«Potenziare la rete infrastrutturale locale e l`attrattività del territorio calabrese». L`amministratore delegato di “One works”, Giulio De Carli, 49 anni, con una lunga esperienza in tema di progettazione di aeroscali in Italia, non ha dubbi sulla ricetta per rafforzare il sistema aeroportuale calabrese. Un sistema definito da De Carli «particolarmente debole» e che «non ha bisogno di nuovi scali ma di rafforzare quelli esistenti».
Quali sono le principali cause di questa debolezza?
«Le difficoltà per il Mezzogiorno, e per la Calabria in particolare, non sono certamente legate alla scarsità di scali ma alla mancanza di integrazione tra aeroporti e altre infrastrutture locali. E non mi riferisco solo alla rete di trasporto, anche essa deficitaria e fondamentale per creare spostamenti rapidi da e per gli aeroporti. In Calabria mancano le condizioni necessarie per far sì che uno scalo diventi veramente competitivo».
Si spieghi meglio.
«Mi riferisco a un sistema produttivo complessivamente debole e incapace di mettere in rete le sue eccellenze nei settori dove la regione potrebbe dire la sua. Penso al turismo, all`agricoltura. Per fare questo occorre creare le basi di una crescita reale dell`economia locale e poi connetterla al resto del mondo. In altre parole, per vedere crescere uno scalo, occorre prima rendere attrattivo il territorio».
Ma non potrebbero essere proprio gli scali a far decollare l`economia locale?
«Sì, certo. Ma questo concetto è come il cane che si morde la corda. Non si può pensare di costruire uno scalo e tramite questo far crescere l`economia locale. Occorre, invece, progettare uno scalo all`interno di un`idea complessiva di sviluppo di un`area. I gestori degli aeroporti calabresi e la politica locale lavorino insieme per fare sistema. In questo modo si può veramente contribuire a far crescere la competitività non solo dello scalo aeroportuale ma dell`intero territorio».
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