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ESCLUSIVA L`ultima registrazione di Maria Concetta Cacciola

Una voce lenta, sofferente, tremante. La testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola sembra pesare le parole una ad una mentre registra quello che, inconsapevolmente, è diventato il suo testamen…

Pubblicato il: 30/08/2011 – 15:40
ESCLUSIVA  L`ultima registrazione di Maria Concetta Cacciola

Una voce lenta, sofferente, tremante. La testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola sembra pesare le parole una ad una mentre registra quello che, inconsapevolmente, è diventato il suo testamento. Il 12 agosto avrebbe registrato le ragioni della sua scelta di passare dalla parte dello Stato. Quelle ragioni che, in pochi giorni, l`hanno portata a saltare il fosso e a diventare una che, da queste parti, chiamano “infame”.
Riconduce la sua collaborazione alla voglia di punire il padre e il fratello che secondo lei, mentre il marito era in carcere, si facevano condizionare da alcune lettere anonime indirizzate alla famiglia, non la facevano uscire di casa, le alzavano le mani e le vietavano di avere amicizie.
«L`unica mia cosa quando sono andata ho parlato con i carabinieri dicendo che se mi possono dare una mano che io ho problemi con la mia famiglia che ho paura che mi succede qualcosa, con mio padre e mio fratello Giuseppe e mio padre Michele». È questo il tono utilizzato dalla Cacciola nella registrazione (che potete scaricare dal link in basso, ndr).
Pochi giorni prima di togliersi la vita bevendo acido solforico, la testimone ha parlato del periodo trascorso nelle località protette, ma anche dei colloqui avuti con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia: «Gli ho detto delle cose per arrivare allo scopo di andare via da casa, ho detto pure delle cose che mi sono infangata anche io stessa per il fatto di andare via da casa mia».
Poi una pausa nella registrazione. Maria Concetta lascia passare alcuni interminabili istanti e poi pronuncia un’ultima frase, che suona agghiacciante e al tempo stesso contrasta con il tragico epilogo di questa oscura vicenda: «È da tre giorni che sono a casa mia tra mio padre, mia madre, i miei fratelli, i miei figli ed ho riacquistato la serenità che cercavo. Vorrei aggiungere che avevo scritto una lettera che aggiungo con questa registrazione e vorrei lasciata in pace in futuro. E non essere chiamata da nessuno».
Il file audio è stato consegnato dagli avvocati della famiglia Cacciola alla Procura della Repubblica di Palmi che sta coordinando le indagini per istigazione al suicidio.
Intanto, ricordiamo, i familiari hanno presentato un esposto accusando i magistrati di aver costretto, con false promesse, la figlia Maria Concetta a collaborare.

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