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«Polsi si sta purificando»: il messaggio di speranza del vescovo di Locri

SAN LUCA Qualcuno l’ha chiamata scena del “Crimine” quando, di questi tempi, un anno fa erano già scattati gli arresti della maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabri…

Pubblicato il: 02/09/2011 – 17:11
«Polsi si sta purificando»: il messaggio di speranza del vescovo di Locri

SAN LUCA Qualcuno l’ha chiamata scena del “Crimine” quando, di questi tempi, un anno fa erano già scattati gli arresti della maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha spalancato le porte del carcere a oltre un centinaio di presunti affiliati alle cosche mafiose.
Oggi, come ogni 2 settembre, migliaia di fedeli di tutta la provincia si sono riuniti a Polsi, davanti al santuario, per celebrare la festa della Madonna della Montagna.
Durante l’omelia, il vescovo di Locri, Giuseppe Fiorini Morosini, ha cercato di sottolineare gli aspetti positivi di un luogo considerato la culla della ‘ndrangheta.
Dopo la durezza delle parole pronunciate l’anno scorso contro i mafiosi, il prelato ha affermato che «dopo tanto lavoro di purificazione, questo santuario viene ancora guardato ingiustamente come luogo dove si coniuga religiosità e criminalità».
«Nel contesto di un cristianesimo malato come quello in cui viviamo – ha aggiunto Morosini – abbiamo bisogno di riscoprire la fede autentica. Dimentichiamo con troppa superficialità la devozione vera del popolo. Rilevo un’incomprensibile e assurda contraddizione in tante persone che amano discutere sul tema della conclamata commistione tra religiosità e ‘ndrangheta, soprattutto nella gestione della pietà popolare. Da una parte essi accusano e attaccano la Chiesa perché non interviene a spezzare l`anello che lega le due realtà e dall’altra si elevano a paladini e difensori delle tradizioni tutte le volte che la Chiesa interviene per tentare di purificare le feste religiose da quelle incrostazioni mondane e consumistiche, all`interno delle quali spesso si allunga in forma apparentemente innocua la mano delle associazioni criminali locali».
A proposito, Morosini ha espresso la sua vicinanza a don Giuseppe Campisano, il parroco della chiesa di San Rocco a Gioiosa Jonica, che nei giorni scorsi è stato vittima di un’intimidazione mafiosa. Qualcuno ha sparato alla sua auto mentre era parcheggiata vicino alla canonica: «È stato un gesto vigliacco. Lanciare messaggi nell’anonimato purtroppo fa parte del modo di pensare in Calabria».
Il vescovo ha avvertito anche chi, pure quest’anno, conterà le volte che le parole ’ndrangheta o mafia saranno pronunciate nel corso dell’omelia. Chi fa questo dovrebbe preoccuparsi, invece, secondo Morosini, «di evidenziare i passi avanti fatti qui a Polsi per dare a questa celebrazione del 2 settembre un volto sempre più religioso. Meraviglia come non si riesca a capire che è proprio a partire dalla purificazione delle feste che si procederà in maniera più rapida all`eliminazione della commistione perversa tra criminalità e religiosità».
Il vescovo, infine, si è soffermato sulla presenza dei sindaci della Locride alla cerimonia della Madonna di Polsi: «Loro sono qui in veste ufficiale per esprimere la loro amarezza, la loro delusione, il loro sconforto dinanzi al perdurare dello stato di emarginazione e di abbandono in cui versa il nostro territorio. Come vescovo, sono preoccupato anche io del bene comune, che non può limitarsi solo a quello della anime ma deve abbracciare tutto l`uomo, mi faccio interprete della voce di tutti i nostri sindaci per lanciare il nostro grido di aiuto a chi di dovere».

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