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Porto in crisi, il Consiglio parla d`altro

Ritardi, disattenzioni, conflittualità e approssimazione della politica rispetto alla crisi dell’area portuale-industriale di Gioia Tauro. Se qualcuno avesse avuto bisogno della prova del nove su q…

Pubblicato il: 29/07/2011 – 18:09
Porto in crisi, il Consiglio parla d`altro

Ritardi, disattenzioni, conflittualità e approssimazione della politica rispetto alla crisi dell’area portuale-industriale di Gioia Tauro. Se qualcuno avesse avuto bisogno della prova del nove su questi limiti della classe dirigente, sarebbe bastato seguire l’ultima seduta del consiglio regionale. Il porto è col fiato sospeso dall’autunno scorso? Il governo favorisce i siti di Trieste e Genova, dove si spostano compagnie che erano in Calabria? Il consigliere di maggioranza Candeloro Imbalzano, nelle tre ore di un dibattito voluto per rafforzare il governatore Giuseppe Scopelliti in vista della riunione nella Capitale di due giorni dopo, fa autocritica: <>. In tempi di retorica sulla “corsia preferenziale Roma-Catanzaro”, non un ritardo di poco conto quello denunciato, visto che dal Consiglio del 31 gennaio ad oggi si è aggiunta la fuga della compagnia Maersk e un esubero di almeno 300 addetti. A guardare i gradoni che costeggiano i banchi, zeppi di consiglieri distratti e vocianti mentre il collega di turno parla, però, l’autoammonimento del consigliere è sembrato vanificato dal largo disinteresse dell’Assemblea, dove c’è <>. C’è perfino chi fuma dissacrando il mogano del parlamento calabrese, mentre dal microfono Agazio Loiero invita a evitare il frastuono molesto e Peppe Bova dileggia Giovanni Biliardi nel capannello davanti alla Presidenza: <>. Eppure c’è l’ostentata preoccupazione di chi come Luigi Fedele, capogruppo Pdl, enfatizza che <>. Una chiamata alle armi che il centrodestra vorrebbe unitaria, presentando però un Ordine del giorno diverso da quello proposto da Sandro Principe (Pd), che tale rimarrà fino alla fine benché costanti, nella seduta, siano stati gli abboccamenti tra l’ex sindaco di Rende e Fedele. Il capogruppo democrat e l’omologo della Federazione della sinistra, Nino De Gaetano, incorrono pure in due lapsus. Principe, per attaccare <>, rimpiange Romano Prodi per le sue <>, dimenticando che l’allora presidente del consiglio dirottò su Taranto i cinesi di Evergreen, intenzionati nel 1996 a gestire una parte del terminal calabrese, evitando il monopolio di Contship. Stesso elogio approssimativo del consigliere comunista che riconosce al leader ulivista <> che invece, tre anni prima del suo governo, era stata del premier Ciampi. Parlano in 11 prima delle conclusioni di Scopelliti, in un dibattito in certi punti seguito da appena nove consiglieri, e diventato specchio parolaio di un passato che divide il Palazzo – mentre nelle stesse ora davanti al porto si radicalizzavano i sit-in di sindacati e imprenditori locali – e di un presente pure inconcludente. Nicola Adamo propone l’istituzione di <> e sprona la Regione a dire <>. Ricevendo soddisfazione da Scopelliti che, per la prima volta, si trova a <>. Anche Pasquale Tripodi insegue la fine di un privilegio: <>. Alfonso Dattolo, Udc, riesuma l’ambiguità del suo partito, in Calabria col centrodestra, a Roma contro. Si dice preoccupato in vista del vertice che il “suo” governatore avrà 48 ore dopo con due ministri, <>. Il perché non si sia arrivati a un documento comune, con l’aula che ha bocciato l’Odg delle opposizioni e incomprensibili astensioni incrociate sui due testi, potrebbe spiegarsi con un’incongruenza nella risoluzione del centrodestra approvata, peraltro neanche rilevata dall’opposizione. Fra le altre cose, <>. Ma questa riunione era stata già convocata. Anzi era il vero motivo di una seduta del Consiglio surreale fino alla fine.

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