«A 82 anni giovane grazie allo yoga»

Ottantadue anni e non sentirli. Anzi sentirsi completamente «ringiovanito». Giovanni La Salvia, di Rovito nel Cosentino, è fermamente convinto che il merito del suo elisir di lunga vita sia lo yoga. Lo pratica da oltre cinquant’anni e per trenta ha insegnato questa disciplina nelle palestre o nei centri di fisioterapia. Da un anno ha smesso di fare lezioni, ma non esclude di ricominciare. La sua giornata è scandita dall’«allenamento»: fa gli esercizi per circa cinque ore al mattino. È la sua terapia. «Giorni fa – racconta – sono stato da un medico: ha detto che la mia pelle è perfettamente idratata, levigata ed elastica. Il merito? Lo yoga». Ma il suo interesse inizia molto tempo fa. Anche la sua memoria è allenata: «Il 2 gennaio del 1961 a Zurigo frequento la migliore scuola europea di yoga. Perché? Mi indispettisce il razzismo elvetico. Per caso, leggendo un articolo del Corriere della Sera apprendo che lo yoga trasmette calma. Lo dice pure il mio oroscopo: sono dei Pesci e noi siamo eterei, sognatori metafisici. Il mio maestro è Selvarajan Yesurian. Dopo il soggiorno svizzero, durato sette anni, mi trasferisco in Inghilterra. Ma dopo quattro mesi torno in Italia e a Rimini, nel 1969, incontro la donna della mia vita: una tedesca di cui mi innamoro perdutamente. Diventa la mia fidanzata e la seguo in Germania. Lì la Volkshochschule, una delle scuole di yoga più prestigiose, mi chiede di insegnare. Rimango per sei anni. Poi il mio grande amore muore e decido di lasciare la Germania. Nel 1979 torno a Rovito e da allora fino allo scorso anno ho insegnato yoga a Cosenza. Ho anche fatto il direttore e il segretario di alberghi sulle coste calabresi. In autunno, però, vorrei riprendere le lezioni. Vedremo».
«Da oltre 30 anni – dice Giovanni – sono maestro di yoga. Preferisco definirmi insegnante, termine che rappresenta la saggezza. Le mie prime lezioni costavano 16mila lire per gli adulti, 10 per gli studenti e 5 per i bambini. Quando sono tornato dalla Germania mi sono dovuto abituare all’abito mentale dei calabresi e in particolare dei cosentini. Inizialmente le adesioni sono state maggiori, poi sono diminuite perché all’opera ci sono molti ciarlatani, cioè persone che insegnano non avendone i requisiti». Per Giovanni lo yoga «è uno stile di vita, ma soprattutto un distillato di saggezza. Il mio corpo – afferma con orgoglio – è abituato ed è ringiovanito. Ho 82 anni abbondanti e come vede non sono rimbambito. Gli esercizi fisici e respiratori si uniscono a quelli spirituali e mentali. Io sono passato indenne da alcune tempeste esistenziali grazie allo yoga. Anche nel momento tragico della morte del mio amore tedesco è stata questa disciplina ad aiutarmi». Il maestro, alla luce della sua lunga esperienza, lamenta il «provincialismo culturale dei cosentini. Molti hanno frequentato le mie lezioni – aggiunge – per placare l’ansia o curare problemi posturali. Non ho mai avuto tantissimi praticanti (a me non piace la parola allievo) anche per motivi economici». E sorridendo racconta un episodio curioso: «Una volta è venuta da me una professoressa del liceo per imparare una tecnica tantrica: voleva sviluppare energia sessuale e offrire prestazioni particolari al marito». Il maestro starebbe ore a parlare dello yoga e della sua esperienza, ma solo di pomeriggio o la sera: «La mattina mi alleno, altrimenti come potrei mantenermi così giovane?».