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L`esposto su Cortese, Russo e Pignatone

A riferire delle presunte pressioni subite da parte dal dirigente della squadra mobile reggina, Renato Cortese, e dal capo del Ros della maggiore città calabrese, Stefano Russo, è stato il capitano…

Pubblicato il: 07/08/2011 – 20:04
L`esposto su Cortese, Russo e Pignatone

A riferire delle presunte pressioni subite da parte dal dirigente della squadra mobile reggina, Renato Cortese, e dal capo del Ros della maggiore città calabrese, Stefano Russo, è stato il capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi. Secondo quanto denunciato dal militare dell`Arma, i due ufficiali di polizia giudiziaria, su incarico del procuratore capo di Reggio Giuseppe Pignatone, gli avrebbero proposto di “collaborare”, chiedendogli di raccontare dei supposti rapporti tra il boss Luciano Lo Giudice e alcuni esponenti di primissimo piano della magistratura.
I giudici “attenzionati” sarebbero stati il numero due della procura nazionale antimafia, Alberto Cisterna; il sostituto procuratore generale presso la corte d`appello di Reggio, Francesco Mollace; e l`ex sostituto dello stesso ufficio requirente di secondo grado, Francesco Neri, poi trasferito dal Csm a Roma.
In cambio di dichiarazioni che avrebbero consentito di “incastrare” i magistrati, sostiene il capitano dei carabinieri, Cortese e Russo gli avrebbero garantito, da parte della magistratura reggina, l`ottenimento di benefici. Proprio per fare luce su questi aspetti, la procura di Santa Maria Capua Vetere, dove il militare è detenuto, avrebbe aperto un fascicolo d`inchiesta, su cui – si badi bene – il capo dei magistrati requirenti campani, Corrado Lembo, non ha effettuato alcuna smentita, limitandosi a ribadire che è tutto coperto dal massimo riserbo. Ciò che, invece, è stato negato da Lembo, è la notizia, data da Sky TG 24,  dell`iscrizione di Pignatone nel registro degli indagati.
Saverio Spadaro Tracuzzi ha operato in riva allo Stretto fino a poco più di un anno fa: dal 2003 al 2007 ha prestato servizio al Nucleo operativo ecologico; poi è entrato a far parte del centro Dia di Reggio Calabria dove è rimasto fino al mese di giugno dello scorso anno, per poi essere trasferito a Livorno. Il suo arresto è avvenuto il 19 dicembre 2010 per le ipotesi di reato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. È accusato da due boss, Antonino Lo Giudice e Consolato Villani, che poi hanno iniziato a collaborare con i magistrati, di avere intrattenuto rapporti con la `ndrangheta: è proprio il pentito Lo Giudice ad aver sostenuto di aver ricevuto informazioni riservate dall`ufficiale dei carabinieri poi arrestato.

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