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`Ndrine sotto la Mole, la scure dello scioglimento sui Comuni di Leinì e Rivarolo

Dai boss avrebbero ottenuto voti e sostegno elettorale. E loro, «gli `ndranghetisti», avrebbero utilizzato i politici come «biglietti da visita» per entrare nel giro degli affari. In questo modo la…

Pubblicato il: 25/08/2011 – 13:18
`Ndrine sotto la Mole, la scure dello scioglimento sui Comuni di Leinì e Rivarolo

Dai boss avrebbero ottenuto voti e sostegno elettorale. E loro, «gli `ndranghetisti», avrebbero utilizzato i politici come «biglietti da visita» per entrare nel giro degli affari. In questo modo la `ndrangheta è riuscita a infiltrarsi sotto la Mole antonelliana e nell`hinterland torinese. E ora gli inquirenti passano al setaccio tutti i documenti delle amministrazioni comunali di Leinì e Rivarolo. Sui due Comuni piemontesi potrebbe abbattersi la scure dello scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose. A leggere le oltre duemila e cinquecento pagine dell`ordinanza dell`operazione “Minotauro”, che ha portato all`arresto di circa 150 persone in Piemonte per legami con la `ndrangheta, sembrerebbe che le `ndrine siano abituate ad andare a braccetto con la politica. Carabinieri e guardia di finanza, coordinati da un viceprefetto, stanno passando sotto la lente tutti gli atti dell`amministrazione di Rivarolo. Nella maxioperazione è finito in manette il segretario comunale Antonino Battaglia con l`accusa di voto di scambio. Ma qualche ombra avvolgerebbe, anche, l`attività e il ruolo del primo cittadino, Fabrizio Bertot. Bertot, che in realtà non risulta né arrestatio né indagato, è stato intercettato mentre in un bar di Torino incontra i boss locali e chiede sostegno per le elezioni Europee dove è candidato nel centrodestra. Ecco la conversazione captata dagli inquirenti e finita nelle carte dell`operazione “Minotauro”: «… la scheda è quella grigia… delle elezioni europee… ci saranno tre posti vuoti… bisogna convincere tutti… ma io veramente quello che mi affido è la rete delle conoscenze e degli amici… voi premete… in qualche Comune arriverà qualche giornale… non so se vi è già arrivato a voi… vi arriverà un giornale elettorale… di quelli là “di tutto e di più”… eh… su di me… su quello che ho fatto… ma in ogni caso è la conoscenza ed il contatto personale… perché sono all`incirca quattro milioni di elettori in Piemonte… nove milioni di elettori e via… e un altro milione e mezzo di elettori dalla Liguria… io non posso conoscerli tutti eh. (incompr.)… quindi l`unico sistema è veramente quello efficiente… efficace… del passaparola… quindi mi affido veramente a voi… tutti quelli che sto contattando in questo momento… perché l`obiettivo non è tanto che io vado in Europa… ma che voi possiate avere… (incompr.)…». «Al termine dell`intervento – è scritto nell`ordinanza – tutti applaudono. Il candidato che ha parlato durante l`incontro è stato identificato sicuramente in Fabrizio Bertot: egli riveste attualmente la carica di sindaco della città di Rivarolo Canavese (al secondo mandato, datato 2008) e nel 2009 era candidato alle elezioni Europee (risultando come primo escluso)». Ma il primo cittadino non ha dubbi sul suo operato: «Vengano a prendere tutte le carte che vogliono. Io non nascondo nulla. Le cose che ho fatto sono tutte alla luce del sole. Altro che infiltrazioni `ndranghetiste. Io sono stato intercettato con gente che neanche sapevo chi fosse. Erano potenziali elettori. Non ho promesso nulla. Ho chiesto un aiuto. Come fanno tutti i candidati con decine se non centinaia di gruppi e associazioni». A Leinì, invece, nelle grinfie dell`operazione “Minotauro” è finito Nevio Coral, ex sindaco della cittadina, con l`accusa di concorso in associazione mafiosa. Padre di Ivano, attuale primo cittadino. E suocero dell`assessore regionale alla Sanità, Caterina Ferrero. Nevio è stato anche capogruppo di maggioranza consiliare fino alla fine dello scorso marzo (aveva dato le dimissioni per candidarsi a Volpiano alle amministrative del 15 e 16 maggio). A tale proposito, ecco cosa si legge nell`ordinanza: «Ma se Coral può rivolgersi agli `ndranghetisti per ottenere voti a pagamento, è reciproco l`interesse degli affiliati nei confronti del citato Coral e della sua famiglia, sia per ottenere attività economiche a condizioni privilegiate, sia per potersi presentare avendo come “biglietto da visita” la conoscenza di persone inserite nel mondo dell`economia e della politica ad elevati livelli (come Coral, appunto)». La Procura parla, infatti, di «sistema Coral». «Sono tranquillo, non ho nulla da nascondere. Da parte nostra ci sarà la massima collaborazione», dice Ivano Coral. Dopo l’arresto di Coral, i cittadini avevano organizzato una serie di manifestazioni spontanee, scendendo in piazza. Chiedevano le dimissioni della giunta. Sindaco e assessori sono rimasti al loro posto. «Non abbiamo nulla da temere», replicano. Adesso la parola spetta al pool di investigatori.

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