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Apq Gioia, le bugie della Regione

Scava, scava, le contraddizioni insite nella dis-informazione portata avanti dalla Regione rispetto alla crisi dell`area portuale-industriale di Gioia Tauro, alla fine, vengono a galla. Dolenti not…

Pubblicato il: 29/07/2011 – 18:03
Apq Gioia, le bugie della Regione

Scava, scava, le contraddizioni insite nella dis-informazione portata avanti dalla Regione rispetto alla crisi dell`area portuale-industriale di Gioia Tauro, alla fine, vengono a galla. Dolenti note, aggravate dal fatto che il declino di quello che fino al 2009 fu il primo porto del Mediterraneo per traffico di container galoppa di giorno in giorno, mentre l`esecutivo regionale accumula ritardi e fa i conti a Roma con i nuovi  tradimenti del governo Berlusconi. Sull`Accordo di programma quadro, il documento della discordia che mette assieme una gran mole di fondi europei e nazionali ancora non stanziati, l` arma della propaganda del centrodestra calabrese sembra ritorcersi contro il governatore Giuseppe Scopelliti.

La storia
L`Apq, predisposto dalla giunta Loiero con un ruolino di marcia mai sanzionato dalle autorità di Sorveglianza dell`Unione europea, venne stipulato il 10 settembre scorso nella Capitale ed enfatizzato, attraverso il solito comunicato stampa della Regione, per dare dei “meriti” precisi all`attuale governo regionale. Solo che oggi si scopre che questi virtuosismi , sbandierati per dare l`idea di una compagine politica che in appena tre mesi aveva smosso gli uffici prima fannulloni, altro non sono che la “croce e delizia” di una classe dirigente. Più “croce” che “delizia”, a dire la verità, visto che a fare una brutta figura per via della comunicazione avventata è, oltre al governatore, l`assessore al Bilancio Giacomo Mancini.

La sintonia tra Prodi e Loiero

L`Apq approvato dalla giunta Loiero nel febbraio del 2010 si è mosso in linea con il cronoprogramma dettato dagli organismi europei, nell`ambito di un vertice operativo svoltosi a Gioia Tauro due mesi prima e alla presenza della commissaria Danuta Hubner. Un solo incidente di percorso nell`iter, per un nulla osta arrivato poco dopo da parte della Divisione incentivi del ministero dello Sviluppo, che comunque non ha pregiudicato il rispetto dei tempi, con lo stesso dicastero che aveva autorizzato la Regione a procedere alla stipula entro il 10 settembre 2010. La partita economica, mettendo intorno al tavolo anche i delegati del ministero dei Traporti, dell`autorità portuale, del consorzio Asi, delle parti sociali, dei terminalisti che operano nel porto e della società Rfi di Trenitalia, venne considerata subito ingente e proporzionata all`esigenza di creare un “Polo logistico intermodale”, utilizzando 163 milioni disponibili.  L`obiettivo era di creare intorno al porto un tessuto produttivo nuovo dedicato alla lavorazione di una parte delle merci in arrivo e, inoltre, ridurre le storiche criticità del sistema infrastrutturale locale attraverso la creazione di uno snodo ferroviario all`avanguardia (gateway) che collegasse il terminal ai grandi centri di distribuzione nazionali. Per l`allora presidente del consiglio Romano Prodi «la Calabria è Gioia Tauro», e quindi la scelta degli organismi di Bruxelles di spostarsi nella nostra regione per fare il punto in presa diretta venne letta come una prova dell`attenzione concreta che le veniva  riservata. Si vuole ampliare la capacità attrattiva dell`area, superando l`unica specializzazione del porto nel trasbordo dei container. Un valore aggiunto da 7 mila nuovi occupati previsti, per puntellare i record del terminal capace così di attrarre i flussi crescenti di traffico nel Mediterraneo, spingendo nuovi operatori internazionali a scalare in maniera sempre più massiccia l`infrastruttura calabrese. Un Apq per la seconda vita dell`area, servita per 16 anni solo da “porta dell`Europa” per i traffici dall`Estremo Oriente, e ora nelle previsioni dei due governi di centrosinistra capace di diventare un distripark internazionale su ferrovia e su gomma, dopo l`apertura dei container  e la lavorazione della merce.

E per cambiare… propaganda    

Dal 27 febbraio 2010, data di approvazione da parte della giunta di centrosinistra del documento a cui aveva lavorato il sottosegretario Sergio Laganà, l`Apq fa il normale giro dei diversi uffici calabresi, nazionali ed europei coinvolti nell`imponente iter, ma viene approvato a Roma solo nel settembre successivo dalla nuova amministrazione regionale, nell`ultimo giorno utile indicato dagli uffici dell`Ue. Ci sono parecchie novità, però, alla base di un documento che i nuovi amministratori regionali hanno rimodulato in maniera sostanziale e, come vedremo, contraddittoria e incerta. L`articolato sistema degli interventi di cui ora il centrodestra chiede il finanziamento passa da un ammontare di  163 milioni, così come realisticamente aveva indicato la giunta Loiero, ad una cifra che l`esecutivo Scopelliti sbandiera come un successo: 443,8 milioni. Chi non gioirebbe sapendo di così tanta abbondanza di fondi che sembrano certi e aggiuntivi? Infatti Scopelliti e Mancini, nel definire la nuova formula dell`Apq capace di far diventare «Gioia Tauro meno isolata», non solo godono pubblicamente per quello che a loro sembra un successo; non solo polemizzano col governo precedente che si era “dimenticato” di queste nuove risorse ma, come sempre accade negli eccessi di zelo, anticipano involontariamente le ragioni dell`odierno fallimento dell`Apq e, quindi, della scelta fatta. Gli euro in più portati in dote, si legge nel comunicato stampa trionfalistico diramato quel giorno, sono frutto «di un impegno sostanziale di Rfi, che ha aggiunto 280,5 milioni», per interventi che questa volta si allargano fino a comprendere altre «parti del territorio della regione».

L`avviso inascoltato  

In realtà gli inviti a placare l`entusiasmo  non sono mancati e per tempo, mentre nell`area  cominciava ad affacciarsi lo spettro della crisi con la seconda ondata di cassintegrazione, il parlamentare Aurelio Misiti sgonfiava ogni clamore. «Non prendiamo in giro i calabresi – dichiarò l`oggi sottosegretario del governo Berlusconi -. I 280 milioni che secondo la Regione sono stati aggiunti per il sistema della mobilità calabrese sono fondi già stanziati da oltre un anno e precisamente con un decreto del ministero delle Infrastrutture del 16 giugno 2009».  Insomma c`erano tutti gli elementi per scoprire in tempo il bluff, non propagandare ulteriormente una partita di giro creata solo per assumere la paternità politica di un documento tecnico che oggi, invece, rimane  a secco di fondi proprio per l`appesantimento che al governatore sembrava così entusiasmante.

Il tradimento di Rfi

Ed è lo stesso centrodestra ad annunciare il proprio fallimento per l`Apq, attraverso un documento politico  approvato nell`ultima seduta del consiglio regionale. In pratica l`Accordo di programma, elaborato dalla precedente giunta, sfilacciato dall`attuale esecutivo regionale, si è “rotto” tanto che, mentre a Gioia Tauro si radicalizza la protesta, la maggioranza deve correre ai ripari. «Sollecitare Rfi a fornire cronoprogramma per le attività previste nell`Apq», scrivono i consiglieri guidati da Luigi Fedele nell`ordine del giorno licenziato per imporre a Scopelliti di fare la voce grossa a Roma. Visti gli enormi ritardi della società ferroviaria che impediscono l`arrivo di tutte le risorse. Questi sì, veri ritardi. E, soprattutto, visto il sospetto che quei fondi non ci siano proprio. Stanziati per altre opere. Ma tutto questo la comunicazione istituzionale della Regione non lo dirà.

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