Lo strano (?) silenzio della politica

Di solito, nelle redazioni è il panico. Dopo le grandi operazioni antimafia non c`è mai abbastanza spazio per i commenti. Tutti nello stesso stile. Si esprime «grande soddisfazione per l`operato della magistratura e delle forze dell`ordine». I più navigati ricordano che «con il nostro governo la lotta alla `ndrangheta ha conosciuto il suo apice». E, se proprio non se ne può fare a meno, si annuncia che «in caso di processo siamo pronti a costituirci parte civile». La voglia di comunicare, esprimere sdegno e approvare l`operato della Procura di Catanzaro, purtroppo, è venuta un po` meno. Sarà che tira aria di ferie, ma l`operazione “Pecunia non olet” che ha scoperchiato una maxievasione fiscale da 90 milioni di euro nel settore dei rifiuti, evidentemente non gode dei favori della politica calabrese. Nessuno che si sia complimentato. Eppure si parla di un settore strategico, basti ricordare che la Calabria rischia di sprofondare nell`emergenza quasi ogni giorno. Ma come, la Procura presume che si lucri sui rifiuti e nessuno dice una parola? È andata proprio così. Forse perché è più facile (per quanto sacrosanto) pontificare in maniera generica contro i clan che prendere carta e penna e chiedere che i responsabili delle presunte illegalità siano individuati e puniti. Non sarà che alla politica non conviene aprire bocca quando nel mirino ci sono dei “colleghi” o uomini di loro fiducia? In questo caso sono indagati l`assessore all`Ambiente, Franco Pugliano, e il commissario delegato per l`emergenza rifiuti, Graziano Melandri. Nominato dal governatore Scopelliti il primo, individuato come suo successore (sempre da Scopelliti, che lo aveva avuto come assessore a Reggio Calabria) il secondo. Sarà (anche) per questo che gli esternatori latitano?