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Scambio voti-favori

È il 9 marzo e da 15 minuti sono passate le 16. Davanti al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e al sostituto della Dda Giuseppe Lombardo c’è il consigliere comunale Manlio Flesca. Con …

Pubblicato il: 29/07/2011 – 16:54
Scambio voti-favori

È il 9 marzo e da 15 minuti sono passate le 16. Davanti al procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e al sostituto della Dda Giuseppe Lombardo c’è il consigliere comunale Manlio Flesca. Con lui l’avvocato Pasquale Foti. Il politico è accusato di corruzione elettorale. Il suo nome compare nell’inchiesta “Meta”. I Ros lo hanno intercettato con l’imprenditore Vincenzo Barbieri, coinvolto nella stessa indagine che ha inferto un duro colpo alle cosche reggine.  
Un’ora e mezza di interrogatorio. E questa è già una notizia perché Manlio Flesca, a dispetto di quanto ci si aspettava, ha deciso di rispondere ai magistrati. Di fornire spiegazioni circa le contestazioni formulate dalla Direzione distrettuale antimafia nell’avviso di comparizione notificatogli la settimana precedente.
Stando all’informativa del 14 febbraio 2009, il consigliere eletto nelle file di An nel 2002 e confermato nel 2007, avrebbe promesso all’imprenditore Barbieri di fare assumere la moglie, Vincenza Musarella, alla Reges, la società mista che si occupa della riscossione dei tributi comunali.
In cambio 200 voti che l’indagato nell’inchiesta “Meta” avrebbe garantito se l’assunzione fosse avvenuta prima delle amministrative.
Diverse le intercettazioni che, secondo il sostituto procuratore Lombardo, non lasciano adito a dubbi nel ritenere che si sia materializzato uno scambio di voti. Reato che presto dovrebbe portare la Procura della Repubblica a chiedere il rinvio a giudizio per Flesca.
Dall’interrogatorio viene fuori il ritratto di un politico che ha paura. Paura di rimanere coinvolto in una vicenda dove, forse, non è il solo protagonista.  Abbozza una difesa che è l’unica possibile visto che la moglie dell’imprenditore è stata realmente assunta alla Reges e vista la chiarezza delle conversazioni intrattenute con Barbieri il quale, poche settimane prima del voto, aveva avuto anche un’accesa discussione con il consigliere comunale (che ancora non aveva provveduto all’assunzione della Musarella) minacciando addirittura di rivolgersi direttamente al sindaco Giuseppe Scopelliti.
Cosa che fece, stando sempre all’informativa dei Ros, e che casualmente fu seguita dal colloquio della moglie alla Reges, dove fu assunta subito dopo.
«Era una persona che chiedeva sempre, forse per abitudine non lo so, sapendo anche i rapporti che io avevo… con il sindaco di allora, voglio dire allora era venuto a chiedermi se potevo fare qualcosa per sua moglie. Se c’era la possibilità in qualche settore in qualche cosa… di lavorare, una cosa così».
Il consigliere Flesca cerca di minimizzare e, in un territorio dove la disoccupazione raggiunge livelli altissimi, definisce un’assunzione come «una cosa così».
Politica uguale agenzia interinale. La sensazione è questa in riva allo Stretto. Flesca prende le distanze da un binomio funzionale alle elezioni, ma allo stesso tempo ammette che fa parte della quotidianità di un consigliere comunale essere destinatario delle richieste di lavoro: «Mi capita giornalmente di ricevere questi tipi di telefonate e questi tipi di richieste; l’ultima stamattina: voglio dire un signore è venuto allo studio per chiedere se gli potevo dare una mano con l’attuale governatore. Gli ho detto che non sono nelle condizioni né nelle possibilità di poter fare questo. Sono richieste che un politico riceve giornalmente».
Ma dove assumere la moglie di Barbieri? «Sicuramente sempre settori dell’amministrazione comunale perché altre, diciamo, non era possibile, voglio dire neanche in questi settori, figuriamoci in altri».
Il consigliere comunale di An nega, inoltre, di aver ricevuto la proposta di barattare i voti con il posto di lavoro di Vincenza Musarella: «No, a me mai personalmente ha detto queste cose dei 200 voti».  E ancora: «Mai fatto richiesta di voti che volevo 200 voti o che lui mi dava 200 voti».
Eppure i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale hanno ascoltato Barbieri mentre si lamentava con il presidente della circoscrizione di Catona, Albino Passalacqua, del comportamento di Flesca: «Dove sono passato e gli ho detto di votarlo vado e gli dico di non votarlo più… gli avevo raccolto duecento voti allo storto… duecento voti gli avevo raccolto».
Flesca cerca di pesare le parole davanti al pm Lombardo. Sa che quelle dichiarazioni potrebbero essere utilizzate contro di lui. Cade in qualche contraddizione. Sostiene che “Compare Cosimo” citato nelle intercettazioni con Barbieri sia il rom Cosimo Bevilacqua e non il boss latitante Cosimo Alvaro. Nega di conoscere il capocosca di Sinopoli, figlio del mammasantissima don Mico Alvaro a lungo ricoverato nella clinica privata Villa Aurora dove Flesca presta servizio nel reparto di lunga degenza.
Eppure erano assieme al famoso pranzo organizzato dai Barbieri al ristorante “Villa Fenice” a Gallico dove, oltre a Cosimo Alvaro e ai suoi fratelli, c’era anche il sindaco Scopelliti a festeggiare i 50 anni di matrimonio dei genitori degli indagati per mafia.
«Siamo andati insieme all’allora sindaco con la moglie e la mia compagna. – spiega Flesca – Loro mi hanno pressato se gli facevo questa grande soddisfazione se gli potevo… ai festeggiamenti dei genitori gli potevo portare il sindaco».
Sindaco che il 15 ottobre 2006, giorno della cerimonia, stando alla versione ricostruita da Flesca, non conosceva gli imprenditori Barbieri. Versione che tuttavia cozza con l’intercettazione delle 13:15 del 10 ottobre 2006, appena cinque giorni prima. Carmelo Barbieri parla al telefono con un suo dipendente, Alessio Suraci, il quale gli riferisce di avere «avuto un imprevisto – scrive il Ros – con il  fratello Barbieri Vincenzo Carmine e di trovarsi  presso l’abitazione del sindaco, per riparare il citofono di casa».
Quindi, leggendo l’informativa dell’inchiesta “Meta”, Scopelliti non ha conosciuto Vincenzo Barbieri al banchetto, in cui si sarebbe trovato casualmente, dato che l’imprenditore indagato addirittura cinque giorni prima si trovava a casa del sindaco per riparare il citofono.
Ma le risposte più pesanti, sono quelle che Flesca dà al suo avvocato. Sostiene di non avere avuto «la forza e il potere» di soddisfare i desiderata di Barbieri. Non dice espressamente chi aveva quella forza e quel potere. Lo lascia intendere. A questo punto è utile rileggere lo stralcio dell’interrogatorio reso in Procura.
Avvocato: Le richieste relative alla moglie o altre richieste sono iniziate quando?
Flesca: Nel periodo che l’ho conosciuto
Avvocato: Cioè lui già da allora le faceva queste richieste?
Flesca: Sì già da allora… quando diciamo ha frequentato il mio ufficio. In più mi ha fatto..sapendo diciamo la mia posizione.. diciamo di rapporto con il sindaco ha iniziato con le richieste.
Avvocato: Le richieste erano finalizzate ad ottenere direttamente da lei?
Flesca: No, io glielo avevo detto che non avevo la forza o il potere per poterlo fare… io mi dovevo rivolgere ad altre persone, non avevo la…
Avvocato: Quindi chiedeva di poter intercedere lei.
Flesca: Si, intercedere perché non avevo…
Avvocato: Nei confronti di chi?
Flesca: Nei confronti del sindaco e diciamo del capo di gabinetto.
Avvocato: Senta, ma l’insistenza che aveva Barbieri era finalizzata ad ottenere l’assunzione solo alla Reges o comunque insisteva per avere un qualsiasi…
Flesca: No insisteva per vedere dove era possibile magari in quel momento c’era quella selezione ma poteva essere in qualsiasi settore, ambito non specificatamente ma la sua cosa era più concentrata lì perché sua moglie aveva fatto la selezione.
Avvocato: Aveva partecipato. Lei in quell’occasione promise a Barbieri di risolvere il problema?
Flesca: No, non lo potevo… io personalmente non potevo, non avevo la capacità o la forza né il potere di poter fare determinate promesse.
Avvocato: Una volta che ha instaurato i rapporti con il sindaco, l’avvocato Zoccali o con al
tri, lui (Barbieri, ndr) comunque passava attraverso di lei oppure si gestiva i rapporti personali?
Flesca: No, andava anche da solo a trovare al sindaco o come prima c’era scritto là che andava da Pontari per magari parlare pure con lui. Ho saputo che qualche volta è andato pure di sua spontanea volontà a trovare come si dice.
Avvocato:  Iniziativa…
Flesca: Iniziativa a palazzo San Giorgio a trovare al sindaco o all’avvocato Zoccali oppure dove incontrava il sindaco magari gli domandava..questo l’ho anche letto sui giornali da quando sono uscite tutte queste notiziole.
Avvocato: Senta dal punto di vista politico la carica avuta, l’incarico più che la carica.
Flesca: La delega.
Avvocato: La delega avuta nel periodo 2004-2007 quanto meno fino alle elezioni lei ritiene non le ha portato nessun vantaggio dal punto di vista elettorale?
Flesca: Assolutamente no. Ripeto per come intendo io la politica perché l’ho fatta… sono andato lì perché me lo ha chiesto il sindaco e per dare un servizio alla cittadinanza ma per il resto nessun tipo… e penso che lei come avvocato e il procuratore sanno che è un settore molto nevralgico che gestisce un apparato importante della città di appalti e di tutto. Io quindi ho chiesto alle varie imprese in maniera tranquilla, come l’ho fatto con i semplici cittadini, che sono candidato e dare i miei bigliettini se mi possono dare qualche preferenza ma sicuramente dalla delega non ho ottenuto niente se non due anni quanto sono stati trascorsi in mezzo ai problemi fognari e quanto altro per la città.

Lucio Musolino

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