Bilardi a Salerno: torna sui tuoi passi. Ma ammette: «Disagio politico»

Arrivano le prime allarmate reazioni, all`interno della maggioranza di centrodestra, dopo la clamorosa decisione del consigliere regionale Pdl Nazzareno Salerno (Pdl) di rassegnare le dimissioni dall`incarico di presidente della commissione Sanità di Palazzo Campanella. Uno strappo su cui il capogruppo della “Lista Scopelliti”, Giovanni Bilardi, esprime «vivo rammarico» per un gesto che viene chiaramente definito di «disagio politico». Un`opzione che «nasce da un meritorio attaccamento al territorio, alle popolazioni, ma, di rimando, rappresenta una estrema ratio che pregiudica e danneggia il valore della politica che è quello della scelta, dell`indirizzo, della mediazione che determini privilegi collettivi e benefici comuni».
Secondo Bilardi, «la congiuntura economica internazionale, la situazione italiana e la condizione socio-economica della Calabria stanno imponendo scelte epocali che prevedono ragioni ed obiettivi di risanamento improcrastinabili per la giunta Scopelliti. Salerno è profondo conoscitore delle condizioni della sanità regionale e ne ha condiviso le scelte di risanamento e le battaglie che questa maggioranza ha condotto al tavolo Massicci – aggiunge l`esponente del centrodestra – per cui egli, che nutre per il territorio e la popolazione vibonese un attaccamento passionale e connaturato alla sua etica pubblica, comprenderà che la sua scelta dimissionaria va ad incrinare gli obiettivi politici e la mission del centrodestra dopo gli errori, gli sprechi e le dilapidazioni di una certa politica del passato».
Da qui il monito a Salerno «a comprendere che la sua presenza alla presidenza della Commissione regionale sanità potrà e dovrà continuare ad essere indispensabile a difendere quei diritti e quelle attese provenienti dalle popolazioni, soprattutto dai soggetti deboli, svantaggiati e fragili; in quest`ottica – conclude Bilardi – lo invitiamo a ritirare le dimissioni nelle mani del presidente Talarico e del governatore Scopelliti che, come noi, riconoscono nel suo gesto assoluto un atto d`amore ed un momento di disagio politico».