I territori lungo il tracciato che da Catanzaro porta a Lamezia Terme, sono quelli sui quali dovrebbe nascere la “nuova città”; l’istmo che collega lo Jonio al Tirreno.
L’obiettivo è dare smalto ad una realtà che contribuirà a rendere unico e appetibile il nuovo territorio dopo che avrà acquisito la nuova dimensione che restituirà sviluppo e risalto a tutta la Calabria.
“Spes ultima dea”, dicevano i latini. E la speranza di restituire lustro a questa parte di Calabria passa appunto dalla realizzazione di questo progetto. Un cammino non facile, ma neanche difficile. Ad esso guardano con attenzione non soltanto le comunità interessate, ma anche quelle limitrofe, spinte dall’idea che l’opera favorirà una grande comunità in quel territorio, al centro della Calabria, servito dall’autostrada e da un aeroporto importante, qual è quello di Lamezia Terme. Una città destinata a restituire accoglienza e benessere ai suoi abitanti.
Interessati al progetto sono, infatti, i territori lungo l’ “istmo” che dal Mare Jonio si spinge fin sulla spiaggia del Tirreno, lungo il quale verrebbe costruita la più grande città della Calabria, su un territorio stupendo, unico nel suo genere.
Il futuro dell’interessante progetto dipende dalla valutazione delle realtà politiche che amministrano la Calabria, già contattate e informate dal “Movimento per il rilancio della prospettiva” sulla possibilità di dare un volto nuovo alla Calabria nella parte centrale del suo territorio.
Si tratta adesso di affrontare i problemi per risolverli con saggezza e unità di intenti, sapendo che questa è la strada per superare quell’“opacità” che bloccherebbe lo sviluppo dell’area centrale della Calabria.
Individuati i problemi che potrebbero emergere, si tratta di spendersi per la realizzazione dell’opera. Un lavoro che la “squadra”, capitanata da Piero Amato, ha più volte dibattuto e che demanda ai tecnici per raggiungere il traguardo.
La realizzazione e la valorizzazione del progetto passano entrambe oltre che dall’impegno degli amministratori, anche dalla condivisione dei cittadini, tenendo conto delle tradizioni, dei costumi e delle esperienze acquisite. Spinti dalla volontà di dare sviluppo ad un’area che ne ha bisogno.
Ciò che nascerà sarà frutto di un processo sinergico che richiede un piano d’azione che tenga conto dei bisogni della popolazione, ma anche delle aspettative di chi si è impegnato per il suo sviluppo. Ne sono esempio le città di Reggio Calabria e di Cosenza che, nel tempo, sono riuscite ad ottenere anche più di quanto fosse loro dovuto.
La politica, a Catanzaro e a Lamezia Terme, nonché nei comuni sparsi lungo “l’istmo”, tiene in conto che per realizzare il progetto sarà indispensabile il sostegno delle amministrazioni locali, nonché quello, ancora più importante, della Regione.
L’obiettivo, al di là della condivisione del progetto, è di superare gli eventuali condizionamenti che possono appalesarsi. L’iniziativa, per raggiungere la meta, ha bisogno di essere avviata e curata in tutte le sue fasi in modo da realizzare la “grande città dell’Istmo”, tenendo conto delle esigenze della popolazione, ma soprattutto, degli organi incaricati di esprimere il parere.
È, questa, la svolta che potrebbe dare una prospettiva futura e fiorente alla Calabria. Pensare ad un’area nuova, in un “Campo largo” che va dal Tirreno allo Jonio, significa aver lavorato per il bene delle comunità interessate tenendo conto delle loro tradizioni, degli usi e dei costumi, fino agli stili di vita.
Tutto ciò, considerate le responsabilità, deve far parte degli interessi perseguibili dalle singole Amministrazioni Comunali, affiancando quanti da tempo si battono perché la nuova, grande città dell’istmo, diventi realtà. Sarà questo il momento della rivincita morale dei territori interessati e della Calabria intera.
*giornalista
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