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La contromanovra della Cgil

COSENZA C`è una manifestazione da organizzare. C`è da presentare la contromanovra. Si ragiona su un`alternativa alle politiche del governo Berlusconi. È proprio il caso di prendere spunto da Pasoli…

Pubblicato il: 29/08/2011 – 15:07
La contromanovra della Cgil

COSENZA C`è una manifestazione da organizzare. C`è da presentare la contromanovra. Si ragiona su un`alternativa alle politiche del governo Berlusconi. È proprio il caso di prendere spunto da Pasolini: «Possiamo dire che la Cgil ha un’indomabile vitalità. Il governo non si illuda, non ci fermeremo finché questa manovra non sarà cambiata». Giovanni Donato, segretario della Cgil del comprensorio di Cosenza, e Angelo Sposato, segretario della Cgil del comprensorio Pollino-Sibaritide-Tirreno, hanno illustrato i temi alla base dello sciopero generale del 6 settembre e della manifestazione organizzata in piazza XI Settembre a Cosenza a partire dalle 9.
«La manovra presentata dal Governo è iniqua, colpisce i redditi medio-bassi e non tocca gli evasori – ha detto Donato -. È una manovra che divide e deprime ulteriormente la crescita del Paese, non contiene investimenti per il Sud e per i giovani». Donato ha evidenziato alcuni punti critici: dal blocco del turn over nel pubblico impiego alla norma che “ghettizza” i disabili sui posti di lavoro, dalla difficoltà di stabilizzazione degli Lsu-Lpu allo smantellamento del sistema contrattuale, dall’abrogazione delle festività civili alla svendita dei beni comuni. Norme davanti alle quali il sindacato (questa volta parafrasando Nanni Moretti) prova a dire qualcosa di sinistra: «La nostra contromanovra contiene delle proposte più eque e di sviluppo  del Mezzogiorno. La Cgil ad esempio chiede la tassazione dei capitali scudati, un contributo straordinario sui grandi patrimoni e la tracciabilità dei pagamenti sopra i 500 euro. Proponiamo inoltre di costituire un fondo per la crescita e l’innovazione e di sostenere redditi e consumi attraverso la riduzione delle tasse su pensione e lavoro».
Per Angelo Sposato saranno «la Calabria e in particolare la provincia di Cosenza a pagare il prezzo più alto di questa manovra. Ai danni causati dai tagli lineari del Governo, nel nostro territorio si aggiungono le scelte sbagliate della Regione. Basta guardare ai contenuti del piano di rientro dal debito sanitario, che è stato rimodulato al ribasso e che dispone lo smantellamento di interi presidi ospedalieri. Senza dimenticare il blocco, deciso da Roma, dei fondi per la Statale 106». Una manifestazione che guarda al Paese e alla Regione, per una mobilitazione che non si fermerà. Ma continuerà anche dopo lo sciopero con iniziative specifiche sui trasporti e la vertenza delle Ferrovie della Calabria, ribadendo la necessità di dire no al termovalorizzatore in provincia di Cosenza e di puntare sulla raccolta differenziata dei rifiuti.

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