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`Ndrangheta a piede libero, scarcerati cinque dei Lo Giudice

Hanno chiesto il patteggiamento a due anni di carcere con il parere favorevole del sostituto procuratore della Dda Beatrice Ronchi. Il giudice per le udienze preliminari Daniela Oliva lo ha accolto…

Pubblicato il: 05/08/2011 – 19:11
`Ndrangheta a piede libero, scarcerati cinque dei Lo Giudice

Hanno chiesto il patteggiamento a due anni di carcere con il parere favorevole del sostituto procuratore della Dda Beatrice Ronchi. Il giudice per le udienze preliminari Daniela Oliva lo ha accolto, accordando la sospensione della pena.
Risultato: a pochi mesi dall`arresto, vengono rimessi in libertà cinque soggetti ritenuti vicini alla cosca Lo Giudice, la famiglia mafiosa di Reggio Calabria che, attraverso il boss pentito Nino Lo Giudice detto “il Nano”, si è autoaccusata della “strategia della tensione” contro i magistrati reggini.
I cinque imputati che hanno patteggiato sono Florinda Giordano (moglie del boss Luciano Lo Giudice), Vincenza Mogavero, Antonio Giordano, Paolo Gatto e Pasquale Cortese.
Quest`ultimo è il fratello di Antonio Cortese, il “bombarolo” che avrebbe piazzato gli ordigni esplosi davanti alla Procura generale e a casa del magistrato Salvatore Di Landro. Lo stesso che, secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia, avrebbe abbandonato il bazooka nei pressi del Cedir per poi telefonare in questura e informare la polizia del “regalo” per Pignatone.
Le accuse per i cinque scarcerati andavano dalla detenzione illegale di armi al favoreggiamento e all`intestazione fittizia di beni.
Il processo alla cosca Lo Giudice proseguirà l`11 ottobre per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato: Demetrio Gangemi, Paolo Sesto Cortese, Giuseppe Perricone, Madalina Turcanu, Consolato Romolo e i collaboratori di giustizia Antonino Lo Giudice e Consolato Villani.
Il 22 settembre, invece, si concluderanno le udienze preliminari per il boss Luciano Lo Giudice che ha scelto il rito ordinario assieme al nipote Giuseppe Lo Giudice, ai fratelli Fortunato e Salvatore Pennestrì e Giuseppe Reliquato.

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