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Sibari strega i tedeschi con i canditi al cioccolato

Difficile trovare sulla tavola dei calabresi i canditi ricoperti di cioccolato, realizzati con prodotti biologici della Sibaritide. È più facile trovarli nelle cucine degli austriaci o degli svizze…

Pubblicato il: 29/07/2011 – 19:28
Sibari strega i tedeschi con i canditi al cioccolato

Difficile trovare sulla tavola dei calabresi i canditi ricoperti di cioccolato, realizzati con prodotti biologici della Sibaritide. È più facile trovarli nelle cucine degli austriaci o degli svizzeri. Si tratta di una delle specialità del Gruppo BioSybaris, che non viene commercializzata nella nostra regione. «La Calabria – spiega Anita Minisci, una delle titolari dell’azienda – non è ancora interessata al biologico. Noi non vendiamo quasi nulla qui, tranne qualche rara richiesta da parte dei Gruppi d’acquisto solidale (Gas). Non è diffusa la ricerca del prodotto esente da sostanze chimiche, ma soprattutto il consumatore locale è poco informato e non conosce la differenza tra sostanze chimiche e naturali. Non si chiede un’agricoltura alternativa perché non esiste una cultura di massa del biologico. Il 90 per cento della nostra produzione viene esportata all’estero, in particolare in Germania, Austria, Svizzera, Canada e Paesi scandinavi». La BioSybaris da oltre venti anni si dedica esclusivamente all’agricoltura biologica, diffondendo in tutto il mondo olio extravergine d’oliva, frutta, ortaggi e canditi ricoperti di cioccolato.
Anita Minisci ha le idee chiare sul perché questo genere di produzione stenta a decollare in Calabria: «Insisto nel sostenere che si tratta di un problema sociale e culturale. Negli scorsi anni un tentativo è stato compiuto, ma senza successo. Infatti i supermercati dovevano attrezzarsi con i prodotti biologici, ma quell’esperienza si è trasformata in un flop. I motivi sono da ricercare anche nel fattore economico: il bio costa molto e vendendo poco non è facile abbassare il prezzo. Per dare un input definitivo all’agricoltura biologica bisognerebbe agire su due fronti: la comunicazione e la variabile prezzo. A volte, i prodotti bio sono esteticamente meno attraenti e quindi riescono a convincere meno il consumatore. Stiamo puntando molto sulla formazione: i bambini delle scuole elementari hanno visitato la nostra azienda, assaggiato le clementine per capire cosa è l’agricoltura biologica».
Per Roberto Ceraudo, uno dei pionieri dell’agricoltura alternativa in Calabria, biologico è sinonimo di qualità. L’assenza di sostanze chimiche e il richiamo alla natura sono gli ingredienti principali del Bianco e dell’olio extravergine, prodotti nella sua azienda a Strongoli. «Facciamo agricoltura biologica dal 1989 – racconta Ceraudo –. Siamo stati i primi in Calabria e poi si è avuto un boom nel 2007, quando una normativa europea ha stabilito l’erogazione di contributi per il settore. Dopo 21 anni siamo soddisfatti di aver creato un ambiente naturale dal quale ottenere olio e vino senza sostanze chimiche. Nel 1989 ho avuto un problema con un pesticida che ha danneggiato la mia produzione e da quel momento ho deciso di dedicarmi al biologico. I primi anni sono stati un po’ difficili, poi tutto è diventato più semplice. Produciamo circa 20-25mila bottiglie di olio e 80mila di vino, cercando sempre di realizzare un buon rapporto qualità-prezzo. Non usiamo sostanze chimiche nell’uva ma lieviti selezionati. L’obiettivo è ottenere prodotti di grande qualità. Se un olio non è un grande olio, non diventa prelibato soltanto perché biologico. La nostra azienda riesce a produrre olio pregiato venduto poi a 15-20 euro al litro, che non è un prezzo stracciato ma è garanzia di qualità». E per Ceraudo il mercato calabrese non è off limits: «Esportiamo i nostri prodotti all’estero e nelle altre regioni italiane, ma riusciamo a vendere anche qui».

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