CASTIGLIONE COSENTINO Se fosse stata un`edizione del periodo in cui l`ideatore Salvatore Magarò era socialista e di sinistra, in scaletta ci sarebbe stato un reading delle poesie di Vittorio Butera da Conflenti: un dissacrante Esopo novecentesco semisconosciuto in Calabria. E invece per questa edizione del “Festival delle parole sott`olio” di Castiglione cosentino – paese di cui Magarò non ha mai smesso di essere sindaco, anche ora che non lo è più – ci toccano il sottosegretario Tonino Gentile, il governatore Giuseppe Scopelliti e Roberto Arditti, già direttore del Tempo e oggi responsabile comunicazione di Expo 2015.
Con loro, da domani animeranno le serate del borgo a dieci minuti da Cosenza il vescovo di Noto Antonio Staglianò, Arnaldo Caruso (il fratello del politico e avvocato Franz, ordinario di microbiologia all`Università di Brescia, è l`ideatore del vaccino At20 terapeutico contro l`Aids), il giornalista Eric Salerno, Carlo Lio (amministratore delegato di Milano Metropoli ed ex assessore alle opere pubbliche della Regione Lombardia oltre che sindaco di Cinisello Balsamo) e altri personaggi della politica e dell`imprenditoria. L`iniziativa, la cui prima edizione è datata 1998, «prevede una serie di conversazioni al chiaro di luna prendendo spunto da quelle espressioni dialettali ancora oggi radicate nel linguaggio delle comunità. La prima stagione del Festival si è snodata lungo una serie di parole dal significato a tratti curioso, a tratti ambiguo ma tutte saldamente collocate nell`immaginario collettivo – si legge in una nota degli organizzatori -. Esaurita la prima fase, già dallo scorso anno si è aperta la seconda stagione denominata “Il dire e i detti”, alla ricerca di quei proverbi capaci di sintetizzare le tante sfaccettature del vivere quotidiano».
Sostengono il sindaco (vero) Antonio Russo e quello “onorario” Salvatore Magarò – che continua a curare l`organizzazione di concerto con l`amministrazione comunale – che anche questa edizione della rassegna è «un “prodotto di nicchia”, di una offerta culturale di qualità ormai consolidata». Quest`anno il filo conduttore del Festival sarà il detto: “Aru menzjùarnu `u sule e` forte e ra fame puru” (a mezzogiorno il sole è forte e la fame pure) ma non ditelo agli indigenti calabresi il cui “panem” è stato sottratto per rafforzare il settore “circenses”.
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