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IL CASO

«Straordinaria e imbarazzante. La Calabria al centro di Milano»

Sono fatte bene, toccano il cuore e, stupidamente, pure l’orgoglio, le installazioni della Calabria nella stazione Centrale di Milano. Spiegano, anche attraverso importanti appuntamenti culturali,…

Pubblicato il: 16/12/2022 – 14:36
di Gioacchino Criaco*
«Straordinaria e imbarazzante. La Calabria al centro di Milano»

Sono fatte bene, toccano il cuore e, stupidamente, pure l’orgoglio, le installazioni della Calabria nella stazione Centrale di Milano. Spiegano, anche attraverso importanti appuntamenti culturali, quanto la nostra Regione sia straordinaria per natura, storia, cultura, stagioni; quanto essa sia straordinariamente fraintesa a causa di una rappresentazione sbagliata: per sciatteria, superficialità, malafede. La Calabria ha un problema di immagine? Ha necessità di essere spiegata meglio? Sì. Sì.
Milano è ovviamente il posto migliore, il luogo centrale in cui costruire o ricostruire. Rispetto a questo, rappresentano una scelta intelligente, razionale, le presenze fisiche e culturali nella Centrale. Vi passano migliaia e migliaia di persone, in un miscuglio sociale, economico, culturale. La stazione di Milano è una vetrina sul mondo.
Se ricostruire l’immagine calabrese e aumentare i flussi turistici, fossero le uniche questioni da risolvere. I soldi spesi sarebbero stati spesi bene. A coloro che hanno realizzato l’impresa andrebbero dedicati minuti di applausi. Senza confondere le acque: gli esborsi, ingenti, erano obbligatoriamente destinati ad attività di tipo turistico, non potevano risolvere problematiche di altra natura. Glam, fosse stata un’iniziativa del Trentino, della Valle d’Aosta, sarebbe sta una cosa cool. E fighe, sarebbero tutte le operazioni d’immagine praticate dalle politiche regionali calabresi, di oggi e di ieri.
Il tutto, da affascinante si trasforma in deprimente. Le note diventano dell’imbarazzo, perché le cose non si costruiscono dal tetto. L’affinamento dell’immagine, la correzione narrativa, devo correre parallelamente con la costruzione di un apparato di ricezione turistica che sia in grado di assorbire i flussi: è come se pubblicizzassimo i gelati non avendo una gelateria. Viabilità e trasporti, per e dalla Calabria, sono contingentati. Le strutture ricettive, reali non dichiarate, sono insufficienti. Quindi: costruisci un sistema turistico e affiancagli un apparato narrativo in grado di sostenerlo, di farlo crescere. Lo sappiamo noi ritornanti, quanto sia complesso e costoso guadagnare la Calabria in periodi di ferie, estive e invernali. Abbiamo spiagge, montagne, musei, storie, imprenditori, tutti straordinariamente sconosciuti. Vanno raccontati, certo. Prima bisogna però attrezzarli al meglio. Spenderli per essi i soldi destinati al turismo.
Dopo sì, se dopo riusciamo a fare operazioni come quella di Milano, o altre che hanno riguardato l’immagine, saremo straordinari, da applausi.
Ora no, adesso, al centro di Milano, per noi calabresi che conosciamo le difficoltà, più dell’orgoglio ci viene sviluppato l’imbarazzo.

*scrittore e giornalista, testo tratto da facebook

(La foto, in tempo reale, è di Francesco Tassone)

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