Alla fine tanto tuonò che non piovve. Sembra sfumare il taglio delle Province con meno di 300mila abitanti e con una superficie inferiore ai 3000 chilometri quadrati. A questo punto (a meno di clamorosi colpi di scena) Crotone e Vibo Valentia possono tirare un grosso sospiro di sollievo e guardare al futuro prossimo con rinnovato ottimismo. Certo, è stata vinta una battaglia (l`Unione delle Province, dopo l`incontro con i vertici del Pdl, è riuscita a ottenere lo stralcio dell`articolo della manovra economica che riguarda gli enti intermedi) ma non la guerra perché il governo e la maggioranza sono orientati a riformare, prima della fine della legislatura, la Carta delle autonomie. Cosa significa questo? Significa che sarà realizzata una riorganizzazione territoriale dei livelli di governo e quindi anche le Province calabresi potrebbero subire modifiche ai loro confini. Enti intermedi salvi, insomma. «Nient`affatto», dice Francesco De Nisi, presidente della Provincia di Vibo, perché «nell’opinione pubblica si è ormai consolidata la convinzione che vadano cancellate e tutti i partiti assecondano questa deriva. Il presidente del Senato, Renato Schifani, è stato chiaro in proposito, avvertendo che il governo è intenzionato a mettere mano alla Carta delle autonomie locali entro il 2013, prima delle prossime elezioni amministrative e ci ha invitato a lavorare con la Regione per elaborare una riorganizzazione territoriale che offra soluzioni alternative». In altre parole, se le Province dovessero essere soppresse in sede di riforma delle autonomie, nulla impedisce che competenze, funzioni e confini territoriali vengano rimodulati in altre forme, nell’ambito di una riorganizzazione generale dello Stato e delle amministrazioni periferiche.
«Il primo passo è ridefinire le circoscrizioni provinciali, che per quanto riguarda quella di Vibo Valentia potrebbe comprendere la Piana di Gioia Tauro e la Locride – ragiona ancora De Nisi -. Nei prossimi giorni ci metteremo al lavoro con la Provincia di Crotone per sollecitare l’apertura di un tavolo istituzionale con la Regione e mi auguro che il presidente Scopelliti sia sensibile a questa problematica. Tentare in autonomia di allargare i confini provinciali è inutile, perché da parte dei Comuni potenzialmente interessati non c’è mai stato un riscontro soddisfacente».
A Crotone si guarda con molto interesse a questo tipo di discorsi. Non è un mistero che i politici pitagorici abbiano individuato nella piana della Sibaritide il territorio giusto per espandere i propri confini. Ma qui, il discorso, è ancora in fase embrionale.
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