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Tre consulenti per tagliare le consulenze

«Ma davvero esiste questa commissione? Se c`è, non è pervenuta». Il consigliere regionale di opposizione non ne sa nulla, eppure dovrebbe. Intanto, l`organismo in questione non è una commissione, m…

Pubblicato il: 30/07/2011 – 16:35
Tre consulenti per tagliare le consulenze

«Ma davvero esiste questa commissione? Se c`è, non è pervenuta». Il consigliere regionale di opposizione non ne sa nulla, eppure dovrebbe. Intanto, l`organismo in questione non è una commissione, ma un`Autorità. Ha un profilo alto, insomma. E, in tempi in cui il dibattito sui costi della politica si fa feroce, ci sta che una Regione si doti di organismi del genere. Alla Calabria serviva proprio l`Autorità regionale per la valutazione delle attività di consulenza. L`ha istituita il vecchio consiglio regionale a maggioranza di centrosinistra nel 2010. Ovviamente, l`unico modo che hanno trovato per disciplinare il ricorso ai consulenti esterni è stato quello di nominare tre consulenti esterni che facciano le pulci ai loro “colleghi”. Il centrodestra, già che c`era, non si è lasciato scappare l`occasione per  riempire tre poltrone, rispettando i requisiti previsti dalla norma. I membri della struttura devono, infatti, avere la caratteristica della «provata professionalità» e non rivestire «incarichi pubblici elettivi né cariche di rappresentanza di partiti politici». Ottimo, si direbbe, se non fosse che la formulazione potrebbe essere un escamotage per inserire qualche politico deluso dall`ultima tornata elettorale e non annoverato negli organigrammi di partito. Puntualmente, a pensar male si indovina: il presidente dell`Autorità è Piercarlo Chiappetta, che deluso lo è di sicuro. Dopo una buona affermazione elettorale alle ultime Regionali nella lista “Scopelliti presidente”, è stato estromesso dal Consiglio per via del calcolo dei resti. Niente paura: qualche mese dopo, il presidente dell`assemblea regionale Francesco Talarico (che arriva dall`Udc come lui) ha pensato a tutto. E gli ha affiancato il cosentino Paolo Spadafora, anche lui militante dell`Udc (si è pure candidato alle recenti elezioni comunali), certo che i due (ai quali si affianca Filomena Maria Smorto, docente di Economia dell`Università di Messina) fossero «in grado di assicurare l`imparzialità dell`organo al quale vengono nominati». Certo: sono entrambi imparzialmente di centrodestra. Guideranno l`Autorità per cinque anni e percepiranno una indennità dignitosa. Al presidente spetta il 50% dello stipendio di base di un direttore generale della giunta regionale. Dato che per i dg la somma si aggira attorno ai 90mila euro, il presidente costa circa 45mila euro all`anno. E i componenti «non possono percepire compensi in misura superiore al 50 per cento di quanto corrisposto al presidente».
Cifre non da poco. Speriamo che servano a dare un taglio ai costi della politica.
Qualche suggerimento per i componenti: potrebbero dare un`occhiata ai doppioni. Per esempio in campo legislativo, dove il rischio che gli organismi si pestino i piedi l`uno con l`altro è piuttosto elevato. Accanto all`Ufficio legislativo del consiglio regionale (per intenderci, quello a cui si rivolgono i consiglieri per le “rifiniture” su proposte di legge e altri atti) c`è il Comitato per la fattibilità e la qualità delle leggi (formato da cinque componenti e un presidente, scelti tra i consiglieri), ma non basta. Una determinazione del 30 maggio scorso, infatti, impegna 200mila euro per liquidare i compensi spettanti ai consulenti giuridici del consiglio regionale, altro organo che vigila sulle leggi calabresi. Evidentemente non era abbastanza, quindi si sono aggiunti altri 180mila euro per «consulenti esperti per attività di studi e ricerche in materia giuridica al fine della semplificazione legislativa». E già che, con un`iniziativa bipartisan, il Consiglio vorrebbe cancellare 309 leggi, ma era proprio indispensabile un`altra iniezione di esperti? Evidentemente sì, anche secondo l`Autorità (di consulenti) che vigila (sulle consulenze).
Tutto indispensabile, anche perché previsto per legge. Come la nomina di tre esperti nel “Comitato regionale per il riconoscimento e la valorizzazione della funzione sociale svolta dalla comunità cristiana e dagli operatori parrocchiali nell`ambito del percorso formativo della persona”. Quando si dice la laicità dello Stato (nella legge che istituisce il comitato, le risorse sono destinate solo alla «comunità cristiana»). Imprescindibile. Quasi come la nomina, firmata per ottemperare a un decreto del ministero dell`Ambiente, di un rappresentante della Regione nella “Commissione per la metodologia di misura del rumore aeroportuale dell`aeroporto “Sant`Anna” di Isola Capo Rizzuto”. Il ruolo è toccato a Giovanni Iaconis, consigliere comunale uscente di Crotone, ricandidato (ma non rieletto) nelle file del Pdl. Un attivo frequentatore dell`area di centrodestra. L`avvocato che dovrà misurare il rumore degli aerei non è nuovo a nomine politiche. Era già stato nella ministruttura del consigliere regionale Salvatore Pacenza (nel 2009) e risulta nell`elenco dei consulenti esterni – come collaboratore della vicepresidente della giunta regionale, Antonella Stasi – con un incarico di un anno e una retribuzione lorda di 24.800 euro. Un tipo eclettico, insomma, capace di pessare da attività prettamente politiche a questioni decisamente più tecniche, come la valutazione di vibrazioni e decibel. D`altra parte, gli avvocati hanno il vantaggio di poter essere impiegati in più campi. Prendete Aldo Costa. Per lui c`è un incarico deliberato dal presidente del consiglio regionale, tra i «cinque membri di acclarata competenza e prestigio nazionale e internazionale nel Comitato di esperti per la programmazione e lo sviluppo regionale dell`attività teatrale». Comprensibile, visto che è stato direttore del teatro Politeama di Catanzaro. Ma non è tutto. Perché, sul versante della giunta, per lui è arrivata la nomina come consulente del nucleo di valutazione urbanistica. Alla Regione costerà 50mila euro, ed è stata ufficializzata dopo il suo ritorno nella casa madre del Pdl (il legale catanzarese era passato a Fli quando la formazione di Gianfranco Fini ha mosso i primi passi), nel mese di febbraio. Lui dice che l`incarico non ha nulla a che fare con il dietrofront politico, e non c`è ragione per dubitare della sua buona fede. Così come non avrebbe senso nutrire dubbi sull`operato di Vincenzo Mazzei, il presidente dell`Uncem (Unione delle comunità montane calabresi), da pochi mesi diventato consulente dell`assessore regionale al Lavoro, Francescantonio Stillitani. Chissà se il feeling tra i due è esploso in uno degli ultimi incontri documentati dalla rassegna stampa della Regione, quello del 7 maggio del 2010? A quei tempi Mazzei chiedeva più attenzione per «i cittadini che vivono nei Comuni collinari e montani della Calabria». Detto, fatto. Per lui è arrivato un contratto di consulenza che costerà allo Stato 24.800 euro: per mantenerlo dovrà formulare una relazione trimestrale sottoposta al vaglio dell`assessore. Finché il feeling resterà alto, non avrà nulla di cui preoccuparsi.
Sono un po` rabbuiati, invece, i consiglieri regionali  di Italia dei valori: erano convinti di poterla spuntare. Peccato, però, che la loro proposta di legge sulla riduzione dei costi della politica si sia “arenata” nella commissione Affari istituzionali. Firmato da Giuseppe Giordano e illustrata da Mimmo Talarico, il testo (presentato il 26 maggio 2010) è stato discusso e subito accantonato nella seduta del 21 settembre scorso. «Ne riparlemo alla prossima seduta»,  promise il presidente pidiellino Geppino Caputo. Da allora, nulla è cambiato nel senso che la legge non è mai più approdata nell`organismo che si occupa di riforme a Palazzo Campanella.
Adesso, considerato che il tema è tornato d`attualità, i dipietristi ci riprovano. La ricetta per far respirare le casse regionali è tutta concentrata in undici articoli. Tra le misure principali c`è la riduzione del 20% dell`indennità lorda percepita a vario titolo da consiglieri e assessori regionali. Novità anche sul fronte del conferimento di incarichi e consulenze professionali. Strada sbarrata «ai parenti e affini fino al terzo grado, ai fratelli e sorelle, nonché ai rispettivi coniugi del presidente della giunta regionale, del vicepresidente, del presidente del consiglio regionale, degli assessori e consiglieri regionali». Tra gli altri divieti c`è pure quello di di conferire più incarichi professionali o consulenze a una persona nell`arco dello stesso periodo. Incarichi che tuttavia saranno retribuiti in maniera minore perché nel testo presentato dai rappresentanti dell`Idv «il fondo regionale per gli incarichi e le consulenze viene ridotto nella misura del 50% rispetto alla spesa consolidata dell`anno 2009». I risparmi ottenuti (…) dovrebbero essere utilizzati per attivare un fondo regionale a sostegno dei lavoratori fuoriusciti dai processi produttivi e che non usufruiscono degli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente. Sempre meglio che disperderli in consulenze. Certo, ma poi che gli vai a spiegare a tutti quelli che ruotano attorno alla politica e dalla politica si aspettano in cambio laute prebende? Bisognerebbe trovare le parole per raccontare al personale “parapolitico” che l`alternanza degli incarichi è finita. Ci sono consulenti esterni, revisori dei conti, esperti, in carica ogni cinque anni, a seconda delle vicissitudini elettorali. Vince il centrodestra? Ecco pronto un posto nel tale collegio dei revisori dei conti. La spunta il centrosinistra? Tutti a casa, allora, perché arriva l`esercito degli esperti d`area democratica (e non solo). Un balletto che, in consiglio regionale, è ormai diventato un classico. E non c`è Autorità che tenga.

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