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Angela Napoli: «No al silenzio su Lea, Tina e Maria Concetta»

«Lea Garofalo, Tita Buccafusca e Maria Concetta Cacciola. Tre giovani donne e madri calabresi, testimoni di giustizia, chiamate a un triste destino, sicuramente perché scomode all`interno delle ris…

Pubblicato il: 22/08/2011 – 20:34
Angela Napoli: «No al silenzio su Lea, Tina e Maria Concetta»

«Lea Garofalo, Tita Buccafusca e Maria Concetta Cacciola. Tre giovani donne e madri calabresi, testimoni di giustizia, chiamate a un triste destino, sicuramente perché scomode all`interno delle rispettive famiglie i cui uomini appartengono alla `ndrangheta». Così la deputata di Futuro e libertà, Angela Napoli, componente della Commissione antimafia, commenta il suicidio della testimone di giustizia di Rosarno. «Tre storie sicuramente diverse – aggiunge – che non possono cadere nel silenzio e che lasciano intravedere come sia diventato preoccupante il ruolo della donna che intende reagire al potere criminale e come contemporaneamente tale ruolo non venga adeguatamente tutelato dallo Stato. Le tre donne avevano deciso di collaborare con la giustizia per tentare di reagire alla vita infernale delle loro famiglie e per cercare di aiutare i propri figli a crescere secondo i canoni del vivere civile. Le loro morti sono avvenute perché non adeguatamente protette dalla Stato, anche se le stesse avevano disatteso i canoni di protezione». «Lo Stato sa bene, però – dice ancora Angela Napoli – che i boss della `ndrangheta non si sottomettono sicuramente alle loro donne e che non accettano le ribellioni delle stesse e sono quindi capaci di istigare al suicidio. Tre donne delle cosche Garofalo, Mancuso e Bellocco, province calabresi diverse, che sono state costrette a portare con sè grandi segreti della `ndrangheta, ma che non sono state adeguatamente supportate nella loro voglia di ribellione e libertà e che, pertanto, lasciano in noi profonda amarezza, ma anche preoccupazione al pensiero di ciò che sta accadendo alle donne delle famiglie mafiose».

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