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I dati di Goletta e gli "ecoreati" in Calabria

Caro direttore,i quotidiani nazionali hanno pubblicato a metà agosto i risultati del viaggio di Goletta Verde che ha individuato 146 punti critici sulla costa italiana, uno ogni 51 km, e 112 foci d…

Pubblicato il: 22/08/2011 – 19:35
I dati di Goletta e gli "ecoreati" in Calabria

Caro direttore,
i quotidiani nazionali hanno pubblicato a metà agosto i risultati del viaggio di Goletta Verde che ha individuato 146 punti critici sulla costa italiana, uno ogni 51 km, e 112 foci di fiumi a rischio.
Come è noto ai lettori italiani, la maglia nera è stata assegnata alla Calabria dove si trova il maggior numero di spiagge inquinate e viene commesso con la complicità delle autorità pubbliche e la presenza diffusa della criminalità organizzata il maggior numero di abusi edilizi.
In particolare, ci dice la Goletta Verde, la Calabria deve il suo ultimo posto in classifica al problema degli scarichi: secondo gli studi, più del 60 % dei cittadini versa in mare reflui non depurati a norma di legge. “Scarichi fognari illegali, cementificazione selvaggia delle coste e progetti energetici basati su fonti fossili e non su energie rinnovabili e alternative sono i principali nemici del mare calabrese” hanno dichiarato i responsabili di Legambiente.
Negli stessi giorni in cui sono stati diffusi i risultati del viaggio della Goletta Verde, sono scattate le supermulte per le società coinvolte in “ecoreati” grazie al Dlgs 121/2011 che fa rientrare una serie di illeciti ambientali nell`ambito della Legge 231 colpendo in particolare il settore dei rifiuti, gli scarichi industriali, le emissioni in atmosfera e le bonifiche.
Vorremmo attirare la vostra attenzione su tre aspetti sui quali sarebbe urgente e necessario avviare una forte campagna di stampa e di monitoraggio sul territorio.
Il primo aspetto riguarda la meschina furbizia, l`arroganza e la barbarie dei privati, calabresi e non, che deturpano il territorio calabrese provocando danni a persone e cose. Pensiamo a chi abbandona i sacchi dei rifiuti nei boschi o nelle pinete vicino al mare al contrario di quel che avviene sulle montagne (le Dolomiti ad esempio ma non la Sila!) dove gli escursionisti portano a valle i loro rifiuti. Ma pensiamo anche ai molti mascalzoni proprietari di imbarcazione che gettano i loro liquami (cioè i loro escrementi) a poche decine di metri dalla spiaggia. In questo secondo caso il doveroso intervento delle autorità di polizia e portuali dovrebbe portare non a comminare modeste multe ma a sequestrare natanti e patenti di navigazione.
Il secondo aspetto riguarda i villaggi vacanze. Chi percorre la costa da Lamezia a Pizzo si rende conto con facilità della “disinvoltura” con cui i proprietari di tali villaggi gestiscono i rifiuti e gli scarichi. Anche in questi casi potrebbe scattare, in base al Dlgs 121/211 la denuncia per “ecoreati” che potrebbe arrivare fino all`interdizione definitiva dell`esercizio delle attività.
Il terzo aspetto è più ampio e coinvolge la responsabilità di autorità nazionali, regionale, provinciali e comunali.
Su questo punto, grazie alla mia precedente esperienza di direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea dal 2003 al 2009, ho una competenza specifica.
La Calabria è una “star” europea di tutte le procedure di infrazione in corso per quanto riguarda i reflui urbani: una procedura è in attesa di pronuncia da parte della Corte di Lussemburgo, una è in fase di parere motivato da parte della Commissione europea e per una terza è previsto il suo avvio nel 2012 dopo la conclusione delle indagini preliminari.
Il problema è che, anche una volta accertato l`inadempimento da parte della Commissione europea, essa non si può sostituire alle autorità nazionali cui spetta attivarsi per eliminarlo.
Sappiamo a livello europeo che gli impianti (tutti gli impianti sia individuali che pubblici) non riescono a sopportare il carico eccessivo che viene dall`aumento delle presenze estive e che la raccolta dei rifiuti è ostacolata dalla inadeguatezza delle discariche.
E` bene sapere che la Direttiva 91/271/CEE impone che tutti i centri urbani si dotino di fognature (=sistema di raccolta acque reflue urbane) e che le acque così collettate vengano inviate a impianti di trattamento. Sono previste delle eccezioni e in particolare se un determinato centro urbano ha zone/quartieri in cui il collettamento non si giustifica (caratteristiche del territorio + costi sproporzionati) ma in questo caso le autorità nazionali competenti possono dichiarare alla Commissione europea che una porzione del carico inquinante è collettata mediante sistema fognario  e la porzione restante è raccolta in impianti individuali che garantiscono un trattamento adeguato al tipo di territorio in cui vengono scaricati i residui.
Le nostre furbe autorità (ma la loro furbizia viene scaricata sulla salute dei cittadini) dichiarano alla Commissione che pressoché il 100% è collettato e trattato in uno e nell`altro modo contando sul fatto che la Commissione europea non ha possibilità di venire sul territorio a controllare se questo vero o se invece una grossa percentuale delle acque reflue sfugge al trattamento adeguato.
Per concludere. I depuratori dovrebbero essere costruiti con capacità sufficiente ad assorbire le variazioni stagionali (lo prescrive la direttiva 91/271/CEE) e dunque la capacità degli impianti dovrebbe (deve) essere ben superiore agli abitanti perché la direttiva non parla di “abitanti” ma di “abitanti equivalente” proprio per aggiungere al numero ufficiale anche l`aumento estivo. I depuratori poi dovrebbero essere mantenuti in modo tale da garantire che le sostanze inquinanti contenute nelle acque che vengono scaricate dopo il trattamento non superino determinate soglie
Mi scuso per il carattere tecnico del mio ragionamento ma credo che varrebbe la pena occuparsi – monitorandolo sul territorio – della questione dell`inquinamento ambientale (oltre a quello proveniente dalla criminalità organizzata che ha tracimato anche in Padania) non all`inizio dell`estate ma a partire dal prossimo mese di settembre in modo tale da sottrarre la nostra regione dalla scomoda posizione di maglia nera in Europa.

* presidente del Movimento europeo, consigliere della Commissione Europea distaccato presso la presidenza della Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome

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