Il porto in crisi ha fatto il miracolo, ma, come tutti i successi spuntati dalla depressione economica, non c`è da stare allegri. Mentre si susseguono le «riunioni interlocutorie» su una vertenza in cui l’azienda Medcenter annuncia che rischiano il posto di lavoro 467 portuali su 1086, non ci si poteva aspettare un “miracolo Gioia Tauro” come 16 anni fa, capace di rivoluzionare le rotte nel Mediterraneo. Bisogna accontentarsi di un prodigio meno ambizioso. Il governatore Giuseppe Scopelliti, questo è il fatto nuovo, è d`accordo contemporaneamente con i sindacati e con la deputata di Fli Angela Napoli. Si trovano in sintonia su un punto: vorrebbero cambiare il destino della concessione cinquantennale con cui lo Stato ha dato alla società di Contship il monopolio del carico e scarico dei container nel terminal.
Proposte di retroguardia
Il presidente, la parlamentare e i sindacalisti delineano uno schieramento inatteso, sostenendo che – vista l`incapacità del terminalista di trovare nuovi clienti dopo aver perso la compagnia Maersk – bisogna far liberare alla società concessionaria una parte della banchina a favore di altri gestori. Vogliono due terminal concorrenti. Un`unità d`intenti benefica, sebbene tardiva, che però sta avendo un effetto distraente perché, ammesso che si possa rimodulare il contratto con Medcenter, gli analisti ritengono che Gioia Tauro non abbia bisogno di altri terminalisti, ma di nuovi clienti che spostino la prua delle navi verso la Calabria.
Il cambio di rotta
La nuova determinazione politico-sindacale favorevole al cambio di assetti lungo i 3.600 metri dei moli governati dal gestore unico, è salita al rango di “miracolo” solo dopo che il governatore ha deciso di seguire la Napoli e i sindacati che già da tempo, fuori dal clima arroventato della vertenza, denunciavano la rigidità di Medcenter. La società ha da sempre una posizione dominante e si sa che quando in un mercato l`economia ruota attorno alle strategie di un unico soggetto, le altre imprese che vogliono sopravvivere devono adattarsi e seguire l’azienda monopolista. E così è stato a Gioia Tauro, dove la protezione del monopolio è stata ferrea. Perfino al sindacato Sul, che con due delegati nel comitato portuale è l’organizzazione più forte, sono stati negati gli atti per “studiare” l’attuale formulazione della concessione.
Il sospetto inciucio
Esiste un esposto, presentato da tempo alla Procura, che lancia il sospetto che la posizione di forza che Medcenter ha nel mercato locale, corrisponda anche a un controllo politico implicito del comitato portuale dove siedono un gran numero di rappresentanti delle ditte che hanno una dipendenza economica dal gestore del terminal. Il tema dei dubbi sulle scelte univoche del monopolista non è nuovo, quindi, ma nuove sono le critiche della Regione che, al pari delle altre istituzioni, non le ha mai messe nero su bianco. Quella del governatore è quindi una critica tattica, sorta nel bel mezzo di un braccio di ferro in cui la politica vuole scongiurare la messa in mobilità dei portuali e cerca di fare la voce grossa.
L`altro miracolo
Un`altra critica (tardiva) al monopolista che in questi anni ha fatto il suo lavoro approfittando di un ambiente favorevolissimo è venuta dal presidente dell`autorità portuale, Giovanni Grimaldi. Ovvio che se così tante posizioni storiche cambiano in una volta, vuol dire che qualche conto non torna. Scopelliti, continuando nella sua navigazione a vista, cui è costretto da una partita commerciale internazionale dove gli esuberi dei lavoratori sono diventati il costo sociale da pagare per la crisi del monopolio – non affrontata per tempo – sta tentando di contattare il patron della compagnia Msc, Gianluigi Aponte. L`intenzione è quella di verificare le possibilità che il manager porti il suo gruppo a gestire un secondo terminal, attività da aggiungere al trasporto su nave dei container, che oggi vede l`armatore come unico cliente dello scalo. Anche in questo caso qualcosa non torna, perché questa società quando il porto era leader nel Mediterraneo aveva chiesto di gestire una banchina da assegnare, ricevendo risposte evasive dal Comitato. Quest’organismo è diventato in questi anni “guardiano” di un monopolio che ha avvolto come un’ombra, prima benefica e oggi scomoda, tanti soggetti che ora contestano il sistema.
La trattativa
Maersk, il cliente che ha considerato non più ottimale scalare Gioia Tauro, detiene però il 35% di Medcenter. Quindi gestisce per quota parte un porto che non gli interessa per la movimentazione dei container che viaggiano sulle proprie navi, e che invece sembra convenirgli che rimanga così, visto che non vuole vendere le sue quote. L’unico grosso cliente che utilizza il terminal calabrese, la compagnia Msc, fino ad oggi tenuta lontana dalla gestione del terminal, è concorrente di Maersk per il trasporto della merce. Per il socio del monopolista, quindi, è sempre ottimale poter determinare le sorti di un porto dove attraccano le navi di un suo competitore. C’è quindi una partita a scacchi tra le due più grandi compagnie marittime al mondo e 497 lavoratori sono diventati pedine di questo gioco.
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