veloce da essere quasi ineguagliabile anche per quegli universitari che, malgrado di professione siano soltanto studenti, faticano sui libri giorno e notte, spesso per riuscire a superare anche una sola materia. L’impresa intellettuale è più che notevole, soprattutto per un personaggio politico con un’agenda zeppa di impegni istituzionali, tra riunioni d’assemblea, conferenze di capigruppo, visite di rappresentanza, incontri con la stampa, summit per l’approvazione di nuove leggi e tutte le altre e numerose incombenze a cui deve far fronte un presidente del Consiglio di una regione come la Calabria. Studiare in queste condizioni sarà stata una faticaccia, ma ne è comunque valsa la pena. In quei due anni densi di studio e attività politica, Scopelliti sostiene esami molto impegnativi e, all’età di 33 anni, arriva alla tanta agognata laurea, conseguita dopo 15 anni con il voto finale di 95 su 110. Un punteggio non esaltante, in realtà, ma la smania di completare il ciclo di studi ha spinto il futuro governatore ad accettare qualsiasi voto nelle ultime fasi della sua carriera universitaria.
Nel libretto ci sono i 18 – 4 su 28 materie – ma non mancano i 30 (6), per una media finale non altissima. Ma Scopelliti era studente ormai da troppo tempo, non era il caso di andare per il sottile.
Il suo percorso all’università era iniziato infatti nel lontano 1985, quando era solo un militante 19enne della destra giovanile reggina; di sicuro ambizioso, ma ancora ignaro degli orizzonti che di lì a poco si sarebbero aperti di fronte a lui.
Tra il sogno di diventare un giorno governatore e la realtà, ci sono tomi e tomi da scalare. I primi passi nel mondo accademico sono più che incerti: il primo anno Scopelliti riesce a superare solo un esame complementare, Legislazione scolastica. Ottiene un 28.
L’anno successivo le materie conseguite sono invece due: Demografia (30) e Statistica 1° corso, per la quale ottiene il suo primo 18. Altri due insegnamenti nel 1988 (Spagnolo scritto, 18, e Diritto fallimentare, 20) e tre nel 1989. Il ritmo è quello giusto per evitare la leva militare (all’epoca era ancora obbligatoria), meno per ottenere una laurea nei tempi giusti.
Nel 1990 il trend non migliora, anche perché nel frattempo il futuro sindaco diventa segretario provinciale del Fronte della gioventù di Reggio. Un impegno che gli ruba molto tempo e non gli consente di superare che tre esami.
Stesso andamento anche nel ’91: dal 25 maggio all’11 dicembre il suo cursus honorum si arricchisce di altre tre materie (Merceologia, Diritto commerciale e Istituzioni di diritto pubblico). Ma più va avanti, più la sua passione politica lo allontana dai libri.
Nel ’92 viene eletto in consiglio comunale a Reggio, nelle file dell’Msi. E di esame ne supera solo uno: Diritto del lavoro, voto 27. Il percorso politico di Scopelliti, in compenso, è sempre più ricco di soddisfazioni. Anche se questo comporta un ulteriore allontanamento dagli studi di Economia: dal ’93 alla fine del ’97 non consegue nessun’altra materia. Del resto, la carriera pubblica ha sempre più il vento in poppa: nel 1993 diventa segretario nazionale del Fronte della gioventù. Nel ’94 è il secondo dei non eletti al Parlamento europeo nel collegio dell’Italia meridionale.
Nel ’95 si candida con An al consiglio regionale e ne diventa il presidente. Ma di mettersi a sgobbare sui libri, lo studente-presidente sembra non aver più voglia.
Almeno fino al 1998, l’anno della svolta. E infatti, dopo più di un decennio di risultati accademici piuttosto scarsi, con sole 14 materie all’attivo, il giovanissimo presidente del Consiglio si mette di buzzo buono e comincia a inanellare un esame dopo l’altro. Uno studente a doppia velocità: lentissimo prima, rapidissimo dopo. In 15 anni di studi, è il biennio finale a rasentare la perfezione. È in questo periodo che colleziona gli ultimi 14 esami. Tanti quanti ne aveva fatti nei 13 anni precedenti.
Il filotto inizia il 13 marzo: Economia aziendale, voto 25. Dal 2 al 30 giugno ’98, gli esami superati sono tre: Ragioneria generale applicata 1° e 2° corso (23 e 24 i voti) e Diritto tributario, 26. Il 15 ottobre è la volta di Scienze finanziarie e diritto finanziario. Ma il presidente del Consiglio dà il meglio di sé due mesi dopo: 1 dicembre, Legislazione e tecnica del turismo (30); 14 dicembre, Economia politica (23); 15 dicembre, Matematica generale (27). Niente male per uno studente che in passato, libero da impegni isti- tuzionali, era stato capace di dare un massimo di tre materie per stagione accademica.
Il 22 febbraio del 2000, l’ultima fatica: Istituzioni di diritto privato, uno degli esami più ostici. Scopelliti prende un 20 e, a 33 anni, archivia una (lunga) stagione della vita.
Se ne aprirà subito un’altra, perché nello spazio di poco tempo l’ex universitario fuori corso torna in facoltà, ma stavolta nei panni del professore. Alla faccia di Michel Martone, l’ex sottosegretario del governo Monti convinto che a laurearsi dopo i 28 anni siano solo gli «sfigati». Di tempo ne è passato parecchio, così come sono state molte le vittorie politiche ottenute nei due lustri successivi da Scopelliti, che però non intende rinunciare alle sue velleità accademiche. Oggi insegna Economia regionale nell’ateneo guidato dal rettore Francesco Tomasello. Il materiale didattico proposto quest’anno dal professor-governatore è centrato su fondi Fas e programmazione comunitaria. Di quale regione? Della Calabria, naturalmente. Temi che Scopelliti mastica ogni giorno, da presidente della giunta e da cattedratico. Il governatore è ora collega anche di Antonio Del Pozzo, ex ricercatore di Economia aziendale a Messina, che nel dicembre 1998 Scopelliti nominò – da numero uno del consiglio regionale – presidente di Fincalabra. Stesso incarico di cui beneficiò – sempre per decreto firmato dall’allora presidente di Palazzo Campanella il 25 settembre del 1995 – Domenico Da Empoli, eminente studioso di finanza pubblica originario di Reggio, in passato professore dell’ateneo messinese, oggi ordinario alla “Sapienza” di Roma. Il primo dei due, Del Pozzo, ora è titolare della cattedra di Contabilità e bilancio all’Università di Messina e del presidente-studente conserva vaga memoria: «Non ricordo se fui io a esaminarlo. So che è stato un po’ ritardatario, anche per via della politica, ma quando completava i suoi approfondimenti era valido. Studiava e conquistava le sue materie».
Bene, bravo e – chissà – anche bis. Visto che gli impegni istituzionali non distraggono più di tanto lo studente Scopelliti, un’altra laurea potrebbe arricchire ulteriormente il suo curriculum.

(Il servizio è stato pubblicato sul numero 102 del Corriere della Calabria uscito il 6 giugno 2013)

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